venerdì 2 settembre 2011

Lettura del Vangelo secondo Luca (9,7-11).

 
Grazie Don Marcello per il tuo puntuale commento al vangelo della domenica (rito ambrosiano)...

“In quel tempo. 7Il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: "Giovanni è risorto dai morti", 8altri: "È apparso Elia", e altri ancora: "È risorto uno degli antichi profeti". 9Ma Erode diceva: "Giovanni, l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?". E cercava di vederlo. 10Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò in disparte, verso una città chiamata Betsàida. 11Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure”.
Gesù accoglie la folla e guarisce i malati, ma prima parla del regno di Dio. La Parola di Dio è messa al primo posto.
Noi siamo stanchi di parole vuote, ma non di parole vere, efficaci, non della Parola di Dio. Di questa abbiamo bisogno, anzitutto perché è efficace. E’ capace cioè di cambiare il cuore delle persone, ma a modo suo, in tempi e momenti che non ci è dato di sapere. Chiedetelo ai convertiti se non è vero.
Poi, la parola di Dio è una parola vera. Le nostre parole non sempre hanno il coraggio della verità, a volte sono conniventi con la falsità. La parola di Dio mai.
La parola di Dio ci conosce fino in fondo, tanto da interpretare le nostre aspirazioni e le nostre esperienze. E’ come guardarci in uno specchio e riconoscerci.
La parola di Dio è l’unica che sia in grado di parlarci di Dio, della sua volontà e insieme della sua bellezza. Ed è questo ciò che conta e attira.
Se la Parola di Dio ha queste qualità perché allora non convince tutti? Proprio perchè è di Dio. Le parole degli uomini sembrano efficaci perchè spesso ingannano o abbelliscono o ricorrono all’imposizione; la parola di Dio invece si mostra ma non costringe. Proprio come l’amore. L’amore che costringe non è amore. Un parola di Dio che costringe non è più di Dio.
Se vogliamo ricostruire la vita cristiana personale e della parrocchia, non possiamo che iniziare sempre dalla parola di Dio.

Don Marcello

Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari