Nacque nella provincia d'Africa, nella città di
Tagaste, da genitori dell'ordine dei curiali, di onesta condizione e cristiani.
Fu da loro allevato ed educato con ogni cura e anche con notevole spesa, e fu
inizialmente istruito nelle lettere profane, cioè in tutte quelle discipline,
che chiamano liberali.
Così
insegnò prima grammatica nella sua città e poi retorica a Cartagine, capitale
dell'Africa. Successivamente insegnò anche al di là del mare, a Roma e a
Milano, dove allora risiedeva la corte dell'imperatore Valentiniano II.
In questa città era allora vescovo Ambrogio, uomo eccellente fra i migliori e sommamente gradito a Dio. Questi predicava molto frequentemente la parola di Dio nella chiesa, e Agostino seduto in mezzo alla gente lo stava a sentire con la massima attenzione.
Subito
nel più intimo del cuore abbandonò ogni speranza che aveva riposto nel mondo,
senza più ricercare moglie né figli della carne né ricchezza, né onori mondani,
ma deliberò di servire Dio
Quel
santo uomo desiderava fare anche quanto dice ancora il Signore: Se vuoi essere
perfetto, vendi tutto ciò che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro nei
cieli, e vieni, seguimi (Mt. 19, 21).
Aveva
allora più di 30 anni e gli restava solo la madre: essa stava sempre con lui e
gioiva del proposito che egli aveva intrapreso di servire Dio più che se avesse
avuto nipoti carnali. Suo padre infatti era morto.
Comunicò perciò agli
scolari, cui faceva lezione di retorica, che si provvedessero un altro maestro,
poiché egli aveva stabilito di servire a Dio.
Ricevuta la grazia,
insieme con altri concittadini e amici che ugualmente servivano a Dio, volle
tornare in Africa, alla sua casa e ai suoi campi. Tornato, vi rimase circa tre
anni; e dopo aver ceduto quei beni, insieme con quelli che gli erano vicini
viveva per Dio, con digiuni preghiere buone opere, meditando notte e giorno la
legge del Signore. E tutto ciò che Dio faceva comprendere a lui che meditava e pregava, egli
faceva conoscere a presenti e assenti con discorsi e libri.
In quel tempo
esercitava l'ufficio di vescovo nella comunità cattolica di Ippona il santo
Valerio. Frammisto in mezzo al popolo assisteva Agostino, sicuro e ignaro di
ciò che stava per succedere.
Allora alcune persone, che conoscevano la dottrina di Agostino e i suoi propositi, gettategli le mani addosso, lo tennero fermo e, come suole accadere in casi del genere, lo presentarono al vescovo perché fosse ordinato, mentre tutti unanimi in quel proposito chiedevano che così si facesse. Fatto prete, subito istituì un monastero accanto alla chiesa e cominciò a vivere con i servi di Dio secondo il modo e la norma stabiliti al tempo degli apostoli.
Il santo Valerio
affidò al suo prete l'incarico di spiegare in chiesa il Vangelo alla sua
presenza e di predicare frequentemente, contro quella che è la consuetudine
delle chiese d'Africa. Agostino insegnava e predicava, in privato e in
pubblico, in casa e in chiesa, la parola di salvezza (Atti, 13, 26) con piena
fiducia contro le eresie che erano fiorenti in Africa, specialmente contro i
donatisti, i manichei e i pagani. Faceva ciò sia scrivendo libri sia
improvvisando discorsi, circondato da indicibile ammirazione e lode dei
cristiani, che tutto ciò non tacevano, ma appena potevano lo divulgavano.
Così per dono divino la chiesa cattolica cominciò in Africa a risollevare il capo che per lungo tempo aveva avuto oppresso a terra, sviata e pressata dal vigoreggiare degli eretici, soprattutto perché i partigiani di Donato ribattezzavano grandi folle di Africani.
A domani
EMMANUELE
FONTE: SITO WWW.AUGUSTINUS.IT
Nessun commento:
Posta un commento