Per
un Anno Santo straordinario, Papa Francesco ha espresso questo desiderio
sincero: <<Come desidero che gli anni a venire siano intrisi di
misericordia per andare incontro ad ogni persona portando la bontà e la
tenerezza di Dio! A tutti, credenti e lontani, possa giungere il balsamo della
misericordia come segno del Regno di Dio già presente in mezzo a noi>>.
Per questo Anno Santo straordinario
non si tratta di un semplice rito, per una possibile indulgenza plenaria, ma di
un'esperienza che porti a testimoniare concretamente la misericordia di Dio.
Non è sufficiente un pellegrinaggio, un passaggio da una Porta ufficiale aperta
alla preghiera e alla riconciliazione. E' l'Anno Santo della misericordia:
dobbiamo fare esperienza di misericordia, dobbiamo imparare da Dio Padre la
misericordia, per offrirla poi a tutti con la stessa qualità di generosità.
Altrimenti non è Anno Santo e non si può parlare di indulgenza e tantomeno
plenaria!
E' come la questione della pace.
Questa può nascere solo da un'esperienza globale, comunitaria della stessa
pace. Se ognuno di noi non conosce la pace, non ne fa esperienza, come ce la
propone Cristo (vi lascio la pace, vi do la mia pace), non può costruirla in
famiglia o in comunità; e tutti insieme non possiamo costruirla in società. La
pace nasce solo da un'esperienza di pace e da un dono della stessa pace: se
anche uno solo non ne fa esperienza e non la sa donare, la pace è in costante
pericolo, e lo vediamo tutti i giorni a livelli sempre più allargati e
concentrici, dalla famiglia alla comunità e alla società.
Papa Francesco confidenzialmente ci
dice: è il tempo propizio di un Anno Santo straordinario e ve lo propongo sulla
misericordia. I giornali commentano: un altro Anno Santo! Ma i Papi non sanno
fare altro? Il Papa aggiunge: ma non avete capito; ho parlato di un Anno Santo
del misericordia! Qui sta la straordinarietà: vi propongo di imparare la
misericordia di Dio per regalarla a tutti: così costruiremo la pace! Non con le
parole e con le strategie politiche, ma seminando la vera radice della pace,
cioè la misericordia, l'amore di Dio. Dobbiamo imparare a guardarci con
"uno sguardo carico di misericordia", altrimenti nessuno si converte,
perché non sappiamo amarci come ci ama il Padre e come ci ha insegnato Gesù.
Si tratta di una piccola, grande
rivoluzione. Piccola, perché riguarda ogni credente e ogni persona di buona
volontà. Grande, perché vorrebbe coinvolgere il mondo intero, le tre grandi
religioni (ebraismo, Islam, cattolicesimo), ogni altra nobile tradizione
religiosa e ogni forma di vero umanesimo. Non lasciamoci prendere dalla fretta
e dal formalismo. Abbiamo avuto a disposizione un anno intero e lo dobbiamo
sfruttare anzitutto nell'ascolto e nella meditazione nel cuore. Come faceva la
Madonna, che " serbava tutto meditandolo nel suo cuore " (cfr. Lc 2,
19 e 51). Non così dobbiamo leggere il Vangelo: ruminarlo nel nostro cuore, con
la precisa intenzione di imparare ogni sfumatura dell'amore di Dio. La
misericordia e l'amore con cui Dio Padre soccorre la nostra miseria; è il suo
cuore di Padre che si china sulle nostre ferite e le medica per guarirle, come
ha fatto il buon Samaritano della parabola. Se tutti gli uomini fanno come lui,
cambia l'atmosfera della vita. Di solito non ci si crede, perché non sembra
vero, perché non crediamo possibile un amore così efficace. Al tempo degli
Apostoli, Gesù un bel giorno decide di scegliere il peggiore, il più disonesto,
un grande imbroglione. Pensa: " se riesco a beccare questo, il gioco della
misericordia e della salvezza è fatto ". Chiede qualche parere ai teologi
del suo tempo, i farisei, ma la risposta è sconcertante:<<convertire un
pubblicano è divinamente impossibile; non gli basta un'altra vita per rimediare
a tutto il male che ha fatto!>>. Gli stessi discepoli non sono d'accordo,
ma Gesù insiste, comincia a guardarlo tutti i giorni " con uno sguardo
carico di misericordia ", con gli occhi stessi di Dio, e si accorge che
comincia a nascere la speranza. Finché un bel giorno lo chiama e risponde, lascia
la bottega della disonestà e lo segue: miserando atque eligendo (la frase
latina significa " guardò con misericordia e lo scelse " e si
riferisce al Vangelo di Matteo, quando Gesù incontra il pubblicano Matteo. E'
questo il motto scelto da Papà Francesco, tratto dalle omelie di San Beda il
Venerabile)! Lo aveva colpito il cuore di Dio, che offre possibilità di
salvezza anche là dove per gli uomini non c'è scampo. In questo incontro nasce
la Chiesa. Lo stesso Pietro si dovrà ricredere, quando incrocerà lo sguardo di Cristo
dopo averlo tradito.
Cosa posso fare io? Il Papa ci
invita a compiere le sette opere di misericordia corporale e le sette opere di
misericordia spirituale.
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