mercoledì 3 luglio 2013

CHI GOVERNA IL MONDO? DENARO E POTERE



         In molti luoghi del pianeta, i grandi mass media sostengono spesso i partiti eticamente relativisti. Questi mass media sono di proprietà di alcuni gruppi finanziari mondiali o di alcuni grandi magnati, di coloro che Marx avrebbe chiamato capitalisti, coloro che il marxismo avversa drasticamente. Eppure, questi potentati oggi danno molto spazio a partiti come il Partito radicale italiano o simili, che pur non hanno molto seguito elettorale, e appoggiano molto spesso i partiti post marxisti, che sono generalmente molto relativisti.

         Insomma, si è pienamente realizzata un'alleanza, prevista in una certa misura da Augusto del Noce già negli anni '70-'80, tra coloro che per molti decenni sono stati acerrimi nemici. Come è possibile? Il punto è che, già nei teorici del marxismo classico, al posto dell'affermazione dell'immutabilità di alcuni beni e di alcuni valori morali, al posto dell'affermazione classico-medioevale circa l'esistenza di una legge morale naturale immutabile. Il criterio dell'agire diventa quello della ricerca del proprio piacere, del proprio godimento, ed emerge sempre più il libertarismo.

         Oggi, come detto, si verifica il dispiegamento totale dell'ideologia radical-libertaria, la quale si fa appunto portabandiera del principio del piacere, che proclama la soddisfazione di ogni pulsione, contrapponendosi alla logica del dono che caratterizza una buona famiglia. Ebbene, è proprio per l'affermazione-diffusione del principio di piacere fatta da comunisti e postcomunisti che proprio i "capitalisti" hanno finito per allearsi con loro.

         Ci sono almeno tre motivi per il sostegno delle élites finanziarie ai partiti radical-libertari.

         Il primo è che non di rado, i membri di queste élites del gotha finanziario hanno essi stessi proprio una concezione radical-libertaria della vita, dunque sospingono i partiti di cui sopra perché convergono culturalmente con loro su questo punto.

         Il secondo è che questi grandi potentati mirano spesso a ottenere il massimo profitto, il quale è propiziato dal consumismo, per (almeno) le seguenti ragioni: 

         a - il consumismo è favorito dal principio del piacere (dice il soggetto radicale: se desidero questo o quel prodotto, cellulare, automobile, ecc..., perché non dovrei acquistarlo? E dunque lo acquista frequentemente); 

            b - il consumismo è propiziato dallo sfascio della famiglia, perché esso produce l'infelicità di quegli individui le cui relazioni familiari sono naufragate e chi è infelice compra cose più facilmente, per cercare un (presunto) surrogato consolatorio nei beni materiali;

         c - il consumismo è favorito dalla disgregazione della famiglia anche per un altro motivo: dove prima di un divorzio bastava un lettore dvd, una lavatrice, un computer, una casa, ecc..., dopo ce ne vogliono due. Però, questo vantaggio economico prodotto dalla disgregazione delle famiglie si verifica solo nel breve periodo. Infatti, come ho argomentato in altri due articoli precedenti, nel lungo periodo la tenuta dell'istituto della famiglia è cruciale per il buon andamento dell'economia.

         Rimandando a quegli articoli per l'argomentazione di questa tesi, qui si può ricordare una sola delle sue tante motivazioni: l'economia si regge (anche) sui consumi, ma i consumi richiedono soggetti che acquistino, laddove al contrario una crisi demografica diminuisce i soggetti che comprano e dunque produce crisi economiche. Ora, indebolendo la famiglia si indebolisce per ciò stesso la culla della vita, l'ambiente in cui gli uomini e le donne sono maggiormente (lo confermano diversi studi) propensi a generare figli e ciò diminuisce i soggetti che acquistano.

         Ora, o questi potentati non si rendono conto di questo effetto boomerang, nel lungo periodo, per il loro business, della dissoluzione della famiglia che essi propugnano tramite i loro mass media, oppure se ne rendono anche conto, ma la loro motivazione principale non è né la 1, né la 2, bensì una terza.

         Lo scopo principale è il potere, infatti, queste élites, spesso, mirano ad ottenere il potere, e la filosofia radical-libertaria: 

         1 - fa dilagare l'individualismo, soprattutto colpendo la famiglia, cellula fondamentale di coesione sociale, e così isola l'individuo, rendendolo meno forte e più manipolabile;

         2 - crea degli individui pulsionali, in balia delle loro pulsioni, poco propensi a ragionare criticamente, che perciò sono (come diceva già Platone nella Repubblica) facilmente manipolabili e accontentabili mediante la strategia del panem at circenses. Mediante una progressiva erotizzazione della società, diffondendo tra le masse l'illusione di essere liberi, facendo leva sul desiderio di libertà (per propiziare, per esempio, il rifiuto della Chiesa cattolica), si riesce a rendere le persone sempre meno libere. In questo modo si ottiene un potere planetario, che assume le caratteristiche di una dittatura o quasi, perché è detenuto, in ultima analisi, non già dai governi e dai Parlamenti - essi stessi manovrati, ma la cui elezione fa sembrare di vivere in una democrazia - bensì da alcune élites che non sono state elette da nessuno.

Gli altri due articoli, insieme a questo, sullo stesso argomento, da andare a leggere, se volete, li trovate nell'archivio delle riviste de IL TIMONE sull'omonimo sito: www.iltimone.org

Emmanuele

FONTE:
Rivista "IL TIMONE", n° 122 di Aprile 2013

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