Dopo il Medioevo. Pseudo-riforma e Rinascimento
Cosa succede dopo la fine del
Medioevo? Il Medioevo va dall'Editto di Milano allo schiaffo di Anagni e cioè
dal 313 al 1303. Sono 1000 anni. E' la prima evangelizzazione che sfocia nella
costruzione di una cristianità.
Con Costantino inizia l'epoca della
libertà religiosa nell'Impero Romano. La cristianità cominciò a essere
tollerata con Teodosio, col quale, la cristianità diventa la religione
dell'Impero. I Romani credevano che gli dei parteggiassero per gli uomini.
All'inizio i Romani perseguitavano i cristiani perché erano irriducibili alla
loro mentalità, cioè l'imperatore doveva essere adorato, ecc.... Quando si sono
convinti che il cristianesimo era la vera religione allora le altre religioni
(i pagani) dovevano essere perseguitate.
A differenza della cristianità
orientale quella occidentale non aveva confusione nei rapporti tra potere
civile e religioso. L'Imperatore era una cosa distinta dal Papa. In oriente,
invece, l'imperatore decideva anche per le questioni religiose. Mentre in
occidente il Papa difendeva l'autonomia della Chiesa dallo stato (potere
politico), si è sviluppata, in oriente una cristianità statalista che dura
tuttora (cioè poca società civile). La cristianità orientale è, molto diversa
da quella occidentale, con uno stato forte e poca società civile.
La fine del Medioevo viene
identificata in quell'evento, che era quello scontro tra l'inviato di Filippo
il Bello, Sciarracolonna, e il Papa Bonifacio XVIII. Questo scontro è diverso
dai precedenti. Ora, Filippo il Bello si crea un gruppo di intellettuali che
cominciano a giustificare l'autonomia del potere politico. Ma non una autonomia
cattiva, perché comunque era riconosciuta l'autonomia del Papa e dei vescovi.
Con Marsilio da Padova,
intellettuale di Filippo il Bello, comincia a crescere la mentalità del
laicismo. E Cioè che le autonomie del politico, sono emancipate dalla
cristianità quindi dalla Chiesa. Si sviluppa piano piano quella cultura che
prende il nome di Umanesimo e
Rinascimento. Da noi la Riforma ha inciso pochissimo mentre ha inciso molto il
Rinascimento. Il Rinascimento cosa comporta? Comporta una sorta di grande
rivalutazione culturale del paganesimo dell'antichità in chiave anticristiana.
Cioè il cristianesimo viene messo un pò da parte senza contestarlo
direttamente. Viene rivalutata l'antichità cioè l'uomo che si fa da solo. E' un
uomo che non ha bisogno della grazia di Dio. Questo comporta, per esempio, che
le arti tendono sempre di più a emanciparsi dalla religione.
Nicolò Machiavelli lascia un segno negativo
importante. Machiavelli sosteneva che la politica era indipendente dalla
morale. Per cui il principe non deve necessariamente sottomettersi a delle
leggi morali. Questa mentalità è penetrata a lungo nel corpo politico italiano.
La politica diventa l'arte di esercitare il potere al servizio del padrone, del
signore, del principe. La politica deve stare dentro delle leggi. Il politico
non può fare quello che vuole. Questa separazione della politica dalla morale
ha inciso molto profondamente nella cultura italiana.
La Riforma Protestante è una
reazione al Rinascimento. Lutero ha avuto una funzione importante in una
società che stava abbandonando la fede. Lutero viene a Roma e vede la
corruzione. In questa situazione Lutero ebbe il coraggio di porre la questione
di Dio, cioè non si può espellere Dio dalla vita pubblica. Però Lutero pose un
problema vero ma diede una risposta sbagliata a un problema reale. Questa è una
caratteristica della Rivoluzione. La Rivoluzione coglie dei problemi veri, come
Marx coglie lo sfruttamento del proletariato, e gli da una soluzione peggiore
del male che vuole curare. Come il femminismo va da una parte all'altra. La
Rivoluzione sfrutta sempre le situazioni, giocando sull'orgoglio, sulla
sessualità, sulla sensualità. Sfruttando queste debolezze dell'uomo, sfrutta
dei problemi che ci sono veramente, dato che una società avrà sempre dei
problemi. Lutero fece la stessa cosa. Lutero disfa una chiesa corrotta, al
contrario di quello che fece S. Francesco d'Assisi, che converte la Chiesa dopo
essersi a sua volta convertito e poi porta nella Chiesa, l'amore per la
povertà, il richiamo al Vangelo alla sua radicalità. Cosa che Lutero non fa ma anzi
costruisce un'altra religione.
Si può parlare di Umanesimo
cristiano, di personaggi importanti che tentavano di cristianizzare questo
mutamento culturale che era in corso in quei secoli. Non è che tutti i
mutamenti sono necessariamente Rivoluzionari, perché le società cambiano. Non è
che i cambiamenti siano tutti negativi, anche perché la Contro-Rivoluzione non
è uno star fermi, non cambiare nulla, non c'è nulla che non cambi. La vita è un
continuo cambiamento, perché è nella natura delle cose cambiare. Si cambia pur
rimanendo noi stessi. C'è un progressivo cambiamento che può essere positivo o
negativo. Nella società ci sono sempre dei cambiamenti, il problema è la
direzione che questi cambiamenti prendono. La storia ha una meta. Lo scopo di
una società è quello di risolvere i problemi, purificando se stessa per
diventare sempre migliore. L'idea di progresso la porta il cristianesimo.
Esiste un progresso ed è quello che di generazione in generazione permette a
chi verrà dopo di noi di non partire da zero. L'idea di progresso è un'idea
tipicamente cristiana. Il cambiamento che si verifica nel '400 non è negativo,
è negativo come viene gestito.
EMMANUELE
FONTE:
Conferenza
di Marco Invernizzi di Alleanza Cattolica tratta dal libro:
Titolo:
Rivoluzione e Contro-Rivoluzione
Autore:
Plinio Correa de Oliveira
Editore:
Sugarco edizioni
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