Care amiche,
cari amici
Ormai ci
siamo, la proposta del governo Renzi sulle unioni civili sembra imminente.
Del resto, chi può pensare che
l'Italia rimanga immune da questa legge, già operativa in quasi tutti i paesi
occidentali?
Infatti, le tante lobby che portano
avanti l'ideologia gender almeno dalla Conferenza internazionale di
Pechino sulla donna, organizzata dall'Onu nel 1995, non possono accettare che
l'Italia sia così anomala al punto da non dare la possibilità alle coppie gay
di sposarsi.
Nessuna illusione dunque, ma neppure
nessuna rinuncia a combattere. Questa volta non troveremo adeguate sponde
politiche, come accadde nel 2007, quando fra il milione di italiani e oltre che
gremivano piazza san Giovanni a Roma per il Family day c'erano anche i
leader del centro-destra, Berlusconi in testa.
Il Cavaliere ha cambiato princìpi di
riferimento ed è passato dall'altra parte, nonostante lo neghi. Ha dichiarato
al Foglio che avrebbe preferito una soluzione privatistica, ma
intanto ha condotto Forza Italia a un accordo con il Pd di Renzi anche
sulle unioni civili. Forza Italia diventa Forza gay, purtroppo non è uno
scherzo.
Gli altri leader del centro-destra
sembra si stiano accorgendo che la battaglia sulla famiglia è centrale per
opporsi ai partiti del relativismo, delle coppie gay, del divorzio sprint,
della droga libera, dell'aborto facile, dell'adozione di figli per le coppie
omosessuali. Arriveranno tardi, come al solito, e noi saremo lì ad attenderli, senza
rancore, sebbene un poco perplessi per questo ritardo.
Nessuna rinuncia a combattere perché
l'Italia non è la Danimarca e qui ci sono ancora famiglie e persone disposte a
sacrificare il loro tempo per affermare pubblicamente che la famiglia è una sola
e che soltanto questa lo Stato deve aiutare se vuole contribuire a superare il
disastro demografico che colpisce il Bel Paese.
Perciò ci vedrete al centro di tante
iniziative, nelle prossime settimane, tutte orientate a dire la verità su
questo passaggio importante della storia d'Italia, affinché nessuno possa dire
che la famiglia è stata accantonata senza che nessuno si opponesse.
Presentazioni di libri, convegni, nuove veglie delle Sentinelle in Piedi,
nelle prossime settimane riprenderà a mostrarsi quel pezzo di popolo che ha
riempito le piazze nelle veglie del 5 ottobre o che ha partecipato alla
presentazione dell'ultimo libro di Costanza Miriano, a Milano, lo scorso 20
ottobre, come del resto era avvenuto e continua a verificarsi in tante altre città.
E lo faremo senza aggressività e
rancore, convinti della grande intuizione della Chiesa cattolica, secondo il
cui Catechismo gli omosessuali sono persone che vanno accolte con rispetto,
compassione e delicatezza. Lo faremo con il sorriso sulle labbra, senza
gridare, con grande serenità. Chi ha partecipato alle veglie delle Sentinelle
in Piedi del 5 ottobre ha potuto vedere due umanità contrapposte: una che
vegliava in silenzio leggendo un libro, l'altra che gridava, insultava,
inneggiava all'"orgasmo" libero, e qualche volta cercava di passare
alla violenza, come a Bologna, a Rovereto, a Torino, a Trieste. Molte
persone che passavano casualmente in quelle piazze hanno visto e capito, e
questo solo basta a ripagare i sacrifici compiuti.
Quando oltre un anno fa, gli
attivisti lgbt a Casale Monferrato impedirono lo svolgimento di un
convegno che avevamo organizzato contro il ddl Scalfarotto, nessuno poteva
immaginare che cosa si sarebbe messo in moto. Invece tanti altri incontri e
convegni vennero organizzati, e poi le centinaia di veglie delle Sentinelle
in Piedi in altrettante città italiane. Approvato alla Camera dei deputati,
il ddl Scalfarotto è ancora fermo al Senato. Mai dire mai. Proviamoci ancora.
FONTE: Marco Invernizzi di Alleanza Cattolica
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