La manif
pour tous
è un'organizzazione di protesta contro il matrimonio gay. Nata in Francia, La
manif pour tous si è diffusa in tutta Europa, in particolare in Italia, in Belgio, in Lussemburgo, in Gran Bretagna, in Spagna e in Romania.
Il 13 ottobre
1999 è stata approvata in Francia la legge per la regolamentazione delle
convivenze omosessuali n. 944/1999 relativa al Pacte civil de solidarietè
(Patto civile di solidarietà) i cosìdetti PACS. La proposta di legge fu inizialmente ostacolata
dalla destra francese e in particolare dal politico della Democrazia cristiana, Christine
Boutin, che così sì espresse:
« Tutti i riconoscimenti civili e le giustificazioni
dell'omosessualità come uno stile di vita accettabile portano alla decadenza »
Il 18 maggio 2013, fu promulgata dal governo Hollande la legge Tauriba che
riconosce il matrimonio per le coppie omosessuali. La questione del matrimonio egualitario è stata
oggetto di un lungo dibattito in Francia, dalla fine degli anni ’90 in poi. In
un sondaggio nel 1996 il 48% degli intervistati dichiarava di essere a favore,
mentre il 33% si opponeva. Nei sondaggi successivi è emerso come il popolo
francese fosse diviso fra una metà conservatrice e un'altra progressista: il
più recente sondaggio del Febbraio 2014 mostra un 61% in favore del matrimonio
omosessuale, e 50% in favore delle adozioni per le coppie omosessuali.
Nonostante la questione del matrimonio omosessuale non sembri essere un grande
problema per la maggioranza della popolazione, ciò che rimane ancora
problematico è la questione delle adozioni.
La manif pour tous manifesta per la prima volta il 16 aprile 2013 a Parigi. In seguito a quest'episodio si diffondono in tutta Francia vari gruppi di manifestazione, chiamati "Les veilleurs" (o cui corrispondenti italiani sono le "sentinelle silenziose"). Secondo una notizia del 10 maggio 2013 i veilleurs sarebbero diffusi in 103 città francesi.
L'organizzazione dichiara di essere mossa dalla difesa della famiglia tradizionale come unico valore accettabile e dalla difesa del diritto naturale di un bambino di essere cresciuto da un padre o da una madre. Tuttavia alcuni membri della manif pour tous hanno detto di voler anche combattere quella che da loro è stata definita "ideologia gender". Con questa definizione intendono tutti i progetti scolastici volti a promuovere l'accettazione dell'omosessualità, l'equiparazione delle famiglie omogenitoriali a quelle eterogenitoriali, e (soprattutto) la diffusione di informazioni sulla disforia di genere. Prudentemente, l'associazione evita di richiamare in modo eccessivo l'elemento religioso, nonostante la maggior parte dei membri si dichiari "cattolico praticante". Anzi, la presidente del collettivo Manif pour tous, Ludovine de la Rochére, risponde così quando le viene chiesto se la sua organizzazione abbia contatti con le istituzioni religiose:
« Abbiamo incontrato i responsabili di tutti i culti religiosi
presenti in Francia, i quali hanno invitato i loro fedeli a partecipare alle
nostre manifestazioni, cosa che è avvenuta. Non c'è però nessun legame formale
con nessuna religione, siamo una realtà aconfessionale. Dire che un figlio non
può nascere che da un uomo e una donna è una questione di ragione, non di
religione: si può essere agnostici e aver compreso che il matrimonio ha a che
fare inscindibilmente con la filiazione e che questa non è possibile senza un
uomo e una donna. »
Come si può
notare dalla sua dichiarazione, i motivi di opposizione non sono solamente il
matrimonio omosessuale, ma anche varie iniziative di governo come la
fecondazione assistita o la maternità surrogata. La presidentessa dice di
essere spaventata dalla presenza di "[lobby gay]]" che si nascondono
dietro la scusa delle discriminazioni per legittimare la loro ideologia
"nociva" alla salute del bambino.
FONTE: Wikipedia
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