Il
22 luglio, la legge sull'omofobia, va in
Aula per l'approvazione. A meno che ci sia una pausa di riflessione che
rinvii il testo all'autunno. Intanto facciamo qualche considerazione.
a-Riconoscere
le unioni di fatto, comprese quelle omosessuali, danneggia la famiglia.
Il cardinale Bagnasco, nella nota del
28 marzo 2007, dice:<<Riteniamo la legalizzazione delle unioni di fatto
inaccettabile sul piano di principio, pericolosa sul piano sociale ed
educativo. Quale che sia l'intenzione di chi propone questa scelta, l'effetto
sarebbe inevitabilmente deleterio per la famiglia>>. L'obiettivo di
risolvere alcuni problemi pratici dei conviventi è <<perseguibile
nell'ambito dei diritti individuali, senza ipotizzare una nuova figura
giuridica che sarebbe alternativa al matrimonio e alla famiglia e produrrebbe
più guasti di quelli che vorrebbe sanare>>. I diritti individuali dei
singoli conviventi sono <<in larga misura già garantiti
dall'ordinamento>>.
b-Le unioni
civili non sono l'alternativa, sono l'apripista per il matrimonio e l'adozione
omosessuali.
c-Le
proposte anti-omofobia mettono in pericolo la libertà di espressione e di
religione.
Il rischio di procedimenti penali
sorgerebbe a fronte di qualsiasi giudizio critico, sul piano scientifico, etico
ed educativo, di determinati orientamenti sessuali; o di qualsiasi dottrina
religiosa, o espressione educativa, che sostenga la contrarietà al diritto
naturale degli orientamenti sessuali diversi da quello eterosessuale.
d-La legge
naturale e il senso comune non valgono solo per i cattolici : sono in gioco
principi e valori generali, che chiunque può riconoscere sulla base della
ragione.
A chi afferma che si tratta di principi
che valgono per i cattolici, ma non si possono imporre in uno Stato laico ai
non cattolici e ai non credenti, rispondiamo che il carattere nocivo di queste
leggi si deduce dall'esperienza, dal buon senso e dai principi della legge
naturale, da cui la legge positiva non può allontanarsi se vuole essere vera
legge, i quali - in quanto riconoscibili dalla ragione - s'impongono a tutti a
prescindere dalla fede e dall'appartenenza religiosa, e da tutti chiedono di
essere rispettati.
e-Considerare
la marcia verso le unioni omosessuali come <<irreversibile>>
significa essere vittime del mito illuminista del progresso.
A quei cattolici e a quegli amici
della famiglia tentati dallo scoraggiamento e convinti di stare combattendo una
battaglia moralmente necessaria ma di retroguardia, di battersi per onore di
firma ma senza possibilità di vincere, perché il <<senso della
storia>> è un altro, vogliamo dire che non possiamo accettare il mito
illuminista di una storia lineare, pilastro della dittatura del relativismo, il
quale presenta la verità come figlia del tempo e certi processi come irreversibili.
Emmanuele
Fonte:
Unioni di fatto e omofobia: cinque punti fermi del Manifesto di Alleanza
Cattolica.
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