venerdì 23 settembre 2011

IO SONO IL PANE DELLA VITA

Lettura dal vangelo secondo Giovanni (6,24-35)
“Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. 25Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: "Rabbì, quando sei venuto qua?". 26Gesù rispose loro: "In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. 27Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo". 28Gli dissero allora: "Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?". 29Gesù rispose loro: "Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato". 30Allora gli dissero: "Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? 31I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo". 32Rispose loro Gesù: "In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. 33Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo". 34Allora gli dissero: "Signore, dacci sempre questo pane". 35Gesù rispose loro: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!”.

C’è un’affermazione ripetuta più volte da Gesù. Significa che su questa dobbiamo porre la nostra attenzione: “Io sono il pane della vita”. E’ un’affermazione profonda. Dice la pretesa di Gesù di dare all’uomo quella salvezza che va cercando. La sua Parola e la sua Persona sono quel pane di cui abbiamo bisogno.
E’ un’affermazione anche polemica: il vero pane è Gesù, non le altre offerte di salvezza, non le ricerche dell’uomo, non le loro ideologie, non l’oggetto deludente delle loro speranze. A noi l’invito a credere: “Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che Dio ha mandato”. Dove credere non coincide col sapere ma col seguire, non con la conoscenza ma con l’affidamento. Concentrati su di lui, piuttosto che su noi stessi, su gli altri, sulle cose.

Don Marcello

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