venerdì 14 novembre 2014

VERSO LA BATTAGLIA DELLE UNIONI CIVILI



Care amiche, cari amici

 Ormai ci siamo, la proposta del governo Renzi sulle unioni civili sembra imminente. 

            Del resto, chi può pensare che l'Italia rimanga immune da questa legge, già operativa in quasi tutti i paesi occidentali?


            Infatti, le tante lobby che portano avanti l'ideologia gender almeno dalla Conferenza internazionale di Pechino sulla donna, organizzata dall'Onu nel 1995, non possono accettare che l'Italia sia così anomala al punto da non dare la possibilità alle coppie gay di sposarsi.

            Nessuna illusione dunque, ma neppure nessuna rinuncia a combattere. Questa volta non troveremo adeguate sponde politiche, come accadde nel 2007, quando fra il milione di italiani e oltre che gremivano piazza san Giovanni a Roma per il Family day c'erano anche i leader del centro-destra, Berlusconi in testa.

            Il Cavaliere ha cambiato princìpi di riferimento ed è passato dall'altra parte, nonostante lo neghi. Ha dichiarato al Foglio che avrebbe preferito una soluzione privatistica, ma intanto  ha condotto Forza Italia a un accordo con il Pd di Renzi anche sulle unioni civili. Forza Italia diventa Forza gay, purtroppo non è uno scherzo.

            Gli altri leader del centro-destra sembra si stiano accorgendo che la battaglia sulla famiglia è centrale per opporsi ai partiti del relativismo, delle coppie gay, del divorzio sprint, della droga libera, dell'aborto facile, dell'adozione di figli per le coppie omosessuali. Arriveranno tardi, come al solito, e noi saremo lì ad attenderli, senza rancore, sebbene un poco perplessi per questo ritardo.

            Nessuna rinuncia a combattere perché l'Italia non è la Danimarca e qui ci sono ancora famiglie e persone disposte a sacrificare il loro tempo per affermare pubblicamente che la famiglia è una sola e che soltanto questa lo Stato deve aiutare se vuole contribuire a superare il disastro demografico che colpisce il Bel Paese.

            Perciò ci vedrete al centro di tante iniziative, nelle prossime settimane, tutte orientate a dire la verità su questo passaggio importante della storia d'Italia, affinché nessuno possa dire che la famiglia è stata accantonata senza che nessuno si opponesse. Presentazioni di libri, convegni, nuove veglie delle Sentinelle in Piedi, nelle prossime settimane riprenderà a mostrarsi quel pezzo di popolo che ha riempito le piazze nelle veglie del 5 ottobre o che ha partecipato alla presentazione dell'ultimo libro di Costanza Miriano, a Milano, lo scorso 20 ottobre, come del resto era avvenuto e continua a verificarsi in tante altre città.

            E lo faremo senza aggressività e rancore, convinti della grande intuizione della Chiesa cattolica, secondo il cui Catechismo gli omosessuali sono persone che vanno accolte con rispetto, compassione e delicatezza. Lo faremo con il sorriso sulle labbra, senza gridare, con grande serenità. Chi ha partecipato alle veglie delle Sentinelle in Piedi del 5 ottobre ha potuto vedere due umanità contrapposte: una che vegliava in silenzio leggendo un libro, l'altra che gridava, insultava, inneggiava all'"orgasmo" libero, e qualche volta cercava di passare alla violenza, come a Bologna,  a Rovereto, a Torino, a Trieste. Molte persone che passavano casualmente in quelle piazze hanno visto e capito, e questo solo basta a ripagare i sacrifici compiuti.

            Quando oltre un anno fa, gli attivisti lgbt a Casale Monferrato impedirono lo svolgimento di un convegno che avevamo organizzato contro il ddl Scalfarotto, nessuno poteva immaginare che cosa si sarebbe messo in moto. Invece tanti altri incontri e convegni vennero organizzati, e poi le centinaia di veglie delle Sentinelle in Piedi in altrettante città italiane. Approvato alla Camera dei deputati, il ddl Scalfarotto è ancora fermo al Senato. Mai dire mai. Proviamoci ancora.

FONTE:  Marco Invernizzi di Alleanza Cattolica

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