venerdì 22 aprile 2016

LA SPERANZA NEL RE



La vera storia di Gesù. I tempi di Gesù. Parte 15

            E ora, al tempo di Gesù, i farisei si considerano continuatori degli hassidim anche se non combattono, lasciando agli zeloti, qua e là, il compito dei colpi di mano.

            C'è speranza, c'è speranza, finché qualcuno a battersi contro il dominatore. Speranza e sogni, nella piccola gente, si materializzano in un'idea e in una parola: il re. Un re, per loro, non è un sovrano con dei sudditi, è un vendicatore di tutti, nato nel seno di Israele e custode di tutte le sue libertà nel nome di Dio. 

            E dagli abissi del tempo e dei ricordi, quella sera, allorché Gesù compare sull'asino davanti e Gerusalemme, ecco tornare la magica parola (<<Il nostro re!>>) sulle labbra della piccola gente, mentre egli sale lentamente con la piccola comitiva dei seguaci, verso il luogo più alto di Gerusalemme e di tutta la Terra, il Tempio.

            Il Tempio. Pompeo non aveva capito nulla, moltissimi continuano a non capire. Il Tempio di Gerusalemme, per gli ebrei, non è uno dei tanti luoghi di culto, non è neppure il primo di essi: è l'unico. Le sinagoghe sparse in Israele e nell'Impero sono luoghi di riunione, di istruzione religiosa e di preghiera. Ma per offrire sacrifici a Dio, per stare al suo cospetto, ogni ebreo non ha che un luogo al mondo: quella città, Gerusalemme; quell'altura, il colle Moriah; quell'edificio, il Tempio. Se paragoniamo la fede ebraica alla corrente elettrica, possiamo dire che Gerusalemme ne è la grande centrale, e il Tempio l'unica dinamo.

            Quello del tempo di Gesù, come sappiamo, è stato innalzato da Erode il Grande: per ambizione, non certo per fede. Nel gigantesco cantiere, per anni e anni , si videro lavorare ogni giorno diecimila operai (fino a diciottomila, in alcuni periodi) e tutto era regolato in modo da non interrompere mai il culto divino, neppure per un giorno. Il Tempio è costituito, dapprima, da una grande spianata rettangolare cinta da colonnati (il lato maggiore è di duecentoventicinque metri) che costituisce l'atrio dei gentili, o dei pagani, perché possono entrarvi anche i non ebrei. Qui regna la più viva animazione orientale: cambiavalute, venditori di aromi e di medicinali, greggi di animali, gente che parla e discute da ogni parte, dotte dispute di scribi, circondati da curiosi, a commento della legge.

            Dentro questa cinta si innalza poi il santuario vero e proprio, al quale si entra per tredici porte dopo aver salito quindici gradini. Ma l'ingresso è rigorosamente vietato ai pagani e severe iscrizioni rammentano che c'è la pena di morta per chi violasse il divieto. Dopo l'ingresso ci si trova in un altro cortile rettangolare, lungo una sessantina di metri: è quello delle donne, che possono arrivare solo fin qui e non oltre. Altri quindici gradini e si arriva all'atrio degli israeliti, riservato ai soli uomini e chiusa da una porta di bronzo così pesante che occorrono venti uomini per aprirla.  Tre gradini più in alto si apre la cinta dei sacerdoti, nella quale c'è il grande altare dei sacrifici: un quadrato di quattordici metri di lato e alto quattro, con un complesso sistema di piccoli canali per il sangue degli animali sacrificati.

            Solo i sacerdoti possono ora salire gli altri dodici gradini che portano al Santo, lunga galleria foderata di legni rari, con l'altare dei profumi, sul quale due volte al giorno si depone solennemente l'incenso, e con il grande candelabro d'oro a sette braccia. Questo è già luogo di solitudine e di silenzio; ma al di là ancora, ecco il <<Debir>>, il Santo dei Santi, dove non c'è nulla. Nulla, tranne una pietra, alla quale può avvicinarsi solo il Sommo Sacerdote, una vita all'anno, per deporvi l'incenso, senza dire una parola. E' di qui, da questo altare che nessun fedele potrà mai vedere, che si sprigiona la misteriosa energia spirituale destinata a raggiungere ogni fedele ebreo, dovunque egli sia ...

FONTE: Titolo: La vera storia di Gesù; Editore: San Paolo; a cura di Gianfranco Ravasi

Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari