Questo
capitalismo liberale potrebbe essere alla fine.
Ecco
alcuni temi su cui riflettere:
La corsa a sempre più alti livelli di
standard di vita e di produzione e di consumo di beni materiali è finita.
Infatti, secondo un autore statunitense, citato dall'autore, la crescita di
ricchezza si accompagna ad una perdita di amicizie, affetti, legami
disinteressati. Si sta preparando un passaggio storico di incalcolabile portata
senza che la maggior parte delle persone se ne rendano conto. La natura è
depredata e inquinata a seguito di produzione e lavorazioni industriali.
Ghiacciai che si sciolgono, diminuzione della piovosità in varie parti del
mondo, moltiplicazioni di uragani, l'avanzata dei deserti.
La colonizzazione dei paesi europei nei
confronti dell'Africa e dell'Oriente ha permesso una supremazia militare ed
economica con conseguente furto di materie prime per la loro industria. La
Banca Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale impongono a quei paesi
colonizzati programmi di sviluppo capitalistico. L'Occidente saccheggia le
foreste del Sud sconvolgendo equilibri ambientali. Lo sviluppo di nuovi semi
per coltivare, abbinati a concimi chimici, inquinano laghi e fiumi dove le
popolazioni indigene si approvvigionano di cibo come il pesce.
Così i ceti poveri diventano sempre più
poveri. I lavoratori delle campagne vengono piano piano sostituiti dalle
macchine costruite in Occidente. C'è sempre una maggiore iniquità nel possesso
dei beni. Rinasce lo sfruttamento di manodopera con compensi da fame. C'è
un'emergenza idrica e con acqua sempre più inquinata ad opera di diserbanti e
pesticidi soprattutto nei paesi orientali. C'è uno squilibrio energetico tra
cibo prodotto ed energia per produrlo. Inoltre dall'inquinamento dei cibi
derivano malattie, come il cancro, che per essere curate presentano un costo
individuale e sociale. Ecco che la cura delle malattie diventa un affare più
che redditizio. Il capitalismo si inventa oltre alla delocalizzazione del lavoro
anche il lavoro a tempo determinato.
"Negli ultimi anni, per combattere
una concorrenza comprensibilmente aspra, visti i profitti, molte aziende si
sono fuse dando vita a colossi che hanno fatturati superiori ai bilanci di
alcuni stati nazionali. Essi condizionano medici, partiti, giornalisti,
intellettuali, sostenitori del progresso e del libero mercato". Si parla
degli organismi geneticamente modificati. Il guadagno sui pesticidi. L'aumento
delle ore di lavoro; si lavora troppo, c'è meno tempo libero per la ricreazione
personale e sociale sopratutto dall'altra parte dell'Atlantico. E' aumentato il
lavoro femminile con conseguenze nocive sulla famiglia. Non c'è più tempo. Il
profitto è prioritario. La democrazia è a rischio. Cala la capacità di
attenzione e concentrazione. Come conseguenza della velocità con cui agiamo
nelle varie attività quotidiane ed impegni di lavoro, di tempo libero porta ad un relativismo morale ed infine alla
confusione tra bene e male. "Dunque, lo sviluppo è il Grande Avversario. Il più potente produttore di
ricchezza, il mondo di produzione più rivoluzionario della storia umana, dopo
tante incarnazioni, oggi mostra il suo volto finale: è diventato la macchina di
distruzione più potente che sia mai apparsa sulla terra.
I poteri che dirigono il mondo sono dispersi,
trasversali, occulti, multiformi, a loro volta dipendenti da altri poteri. Una
catena di cui sembra non vedersi il capo". E poi c'è il tema della guerra,
alibi che viene usata per il controllo delle materie prime, delle fonti di
energia e dei mercati. Ma c'è il rischio che lo sbocco finale della
competizione di tutti contro tutti potrebbe sfociare in un bagno di sangue
globale.
C'è tutta una serie di dati
interessanti sulla macchina economica occidentale.
Emmanuele
Fonte:
Autore:
Piero Bevilacqua
Titolo:
Miseria dello sviluppo
Editore:
Laterza
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