Continuiamo
a parlare della Bibbia.
Infelicemente intitolato
Deuteronomio, <<seconda legge>>, dall'antica traduzione greca detta
dei Settanta, il quinto libro della Bibbia
- che sigilla il Pentateuco o Torah o Legge - sarebbe meglio definito
col titolo ebraico, Debarim, <<parole, discorsi>>.
Nonostante la
sua connessione con la trama narrativa del Pentateuco, il Deuteronomio si
presenta come un'opera autonoma, in sé conchiusa, costruita su tre grandi
discorsi di Mosè (capp. 1-4; 5-28; 29-30), conclusi da una serie di testi
riguardanti questa celebre guida dell'esodo e la sua morte. Il libro rivela,
infatti, un suo linguaggio particolare, segnato da una calorosa partecipazione:
<<Ascolta, Israele ... Il Signore tuo/nostro/vostro Dio (più di 300
volte) ... Amare il Signore ... con tutto il tuo cuore e con tutta l'anima ...
La terra in cui entrate per prenderne possesso ... Camminare nelle vie del
Signore ... Temere il Signore>>. Ma in filigrana si riesce anche a
intravedere un altro schema su cui il Deuteronomio viene ordinato. E' quello
dei cosiddetti trattati di alleanza. Si comincia evocando gli atti di
liberazione e di salvezza compiuti dal Signore per il suo popolo (capp. 1-11);
si prosegue con la carta dei doveri di Israele (capp. 12-26); si conclude con
le benedizioni e maledizioni in caso di fedeltà o di ribellione alla legge del
Signore (capp. 27-30). Il vocabolario predilige i termini dell'elezione,
dell'amore, dell'insegnamento divino (in ebraico Torah), del paese donato,
dell'identificazione di Israele come <<popolo del Signore>> e della
presentazione del Signore come <<Dio di Israele>>. Un'opera che
tocca il cuore, che celebra la libera scelta della volontà di Dio, che esalta
un Dio vicino a Israele, <<il più piccolo di tutti i popoli della
terra>>, ma eletto dal Signore per amore.
Il Deuteronomio si proponeva un
profondo rinnovamento del popolo all'insegna di un ritorno all'autenticità
degli ideali delle origini. Questo obiettivo portò gli autori ad assumere e
reinterpretare le antiche tradizioni che apparivano caratteristiche della
storia e della fede di Israele. Il libro fu probabilmente composto in Giuda, a
Gerusalemme. Progettato forse al tempo del re Ezechia, esso poté essere
promulgato solo durante il regno di Giosia (640-609 a.C.) come espressione
dell'unità di tutto il popolo del Signore nel vincolo dell'alleanza.
FONTE:
Titolo: Nuova guida alla Bibbia; Autore: Gianfranco Ravasi; Editore: San Paolo
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