Introduzione al nuovo testamento. Parte 3
Gli studiosi prevalentemente
riconducono a Paolo in modo diretto sette lettere, composte tra gli anni 50-60:
1Tessalonicesi, 1 e 2Corinzi, Gàlati, Filippesi, Romani, Filèmone (questo è il
probabile ordine cronologico).
Le altre sarebbero da riferire all'orizzonte
paolino e forse riflettono la mano di discepoli, che si ispirano al loro
maestro sviluppandone il pensiero (2Timòteo, Tito; le ultime tre vengono
chiamate di solito Lettere Pastorali).
Questa divisione non significa che le seconde non siano ispirate e canoniche:
tutte portano in sé il sigillo della rivelazione divina, che si comunica
attraverso uomini differenti, ma tutti segnali dallo Spirito di Dio. La lettera
agli Ebrei è, in realtà una splendida e complessa omelia della Chiesa delle
origini, centrata sulla figura di Cristo sacerdote e sul significato del suo
sacerdozio.
Paolo è profondamente ancorato alla
matrice ebraica:<<circonciso all'età di otto giorni, della stirpe di
Israele, della tribù di Beniamino, ebreo figlio di ebrei, quanto alla legge
fariseo>> (Fil 3,5). Tuttavia, la sua nascita a Tarso in Cilicia (attuale
Turchia meridionale), città romana, e la sua formazione lo rendono aperto anche
all'orizzonte greco-romano. Dopo la conversione, la sua grande sfida sarà
quella di trascrivere e di comunicare il messaggio cristiano per quel nuovo
orizzonte sul quale la nuova fede si stava affacciando. In quest'opera egli
ordina ed elabora il messaggio di Cristo in un nuovo progetto che ne conservi
l'anima profonda, ma anche ne riveli le potenzialità e l'attualità.
Usando un vocabolario greco molto
personale, cioè scegliendo termini particolari e imprimendo ad essi nuovi
significati, Paolo sviluppa la visione cristiana dell'uomo e della storia, tesa
tra l'epifania della grazia divina offerta in Cristo e il peccato dell'umanità.
L'abbraccio di salvezza tra Dio e la creatura avviene attraverso la fede che
trasfigura l'uomo conducendolo a partecipare alla stessa vita divina. I
credenti divengono figli adottivi di Dio nel Figlio, Gesù Cristo. Ed è proprio
la figura di Cristo a dominare gli scritti paolini; il nome ricorre, infatti,
più di quattrocento volte. D'altronde tutti gli scritti neotestamentari
potrebbero essere posti all'insegna di
una frase della lettera agli Ebrei, che, pur non essendo paolina, ne riflette
alcuni elementi: <<Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e per
sempre>> (13,8).
FONTE:
Titolo: Nuova guida alla Bibbia; Autore: Gianfranco Ravasi; Editore: San Paolo
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