martedì 26 gennaio 2016

ASCOLTARE E PARLARE



Ecco la terza e ultima parte del post sul tema: imparare a pregare.

            Non lasciarti trascinare alla ricerca di sempre nuovi testi, perché sei assetato di vedere crescere il tuo sapere. Non diventare un "obeso spirituale". Infatti <<non è il fatto di saperne molto che soddisfa e sazia l'anima, ma il sentire e il gustare le cose interiormente>> (Sant'Ignazio).

            Il dialogo concreto della preghiera è una alternanza continua tra ascoltare e parlare. Impara a decentrarti da te stesso e ad aprirti a Dio: guardalo, meravigliati di quello che fa per te, per gli altri, e lodalo, ringrazialo.

            Fai attenzione: la vera preghiera è quella che ci fa entrare nella Preghiera di Gesù a suo Padre: Padre Nostro... La tua preghiera è "esaudita" quando, avendo ripetuto a lungo: <<sia fatta la Tua volontà>>, ti decidi a entrare effettivamente nella Sua volontà, accogliendo il suo Spirito.

            Pregare è comunicare con Dio, ma non necessariamente parlare. Arriveranno dei momenti in cui tu non hai più voglia di parlare, ma semplicemente di essere là, di guardarlo.

            Più spesso si tratta di una cosa più semplice: una sorta di pace interiore, la certezza che Dio è là, e la voglia, non di leggere o di parlare, ma di restare là, ai piedi di Gesù, di suo Padre, felici di sapere che essi sono là e di passare un momento sotto il suo sguardo. Finché Dio ti afferra, e rende il tuo cuore attento a Lui, resta così, in silenzio, contemplalo. <<Quando ci sembra che Dio ci ascolti e ci guardi, è buona cosa tacere e ascoltarlo. ...>>.<<Se tu ti eserciti ai silenzi della preghiera, tu ti disponi così a lasciarti trasportare dal movimento dello Spirito.

            Tuttavia capiterà che la tua preghiera invece di essere gioiosa diventerà faticosa, desertica. Non ti lamentare, non ti ribellare, ma come Gesù, lasciati condurre nel deserto dallo Spirito.

            Un'altra causa della tua aridità può venire da Dio. Quando giudicherà bene l'insegnarti meglio a cercarlo per Lui stesso, e non soprattutto per il tuo piacere, Egli ti condurrà nel deserto, nel paese dell'aridità. In quel momento, non ti agitare, ma pensa che Dio ha fatto passare tutti gli oranti attraverso questo tempo di prova. Uno di essi, molto vicino a noi, Charles de Foucauld, condivide così la sua sofferenza: <<Io non posso più pregare a lungo. Il mio stato è strano: tutto mi pare vuoto, inconsistente, nullo, eccetto il mantenermi ai piedi di Gesù e il contemplarlo. Ma quando sono ai suoi piedi, sono secco, arido, senza una parola ne un pensiero, e spesso, purtroppo, finisco per addormentarmi. Aridità, tenebre, tutto mi è faticoso: la comunione, la preghiera, l'orazione, tutto, tutto, anche il dire a Gesù che l'amo. Bisogna che mi aggrappi alla vita di fede. Se, almeno, sentissi che Gesù mi ama, ma non me lo dice mai>>.

Se puoi prendi qualche minuto per studiare il testo (cioè la Bibbia).

            Prendi una Bibbia (o un nuovo testamento) con delle NOTE e leggile; oppure leggi un "commentario" per COMPRENDERE meglio il testo biblico.

            Per pregare è importante conoscere il VERO SENSO dei testi della parola di Dio. Non possiamo conoscere il significato se non accettiamo, almeno un minimo, di leggere questi testi CON LA CHIESA: con l'aiuto dei teologi e degli esegeti che hanno cercato insieme il vero senso, e soprattutto con l'aiuto del Papa in legame con i vescovi che lo hanno approvato. E' questa lettura con la Chiesa che ci dona le note e i "commentari".

            CONDIVIDERE il Vangelo con dei fratelli e delle sorelle ti apporterà ulteriori luci per leggere la Parola di Dio in relazione alla tua vita di oggi.

<<La preghiera quotidiana trova il suo alimento ordinario nella Scrittura letta, meditata e pregata al ritmo dell'anno liturgico>> (Jean Lafrance, Prie ton Père, p. 198).

Per pregare, ecco un metodo molto semplice:

- ASCOLTA: <<Tu mio Dio, cosa vuoi dirmi?>>;
- PARLA: <<Io, ecco cosa ho da dirti>>;
- GUARDA: <<Non parlare più, contempla il tuo Beneamato>> (Charles de Foucauld);
- lasciati condurre NEL DESERTO.

            La Parola di Dio è un PANE che devi, non inghiottire tutto intero, ma masticare, RUMINARE per assaporarlo,assimilarlo tranquillamente.

            RITORNA dunque su quella parola, quella frase che ti hanno colpito, e lasciala penetrare nel tuo cuore. Lascia che lo Spirito ti faccia scoprire il senso profondo delle Parole di Gesù.

            <<Come masticare e rimuginare gli alimenti ne rende la degustazione piacevole, così le Parole divine girate e rigirate nel cuore donano all'intelletto dolcezza e gioia>> (San Gregorio).

            <<Imita l'ape che RITORNA agli stessi fiori sino all'esaurimento del polline. Spremi il testo finché non ti dica più nulla. Come Geremia mangia la Parola, come un bambino gusta la sua fetta di pane col miele. Affinché la Parola di Dio diventi gustosa, occorre averla letta, riletta, meditata e contemplata nel silenzio della preghiera. La RIPETIZIONE è una legge fondamentale della preghiera. Frena la tua fame di conoscere, ma appaga la tua fame profonda di Dio (Jean Lafrance, Prie ton Père, pp. 162-163).

FONTE: Autore: François Vidil; Titolo: IMPARARE A PREGARE Invito alla preghiera personale; Editore: Monti

Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari