giovedì 21 gennaio 2016

IL SANGUE SULLA SINDONE



La Sindone in pillole. Parte 13

            Sull'immagine dell'<<Uomo della Sindone>> si osservano circa 700 macchie di color carminio malva, tipico del sangue disseccato, come osservò il chirurgo Barbet durante l'ostensione del 1933. A differenza dell'impronta queste macchie interessano i fili sia di ordito che di trama, li impregnano e sono visibili anche dal rovescio.

            Ognuna è circondata da un alone di siero, rivelato solo dai raggi ultravioletti: ciò ne dimostra la genuinità perché nessuno disegnerebbe ciò che non si può vedere.

            Schegge di sangue disseccato, spesso a forma di tegola essendosi staccate da una fibra cilindrica, si trovano disperse sul panno ed ogni movimento o avvolgimento provoca ulteriore perdita di simili particelle.

            Gli americani Heller ed Adler ed il torinese Baima Bollone, con almeno tre diversi procedimenti scientifici, hanno dimostrato che è vero sangue umano di Gruppo AB, lo stesso del Miracolo Eucaristico di Lanciano, avvenuto nell'ottavo secolo.

            Si distingue il sangue venoso, che cola in continuità e si ispessisce in periferia, da quello arterioso, che sgorga a fiotti di gocce sperse: le macchie corrispondono rispettivamente a vene ed arterie, sono quindi genuine perché la circolazione sanguigna fu scoperta solo alla fine del secolo sedicesimo. Altro sangue si presenta più diluito in periferia: ciò dimostra che è defluito dopo la morte.

            Ogni traccia di sangue riproduce una ferita o lesione che può essere classificata dalla Medicina Legale.

            Vi sono contusioni alle ginocchia ed al volto, le più evidenti agli zigomi; abrasioni di diversa altezza alle due scapole; ferite lacerocontuse a forma di manubrio da ginnastica di soli 3 centimetri su quasi tutto il corpo ma sopratutto al dorso ed ai polpacci. Le ferite da punta sulla fronte e su tutto il cuoio capelluto sono sottili ma con notevoli emorragie; quella al polso sinistro è quadrata di circa mm 8 di lato; un'altra trapassa il piede destro, dal suo dorso alla pianta. Infine vi è una larga ferita da punta e taglio all'emitorace destro.

FONTE: Autore: Prof. Giorgio Tessiore; Titolo: La Santa Sindone e il suo mistero; Edizioni Arti Grafiche San Rocco.

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