mercoledì 17 luglio 2013

UNIONI DI FATTO E OMOFOBIA



Il 22 luglio, la legge sull'omofobia, va in  Aula per l'approvazione. A meno che ci sia una pausa di riflessione che rinvii il testo all'autunno. Intanto facciamo qualche considerazione.

a-Riconoscere le unioni di fatto, comprese quelle omosessuali, danneggia la famiglia.


    Il cardinale Bagnasco, nella nota del 28 marzo 2007, dice:<<Riteniamo la legalizzazione delle unioni di fatto inaccettabile sul piano di principio, pericolosa sul piano sociale ed educativo. Quale che sia l'intenzione di chi propone questa scelta, l'effetto sarebbe inevitabilmente deleterio per la famiglia>>. L'obiettivo di risolvere alcuni problemi pratici dei conviventi è <<perseguibile nell'ambito dei diritti individuali, senza ipotizzare una nuova figura giuridica che sarebbe alternativa al matrimonio e alla famiglia e produrrebbe più guasti di quelli che vorrebbe sanare>>. I diritti individuali dei singoli conviventi sono <<in larga misura già garantiti dall'ordinamento>>.

b-Le unioni civili non sono l'alternativa, sono l'apripista per il matrimonio e l'adozione omosessuali.

c-Le proposte anti-omofobia mettono in pericolo la libertà di espressione e di religione.

         Il rischio di procedimenti penali sorgerebbe a fronte di qualsiasi giudizio critico, sul piano scientifico, etico ed educativo, di determinati orientamenti sessuali; o di qualsiasi dottrina religiosa, o espressione educativa, che sostenga la contrarietà al diritto naturale degli orientamenti sessuali diversi da quello eterosessuale.

d-La legge naturale e il senso comune non valgono solo per i cattolici : sono in gioco principi e valori generali, che chiunque può riconoscere sulla base della ragione.

         A chi afferma che si tratta di principi che valgono per i cattolici, ma non si possono imporre in uno Stato laico ai non cattolici e ai non credenti, rispondiamo che il carattere nocivo di queste leggi si deduce dall'esperienza, dal buon senso e dai principi della legge naturale, da cui la legge positiva non può allontanarsi se vuole essere vera legge, i quali - in quanto riconoscibili dalla ragione - s'impongono a tutti a prescindere dalla fede e dall'appartenenza religiosa, e da tutti chiedono di essere rispettati.

e-Considerare la marcia verso le unioni omosessuali come <<irreversibile>> significa essere vittime del mito illuminista del progresso.

         A quei cattolici e a quegli amici della famiglia tentati dallo scoraggiamento e convinti di stare combattendo una battaglia moralmente necessaria ma di retroguardia, di battersi per onore di firma ma senza possibilità di vincere, perché il <<senso della storia>> è un altro, vogliamo dire che non possiamo accettare il mito illuminista di una storia lineare, pilastro della dittatura del relativismo, il quale presenta la verità come figlia del tempo e certi processi come irreversibili.

Emmanuele

Fonte: Unioni di fatto e omofobia: cinque punti fermi del Manifesto di Alleanza Cattolica.

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