martedì 24 maggio 2016

BIBBIA : DEUTERONOMIO



Continuiamo a parlare della Bibbia.

            Infelicemente intitolato Deuteronomio, <<seconda legge>>, dall'antica traduzione greca detta dei Settanta, il quinto libro della Bibbia  - che sigilla il Pentateuco o Torah o Legge - sarebbe meglio definito col titolo ebraico, Debarim, <<parole, discorsi>>. 

           Nonostante la sua connessione con la trama narrativa del Pentateuco, il Deuteronomio si presenta come un'opera autonoma, in sé conchiusa, costruita su tre grandi discorsi di Mosè (capp. 1-4; 5-28; 29-30), conclusi da una serie di testi riguardanti questa celebre guida dell'esodo e la sua morte. Il libro rivela, infatti, un suo linguaggio particolare, segnato da una calorosa partecipazione: <<Ascolta, Israele ... Il Signore tuo/nostro/vostro Dio (più di 300 volte) ... Amare il Signore ... con tutto il tuo cuore e con tutta l'anima ... La terra in cui entrate per prenderne possesso ... Camminare nelle vie del Signore ... Temere il Signore>>. Ma in filigrana si riesce anche a intravedere un altro schema su cui il Deuteronomio viene ordinato. E' quello dei cosiddetti trattati di alleanza. Si comincia evocando gli atti di liberazione e di salvezza compiuti dal Signore per il suo popolo (capp. 1-11); si prosegue con la carta dei doveri di Israele (capp. 12-26); si conclude con le benedizioni e maledizioni in caso di fedeltà o di ribellione alla legge del Signore (capp. 27-30). Il vocabolario predilige i termini dell'elezione, dell'amore, dell'insegnamento divino (in ebraico Torah), del paese donato, dell'identificazione di Israele come <<popolo del Signore>> e della presentazione del Signore come <<Dio di Israele>>. Un'opera che tocca il cuore, che celebra la libera scelta della volontà di Dio, che esalta un Dio vicino a Israele, <<il più piccolo di tutti i popoli della terra>>, ma eletto dal Signore per amore.

            Il Deuteronomio si proponeva un profondo rinnovamento del popolo all'insegna di un ritorno all'autenticità degli ideali delle origini. Questo obiettivo portò gli autori ad assumere e reinterpretare le antiche tradizioni che apparivano caratteristiche della storia e della fede di Israele. Il libro fu probabilmente composto in Giuda, a Gerusalemme. Progettato forse al tempo del re Ezechia, esso poté essere promulgato solo durante il regno di Giosia (640-609 a.C.) come espressione dell'unità di tutto il popolo del Signore nel vincolo dell'alleanza.

FONTE: Titolo: Nuova guida alla Bibbia; Autore: Gianfranco Ravasi; Editore: San Paolo

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