martedì 17 dicembre 2013

PIERRE FAVRE



Il modello di tutti.
            Si attende a giorni la bolla papale che estenderà a tutta la Chiesa universale il culto del beato Pierre Favre. Nato nell’alta Savoia nel 1506, è stato il primo membro e primo sacerdote della Compagnia di Gesù.
          Oggi l’insegnamento e la vita di questo beato devono essere per noi motivo di grande attenzione, non solo perché Alleanza Cattolica si forma grazie a quella viva  pratica spirituale insegnata da sant’Ignazio negli Esercizi, ma anche perché è una figura particolarmente cara a papa Francesco. Lo aveva citato nella famosa intervista a  La Civiltà Cattolica dello scorso 19 agosto quando gli venne chiesto di nominare personaggi per lui particolarmente significativi ed è risultato subito chiaro che  la missione di questo gesuita, che la storia ha colpevolmente relegato ai margini, è un punto di riferimento per papa Francesco,  un modello che vuole imprimere nella vita di tutti i battezzati.
            Non è difficile trovare i motivi per i quali il Papa tempo fa  si era informato riguardo all’iter di canonizzazione  presso la Congregazione per le cause dei santi del beato savoiardo. I tempi che visse  questo primo compagno di sant’Ignazio per alcuni aspetti non  sono dissimili dai nostri. L’Europa del XVI secolo era  sconvolta  dal capovolgimento teologico operato da Lutero e in poco tempo il continente si trovò spaccato in due, non solo a livello religioso, ma  anche politico e militare. La Chiesa e tutti i fedeli non vissero, come possiamo immaginare, tempi facili. Le continue e  accese discussioni teologiche, le animosità verbali  in cui si perdevano canonisti e teologi di ogni sorta, spesso non lasciavano altro che confusione e opposizioni sempre crescenti, con l’effetto di un malumore sempre più esteso tra i fedeli.
          La Compagnia di Gesù rispose alle difficoltà sollevate dall’ondata protestante in modo diverso. Con il quarto voto di obbedienza al Papa che contraddistinse l’ordine appena costituito, Ignazio aveva intuito che per ripartire, la fede, doveva ritrovare in primo luogo l’unità.  Pierre Favre, come unico sacerdote della Compagnia, celebrò la prima Messa con cui fu istituita. La sua infaticabile missione si distinse per una spiritualità «ferma e dolce», come ha sottolineato Francesco, e per la convinta obbedienza sia al Papa che al suo superiore. Girò mezza Europa, predicò in Spagna, Portogallo, Belgio ma soprattutto si fermò nella Germania protestantizzata. Qui, invece che perdersi in dispute teologali con i protestanti, mirò soprattutto a far rifiorire l’amore di appartenere alla Chiesa .
            «Il suo era un vero e proprio magistero affettivo» spiega La scrittrice e giornalista  Stefania Falasca e «il suo passaggio risvegliava il senso di comunione ecclesiale facendo sentire vivo l’amore di Dio. In questo senza dubbio la sua esperienza conserva un fascino contemporaneo».
            Con la sua imminente canonizzazione il Pontefice lancia il paradigma per tutta la Chiesa missionaria, unita e misericordiosa.
 EMMANUELE
FONTE: Autore: Michele Canali; Titolo: "Pierre Favre: il modello di tutti"; tratto dal sito www.comunitambrosiana. org

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