Testimonianza
di Pierre CLAVERIE vescovo morto martire.
Adesso sappiamo, in Algeria, che
cosa significa morire di morte violenta. Molti continuano a domandarsi, e ci
domandano, perché ci ostiniamo a esporci in questo modo ... Altri ci accusano
di provocare, in qualche modo, con la sola nostra presenza, coloro a cui diamo
l'occasione di uccidere. Ed ecco che balza così in primo piano la questione
radicale della morte e quindi il senso della nostra vita.
Infatti Dio ci ha dato la vita e non
abbiamo il diritto di metterla in gioco in una specie di roulette russa,
esponendola con leggerezza e inutilmente. Abbiamo anche il dovere morale e
religioso di conservarla e di assicurare le condizioni indispensabili al suo
equilibrio, alla sua salute e alla sua fecondità. Essere cristiani non
significa credere alla morbosità, alimentare il gusto equivoco del sacrificio e
della sofferenza.
Il mistero pasquale ci obbliga a
guardare in faccia la realtà della morte di Gesù e della nostra, e a spiegare
le ragioni che ci spingono ad affrontarla. In questo modo facciamo conoscere le
nostre ragioni di vita. Gesù non ha cercato la morte, ma non ha voluto evitarla
perché forse riteneva che la fedeltà agli impegni presi di fronte al Padre
fosse più importante della sua paura di morire. Ha preferito andare fino in
fondo alla logica della sua vita e della sua missione invece di tradire ciò che
era, ciò che diceva e ciò che aveva fatto.
FONTE:
Titolo: Scritte con il sangue. Vita e parole di testimoni della fede del XX e
XXI secolo; Autore: Gerolamo Fazzini; Editore: San Paolo.
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