Introduzione al nuovo testamento. Parte 2
Ogni evangelista, che respira la
fede della Chiesa e che si rivolge alla Chiesa (anzi, a una precisa comunità ecclesiale),
rivela un suo personale approccio alla figura di Cristo. Ogni testo ha una sua
struttura, cioè un piano redazionale sul quale l'autore ordina secondo il suo
progetto, e una sua visione teologica, cioè un
modo specifico per interpretare il volto e l'opera di Gesù.
Profili
diversi, quindi, dell'unico Gesù Cristo, proprio perché ciò che gli evangelisti
- e prima di loro i predicatori cristiani delle origini della Chiesa - vogliono
rivelare non è solo la vicenda storica del Nazareno, ma l'opera di salvezza che
egli ha compiuto, deponendo un seme di eternità e di vita divina nell'umanità.
Da questa radice fondamentale
dell'annuncio di <<Gesù Cristo, Figlio di Dio>> (Mc 1,1), che si
cristallizza nelle pagine dei vangeli, si dirama la riflessione di Paolo e
della Chiesa. Giungiamo, così, alla seconda area del Nuovo Testamento, quella
delle Lettere. Essa è occupata da due
generi particolari di scritti che rivelano un aspetto epistolare: si hanno,
infatti, indirizzo e saluti iniziali, dichiarazioni rivolte a destinatari e
raccomandazioni e saluti vari in finale. Dapprima incontriamo il complesso
delle lettere di Paolo, ordinate
secondo una sequenza tradizionale che, però, non corrisponde a quella
cronologica. Si tratta di tredici scritti contrassegnati in modo esplicito dal
nome dell'Apostolo e di un quattordicesimo che è a se stante, la lettera agli
Ebrei. Questa è stata attribuita a Paolo fin dal II secolo, ma in modo
esitante, e ora è considerata nettamente distinta dal resto dell'epistolario
paolino.
Nessun commento:
Posta un commento