venerdì 30 settembre 2011

I TRE AMORI

Dal Vangelo secondo Matteo (22,34-40)
34Allora i farisei, avendo udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36"Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?". 37Gli rispose: "Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti".

Il primo amore è quello di noi verso Dio. Ciò che motiva il nostro amore verso Lui è il fatto che è il “tuo” Dio, il “nostro” Dio. In altre parole, è il Dio cui siamo legati perché ha dimostrato coi fatti che ci vuole bene. Pensiamo alla creazione: siamo unici in un mondo che è bello; pensiamo alla redenzione: siamo salvi grazie al sangue di Cristo. Il nostro è un amore di risposta.
Il secondo amore è quello di noi verso il prossimo. Rispondere all’amore di Dio significa prolungarlo nei fratelli. Lo sappiamo: per Gesù l’amore coincide con il dono di sé. Solo questa concretezza dell’amore lo riscatta dalla falsità: “Chi dice “amo Dio” e poi odia il fratello, è un bugiardo” (1Gv 4,20).
Il terzo amore è quello di noi verso se stessi. E’ la misura dell’amore verso il prossimo. Volersi bene è avere una giusta stima di sè: il contrario sarebbe sottovalutarsi o sopravvalutarsi. E’ riconoscere di avere qualità tali da rendersi utili agli altri: il contrario sarebbe chiudersi nell’autosufficienza. E’ promuovere la propria persona con la cultura, il lavoro, l’educazione, lo sport, le sane relazioni: il contrario sarebbe  perdere tempo, condizionati dalla pigrizia. E’, ancora, riconoscere che la nostra natura ha una dimensione spirituale orientata a Dio e dipendente da Lui, da coltivare nella preghiera e nell’ascolto della sua Parola: il contrario sarebbe considerarci orfani di Dio, destinati ad una vita senza senso e senza meta.
Tre amori per riconoscere che la nostra vita è vocazione all’amore. Dimenticarlo è sbagliare bersaglio, è non capire più noi stessi, è vivere tristi.
Don Marcello

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