Comodamente seduto
alla poltrona di casa e quasi misticamente immerso nei miei pensieri, nemmeno
mi accorgo di avere la tv accesa e in mano il telecomando con il quale, grazie
a preoccupanti gesti compulsivi del mio pollice destro, sto con molta probabilità
battendo ogni record mondiale di zapping!
Ad un tratto,
rallentano non solo il veloce premere del pollice sui tasti, ma gli stessi
pensieri nei quali ero assorto e improvvisamente si fermano.
Il mio sguardo
lancia un breve stimolo alla parte “lavorante” del mio cervello per richiedere
un attimo di attenzione a ciò che sta succedendo al di fuori della mia testa.
Lo zapping si è
arrestato su uno dei canali più seguiti dai giovani. Poiché conosco
grossolanamente la programmazione di solito proposta, e di solito non ne sono
particolarmente attratto, è quanto in quel momento in onda ad incuriosirmi. Il
titolo in sovraimpressione è già di per sé
tutto un programma ma è la scena che si presenta ai miei occhi che
impedisce al mio, ormai consumato polpastrello, di proseguire la corsa: un
gruppo di altri prelati sono seduti attorno ad un tavolo ascoltando con
attenzione la relazione che altri due “improponibili” cardinali stanno
illustrando con l’ausilio di una lista esposta su una bacheca.
Seppur tale scena
può apparire piuttosto irriverente, la mia attenzione diviene maggiore su
quanto sta per accadere, e il mio pollice decide di prendersi un meritato
riposo.
I dati proposti dai
due “relatori” sono nati da un’indagine sulla popolarità della Chiesa. Questi
(immaginari) dati riportano che nella fascia degli ultraottantenni “siamo fortissimi”, nella fascia
intermedia “resistiamo” e “andiamo a calare in maniera preoccupantemente
significativa” nella fascia 8-12 anni!
Pur comprendendo
che stiamo parlando di un semplice sketch, ritengo che la cosa possa far
riflettere sulla situazione reale, soprattutto quando viene sgranata la lista
delle risposte fornite da questa “ipotetica-comica indagine”.
Se il personaggio
più popolare è Dragon Ball seguito a ruota dai Pokemon e dal più “anziano”
Batman, finalmente viene posta la domanda: “E
Gesù? Dov’è Gesù?” e, nel silenzio degli occupanti la sala, la risposta
arriva dopo aver sollevato un paio di fogli della bacheca piena zeppa di nomi.
Gesù si trova in penultima posizione, prima di Francesco Totti e subito dopo
King Kong.
Se facessimo una
reale indagine “probabilmente” i dati sarebbero diversi ma forse sarebbero solo
le fasce d’età a cambiare.
Mi sono chiesto: “Quanta
gente conosce davvero Gesù?” O meglio: “Quanta gente è veramente attratta e
stimolata nel volerlo conoscere, nel volerlo incontrare?”
Poiché è una tv
nata per i giovani quella che ho in quel momento davanti a me, attendo, con
molta curiosità, che sia il finale del programma a proporre delle risposte. E
in effetti non tarda ad arrivare, seppur con la “modalità comica” rappresentata
scenicamente: se i bambini sono attratti
dai supereroi, Gesù dovrebbe esser presentato loro come qualcuno che ha
dei super poteri, e Gesù li possiede (trasforma l’acqua in vino, moltiplica
pani e pesci, cammina sull’acqua e persino resuscita i morti).
Il ragionamento non
fa molta acqua, basta saperlo interpretare.
Noi cristiani
dobbiamo esser capaci di “presentare” Gesù al prossimo, Lui ci ha insegnato che
con la fede saremo in grado di fare cose grandi, persino più grandi di quelle
fatte da Lui, e soprattutto saremo anche in grado di cambiare le cose. Cosa ben
più importante è far comprendere che Gesù non ha alcun “supereroe”
più forte di Lui.
Quando San Paolo
dice “non sono più io che vivo ma è
Cristo che vive in me”, significa che lui si è abbandonato completamente
non a Lui ma in Lui, così da divenire un nuovo Cristo.
Se riusciremo anche
noi a fare ciò, condizionando le scelte della nostra testa e del nostro cuore,
il nostro prossimo “conoscerà” Gesù ogni volta che ci avrà davanti a lui.
Tobia
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