lunedì 2 dicembre 2013

RIVOLUZIONE E CONTRO-RIVOLUZIONE N.5



Dopo il Medioevo. Pseudo-riforma e Rinascimento

            Cosa succede dopo la fine del Medioevo? Il Medioevo va dall'Editto di Milano allo schiaffo di Anagni e cioè dal 313 al 1303. Sono 1000 anni. E' la prima evangelizzazione che sfocia nella costruzione di una cristianità.

            Con Costantino inizia l'epoca della libertà religiosa nell'Impero Romano. La cristianità cominciò a essere tollerata con Teodosio, col quale, la cristianità diventa la religione dell'Impero. I Romani credevano che gli dei parteggiassero per gli uomini. All'inizio i Romani perseguitavano i cristiani perché erano irriducibili alla loro mentalità, cioè l'imperatore doveva essere adorato, ecc.... Quando si sono convinti che il cristianesimo era la vera religione allora le altre religioni (i pagani) dovevano essere perseguitate.

            A differenza della cristianità orientale quella occidentale non aveva confusione nei rapporti tra potere civile e religioso. L'Imperatore era una cosa distinta dal Papa. In oriente, invece, l'imperatore decideva anche per le questioni religiose. Mentre in occidente il Papa difendeva l'autonomia della Chiesa dallo stato (potere politico), si è sviluppata, in oriente una cristianità statalista che dura tuttora (cioè poca società civile). La cristianità orientale è, molto diversa da quella occidentale, con uno stato forte e poca società civile. 

            La fine del Medioevo viene identificata in quell'evento, che era quello scontro tra l'inviato di Filippo il Bello, Sciarracolonna, e il Papa Bonifacio XVIII. Questo scontro è diverso dai precedenti. Ora, Filippo il Bello si crea un gruppo di intellettuali che cominciano a giustificare l'autonomia del potere politico. Ma non una autonomia cattiva, perché comunque era riconosciuta l'autonomia del Papa e dei vescovi.

            Con Marsilio da Padova, intellettuale di Filippo il Bello, comincia a crescere la mentalità del laicismo. E Cioè che le autonomie del politico, sono emancipate dalla cristianità quindi dalla Chiesa. Si sviluppa piano piano quella cultura che prende il nome  di Umanesimo e Rinascimento. Da noi la Riforma ha inciso pochissimo mentre ha inciso molto il Rinascimento. Il Rinascimento cosa comporta? Comporta una sorta di grande rivalutazione culturale del paganesimo dell'antichità in chiave anticristiana. Cioè il cristianesimo viene messo un pò da parte senza contestarlo direttamente. Viene rivalutata l'antichità cioè l'uomo che si fa da solo. E' un uomo che non ha bisogno della grazia di Dio. Questo comporta, per esempio, che le arti tendono sempre di più a emanciparsi dalla religione.  

            Nicolò Machiavelli lascia un segno negativo importante. Machiavelli sosteneva che la politica era indipendente dalla morale. Per cui il principe non deve necessariamente sottomettersi a delle leggi morali. Questa mentalità è penetrata a lungo nel corpo politico italiano. La politica diventa l'arte di esercitare il potere al servizio del padrone, del signore, del principe. La politica deve stare dentro delle leggi. Il politico non può fare quello che vuole. Questa separazione della politica dalla morale ha inciso molto profondamente nella cultura italiana.

            La Riforma Protestante è una reazione al Rinascimento. Lutero ha avuto una funzione importante in una società che stava abbandonando la fede. Lutero viene a Roma e vede la corruzione. In questa situazione Lutero ebbe il coraggio di porre la questione di Dio, cioè non si può espellere Dio dalla vita pubblica. Però Lutero pose un problema vero ma diede una risposta sbagliata a un problema reale. Questa è una caratteristica della Rivoluzione. La Rivoluzione coglie dei problemi veri, come Marx coglie lo sfruttamento del proletariato, e gli da una soluzione peggiore del male che vuole curare. Come il femminismo va da una parte all'altra. La Rivoluzione sfrutta sempre le situazioni, giocando sull'orgoglio, sulla sessualità, sulla sensualità. Sfruttando queste debolezze dell'uomo, sfrutta dei problemi che ci sono veramente, dato che una società avrà sempre dei problemi. Lutero fece la stessa cosa. Lutero disfa una chiesa corrotta, al contrario di quello che fece S. Francesco d'Assisi, che converte la Chiesa dopo essersi a sua volta convertito e poi porta nella Chiesa, l'amore per la povertà, il richiamo al Vangelo alla sua radicalità. Cosa che Lutero non fa ma anzi costruisce un'altra religione.

            Si può parlare di Umanesimo cristiano, di personaggi importanti che tentavano di cristianizzare questo mutamento culturale che era in corso in quei secoli. Non è che tutti i mutamenti sono necessariamente Rivoluzionari, perché le società cambiano. Non è che i cambiamenti siano tutti negativi, anche perché la Contro-Rivoluzione non è uno star fermi, non cambiare nulla, non c'è nulla che non cambi. La vita è un continuo cambiamento, perché è nella natura delle cose cambiare. Si cambia pur rimanendo noi stessi. C'è un progressivo cambiamento che può essere positivo o negativo. Nella società ci sono sempre dei cambiamenti, il problema è la direzione che questi cambiamenti prendono. La storia ha una meta. Lo scopo di una società è quello di risolvere i problemi, purificando se stessa per diventare sempre migliore. L'idea di progresso la porta il cristianesimo. Esiste un progresso ed è quello che di generazione in generazione permette a chi verrà dopo di noi di non partire da zero. L'idea di progresso è un'idea tipicamente cristiana. Il cambiamento che si verifica nel '400 non è negativo, è negativo come viene gestito.

EMMANUELE

FONTE:
Conferenza di Marco Invernizzi di Alleanza Cattolica tratta dal libro:
Titolo: Rivoluzione e Contro-Rivoluzione
Autore: Plinio Correa de Oliveira
Editore: Sugarco edizioni

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