Il modello di tutti.
Si
attende a giorni la bolla papale che estenderà a tutta la Chiesa universale il
culto del beato Pierre Favre. Nato nell’alta Savoia nel 1506, è stato il primo
membro e primo sacerdote della Compagnia di Gesù.
Oggi l’insegnamento e la vita
di questo beato devono essere per noi motivo di grande attenzione, non solo
perché Alleanza Cattolica si forma grazie a quella viva pratica
spirituale insegnata da sant’Ignazio negli Esercizi, ma anche perché è una
figura particolarmente cara a papa Francesco. Lo aveva citato nella famosa
intervista a La Civiltà Cattolica dello scorso 19 agosto quando gli venne
chiesto di nominare personaggi per lui particolarmente significativi ed è
risultato subito chiaro che la missione di questo gesuita, che la storia
ha colpevolmente relegato ai margini, è un punto di riferimento per papa
Francesco, un modello che vuole imprimere nella vita di tutti i
battezzati.
Non
è difficile trovare i motivi per i quali il Papa tempo fa si era
informato riguardo all’iter di canonizzazione presso la Congregazione per
le cause dei santi del beato savoiardo. I tempi che visse questo primo
compagno di sant’Ignazio per alcuni aspetti non sono dissimili dai
nostri. L’Europa del XVI secolo era sconvolta dal capovolgimento
teologico operato da Lutero e in poco tempo il continente si trovò spaccato in
due, non solo a livello religioso, ma anche politico e militare. La
Chiesa e tutti i fedeli non vissero, come possiamo immaginare, tempi facili. Le
continue e accese discussioni teologiche, le animosità verbali in
cui si perdevano canonisti e teologi di ogni sorta, spesso non lasciavano altro
che confusione e opposizioni sempre crescenti, con l’effetto di un malumore
sempre più esteso tra i fedeli.
La
Compagnia di Gesù rispose alle difficoltà sollevate dall’ondata protestante in
modo diverso. Con il quarto voto di obbedienza al Papa che contraddistinse
l’ordine appena costituito, Ignazio aveva intuito che per ripartire, la fede,
doveva ritrovare in primo luogo l’unità. Pierre Favre, come unico
sacerdote della Compagnia, celebrò la prima Messa con cui fu istituita. La sua
infaticabile missione si distinse per una spiritualità «ferma e dolce», come ha
sottolineato Francesco, e per la convinta obbedienza sia al Papa che al suo superiore.
Girò mezza Europa, predicò in Spagna, Portogallo, Belgio ma soprattutto si
fermò nella Germania protestantizzata. Qui, invece che perdersi in dispute
teologali con i protestanti, mirò soprattutto a far rifiorire l’amore di
appartenere alla Chiesa .
«Il suo era un vero e proprio magistero affettivo» spiega
La scrittrice e giornalista Stefania Falasca e «il suo passaggio
risvegliava il senso di comunione ecclesiale facendo sentire vivo l’amore di
Dio. In questo senza dubbio la sua esperienza conserva un fascino
contemporaneo».
Con
la sua imminente canonizzazione il Pontefice lancia il paradigma per tutta la
Chiesa missionaria, unita e misericordiosa.
EMMANUELE
FONTE: Autore: Michele Canali; Titolo: "Pierre
Favre: il modello di tutti"; tratto dal sito www.comunitambrosiana. org
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