martedì 29 settembre 2015

GESU' CRISTO E' LO STESSO IERI, OGGI E PER SEMPRE



Introduzione al nuovo testamento. Parte 3

            Gli studiosi prevalentemente riconducono a Paolo in modo diretto sette lettere, composte tra gli anni 50-60: 1Tessalonicesi, 1 e 2Corinzi, Gàlati, Filippesi, Romani, Filèmone (questo è il probabile ordine cronologico).

             Le altre sarebbero da riferire all'orizzonte paolino e forse riflettono la mano di discepoli, che si ispirano al loro maestro sviluppandone il pensiero (2Timòteo, Tito; le ultime tre vengono chiamate di solito Lettere Pastorali). Questa divisione non significa che le seconde non siano ispirate e canoniche: tutte portano in sé il sigillo della rivelazione divina, che si comunica attraverso uomini differenti, ma tutti segnali dallo Spirito di Dio. La lettera agli Ebrei è, in realtà una splendida e complessa omelia della Chiesa delle origini, centrata sulla figura di Cristo sacerdote e sul significato del suo sacerdozio.

            Paolo è profondamente ancorato alla matrice ebraica:<<circonciso all'età di otto giorni, della stirpe di Israele, della tribù di Beniamino, ebreo figlio di ebrei, quanto alla legge fariseo>> (Fil 3,5). Tuttavia, la sua nascita a Tarso in Cilicia (attuale Turchia meridionale), città romana, e la sua formazione lo rendono aperto anche all'orizzonte greco-romano. Dopo la conversione, la sua grande sfida sarà quella di trascrivere e di comunicare il messaggio cristiano per quel nuovo orizzonte sul quale la nuova fede si stava affacciando. In quest'opera egli ordina ed elabora il messaggio di Cristo in un nuovo progetto che ne conservi l'anima profonda, ma anche ne riveli le potenzialità e l'attualità. 

            Usando un vocabolario greco molto personale, cioè scegliendo termini particolari e imprimendo ad essi nuovi significati, Paolo sviluppa la visione cristiana dell'uomo e della storia, tesa tra l'epifania della grazia divina offerta in Cristo e il peccato dell'umanità. L'abbraccio di salvezza tra Dio e la creatura avviene attraverso la fede che trasfigura l'uomo conducendolo a partecipare alla stessa vita divina. I credenti divengono figli adottivi di Dio nel Figlio, Gesù Cristo. Ed è proprio la figura di Cristo a dominare gli scritti paolini; il nome ricorre, infatti, più di quattrocento volte. D'altronde tutti gli scritti neotestamentari potrebbero essere  posti all'insegna di una frase della lettera agli Ebrei, che, pur non essendo paolina, ne riflette alcuni elementi: <<Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e per sempre>> (13,8).

FONTE: Titolo: Nuova guida alla Bibbia; Autore: Gianfranco Ravasi; Editore: San Paolo

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