lunedì 9 dicembre 2013

RIVOLUZIONE E CONTRO-RIVOLUZIONE 6a



La Rivoluzione Francese

            In Francia i re venivano consacrati con il sacramentale dall'arcivescovo di Reins, come segno di appartenenza alla Nazione. La monarchia in Francia, aveva una caratteristica marcata di stato politicamente organizzato in modo sacrale, dove l'autorità veniva da Dio e non dal basso. Nel sacramento è Cristo che agisce attraverso la persona del sacerdote. Il sacramentale (cioè la consacrazione dell'arcivescovo, del re) è un segno importante. Perciò il Re governava la nazione, era il padre del popolo, ma lo era perché la Chiesa riconosceva questo rapporto sacramentale tra l'autorità e il suo popolo. 

            La Rivoluzione Francese volle colpire questo. Saint Just, che era il braccio destro di Robespierre, diceva :<<bisogna ucciderlo perché è il Re, non per quello che ha fatto, ma perché in lui dobbiamo colpire il simbolo, cioè quello che lui rappresenta>>. La volontà della Rivoluzione era di fare una rivoluzione di tipo politico, cioè di desacralizzazione del rapporto politico che era rappresentato dalla monarchia, cioè una politica completamente slegata, non solo dalla morale, ma anche a questa appartenenza alla cristianità che in Francia, in modo particolare era molto visibile. 

            Cosa succede nel Regno Cristianissimo? Sono successe tante cose. La prima delle quali è il dispotismo illuminato; cioè quella fase politica che avviene a cominciare dalle guerre di religione, che sono una delle conseguenze più nefaste della riforma protestante, che divide l'Europa in una Europa del Nord, sotto il controllo dei prìncipi protestanti e in una Europa meridionale, che invece rimane fedele alla Chiesa Cattolica; e scoppiano così, in Europa, delle guerre fratricide fra i popoli, dove ci sono motivazioni religiose, in protestanti contro cattolici e poi tutte le motivazioni a seguire, umane, politiche, economiche, nazionalistiche.

             Di fatto così si spezza quella che era l'unità della cristianità europea. Si spezza non perché comincino a litigare e non di separazione definitiva. In seguito alla riforma protestante gli stati tendono a diventare stati nazionali e a legittimarsi in nome della religione, per cui nascono le guerre di religione, la guerra dei trent'anni, la guerra dei cent'anni, che hanno motivazioni anche religiose. 

            Una delle tante paci con cui si cerca di rimediare a queste guerre, la pace di Augusta, sancisce un principio che si chiama Uius Regio Eius Religio, cioè un principio secondo il quale il popolo deve seguire la religione professata dal suo Re, dal suo Principe, dal suo capo, che è la negazione del principio della libertà religiosa così come oggi il Magistero della Chiesa lo descrive.

             Queste guerre di religione indeboliscono tantissimo l'Europa, la cristianità; la dividono come mai era stata divisa. 

            Questo principio sbagliato, che nega la libertà religiosa, dice che se vuoi essere cattolico in uno stato protestante te ne devi andare, devi emigrare in un altro stato cattolico e viceversa. Questo creò il principio secondo cui la religione non veniva scelta perché era la religione vera, ma veniva scelta perché era la religione di Svezia, Norvegia, ecc... perché era la confessione religiosa di quelle regioni. 

            Questo provocò un reciproco intervento abusivo dello stato nella vita religiosa e della Chiesa nella vita politica. C' era un'ingerenza dello stato nella vita religiosa del popolo con, per esempio, la scelta dei vescovi da parte dello stato, da parte degli imperatori. 

            L'obiettivo della Rivoluzione Francese era quello di scristianizzare il paese. Il pretesto che usa la rivoluzione e che convinse molti cattolici a collaborare con essa (la rivoluzione) era reale. Cioè l'abuso del dispotismo illuminato, che era reale. 

            In Francia il primo gesto della rivoluzione era un gesto contro-rivoluzionario cioè la convocazione degli stati generali, che era un parlamento dove si riunivano periodicamente i rappresentanti della nobiltà, del clero e del popolo, per coadiuvare il Re nella gestione politica del paese. Siccome il Re era diventato assoluto, depotenziando le altre forme di partecipazione alla sua autorità, erano circa 100 anni che gli stati generali non venivano convocati. Gli stati nazionali sono l'inizio del processo rivoluzionario nel campo della politica. Questa è una delle premesse negative che prepara la Rivoluzione Francese.

EMMANUELE

FONTE:

Conferenza di Marco Invernizzi di Alleanza Cattolica tratta dal libro:

Titolo: Rivoluzione e Contro-Rivoluzione
Autore: Plinio Correa de Oliveira
Editore: Sugarco edizioni

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