lunedì 22 luglio 2013

IL VOLTO DELL'ECONOMIA OCCIDENTALE



Questo capitalismo liberale potrebbe essere alla fine.

Ecco alcuni temi su cui riflettere: 

         La corsa a sempre più alti livelli di standard di vita e di produzione e di consumo di beni materiali è finita.
       Infatti, secondo un autore statunitense, citato dall'autore, la crescita di ricchezza si accompagna ad una perdita di amicizie, affetti, legami disinteressati. Si sta preparando un passaggio storico di incalcolabile portata senza che la maggior parte delle persone se ne rendano conto. La natura è depredata e inquinata a seguito di produzione e lavorazioni industriali. Ghiacciai che si sciolgono, diminuzione della piovosità in varie parti del mondo, moltiplicazioni di uragani, l'avanzata dei deserti.

         La colonizzazione dei paesi europei nei confronti dell'Africa e dell'Oriente ha permesso una supremazia militare ed economica con conseguente furto di materie prime per la loro industria. La Banca Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale impongono a quei paesi colonizzati programmi di sviluppo capitalistico. L'Occidente saccheggia le foreste del Sud sconvolgendo equilibri ambientali. Lo sviluppo di nuovi semi per coltivare, abbinati a concimi chimici, inquinano laghi e fiumi dove le popolazioni indigene si approvvigionano di cibo come il pesce. 

         Così i ceti poveri diventano sempre più poveri. I lavoratori delle campagne vengono piano piano sostituiti dalle macchine costruite in Occidente. C'è sempre una maggiore iniquità nel possesso dei beni. Rinasce lo sfruttamento di manodopera con compensi da fame. C'è un'emergenza idrica e con acqua sempre più inquinata ad opera di diserbanti e pesticidi soprattutto nei paesi orientali. C'è uno squilibrio energetico tra cibo prodotto ed energia per produrlo. Inoltre dall'inquinamento dei cibi derivano malattie, come il cancro, che per essere curate presentano un costo individuale e sociale. Ecco che la cura delle malattie diventa un affare più che redditizio. Il capitalismo si inventa oltre alla delocalizzazione del lavoro anche il lavoro a tempo determinato. 

   "Negli ultimi anni, per combattere una concorrenza comprensibilmente aspra, visti i profitti, molte aziende si sono fuse dando vita a colossi che hanno fatturati superiori ai bilanci di alcuni stati nazionali. Essi condizionano medici, partiti, giornalisti, intellettuali, sostenitori del progresso e del libero mercato". Si parla degli organismi geneticamente modificati. Il guadagno sui pesticidi. L'aumento delle ore di lavoro; si lavora troppo, c'è meno tempo libero per la ricreazione personale e sociale sopratutto dall'altra parte dell'Atlantico. E' aumentato il lavoro femminile con conseguenze nocive sulla famiglia. Non c'è più tempo. Il profitto è prioritario. La democrazia è a rischio. Cala la capacità di attenzione e concentrazione. Come conseguenza della velocità con cui agiamo nelle varie attività quotidiane ed impegni di lavoro, di tempo libero porta ad un relativismo morale ed infine alla confusione tra bene e male. "Dunque, lo sviluppo è il Grande Avversario. Il più potente produttore di ricchezza, il mondo di produzione più rivoluzionario della storia umana, dopo tante incarnazioni, oggi mostra il suo volto finale: è diventato la macchina di distruzione più potente che sia mai apparsa sulla terra.

          I poteri che dirigono il mondo sono dispersi, trasversali, occulti, multiformi, a loro volta dipendenti da altri poteri. Una catena di cui sembra non vedersi il capo". E poi c'è il tema della guerra, alibi che viene usata per il controllo delle materie prime, delle fonti di energia e dei mercati. Ma c'è il rischio che lo sbocco finale della competizione di tutti contro tutti potrebbe sfociare in un bagno di sangue globale.

         C'è tutta una serie di dati interessanti sulla macchina economica occidentale.

Emmanuele

Fonte:
Autore: Piero Bevilacqua
Titolo: Miseria dello sviluppo
Editore: Laterza

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