Sabatino Iefuniello nacque a Sarno
(SA) il 19 Dicembre 1947 e morì a Milano il 30 Agosto 1982. Non essendo portato
allo studio, dopo alcuni lavori saltuari, nell'agosto del 1968 si trasferì a
Milano con la sorella in cerca di un lavoro stabile.
A Milano la sua fede si consolidò e
fiorì mirabilmente. Partecipò attivamente alla vita della parrocchia e
dell'oratorio della Madonna del Suffragio, si iscrisse all'A.C., si impegnò
nella S. Vincenzo giovanile, instaurò un legame spirituale con Fra Cecilio Cortinovis,
fu il primo e assiduo collaboratore di Fratel Ettore Boschini, camilliano,
nell'opera di assistenza ai più poveri della città di Milano, quelli che
popolarmente vengono chiamati "barboni".
Noncurante della fatica e della
stanchezza che il lavoro di fattorino - portavalori presso la Mondial -
comportava e nonostante la fragilità della sua salute, causata da una
malformazione cardiaca, mise a disposizione tutto il tempo prima e dopo il suo
normale orario di ufficio per gli "amici senza fissa dimora" presso
il Rifugio di Via Sammartini, la Casa Betania di Seveso e il dormitorio
pubblico di via Ortles.
Nel nome di Gesù, Sabatino li ha
trattati da amici e da fratelli. Si è adattato a compiere tutti i servizi
necessari a loro, compresi i più umili; li andava a prendere alla Stazione
Centrale, noncurante delle gelide e nebbiose notti invernali, o ai crocicchi
delle strade dove essi praticavano l'accattonaggio; spendeva per loro la quasi
totalità del suo salario; sempre col sorriso sulle labbra, con abnegazione, con
carità cristiana e in modo encomiabile, esemplare, eroico, ha praticato un
volontariato non una tantum, ma una semper.
Ha vissuto da povero per essere più
vicino ai poveri; ha parlato il meno possibile, per realizzare molto. Gli
"amici senza fissa dimora " lo hanno considerato come il loro angelo
custode. Sabatino ha concepito la carità come realizzazione pratica della
spiritualità e dell'apostolato. Diventato pertanto membro effettivo
dell'Istituto Secolare "Il piccolo gruppo di Cristo", ha ricercato
una profonda interiorità, nutrita di un sincero affetto per la Chiesa, di
fedeltà alle pratiche pietà, della preghiera del cuore, della libertà di
spirito, della Eucarestia quotidiana, della prolungata adorazione al SS.
Sacramento, del frequente e costante ricorso al sacramento della Penitenza,
della devozione alla Beata Vergine Maria e a S. Camillo de Lillis.
Per i suoi "amici senza fissa
dimora" Sabatino ha consumato la vita, spegnendosi all'età di 34 anni, in
concetto di santità. Ormai morente, ha chiesto egli stesso di ricevere per
l'ultima volta l'Eucarestia, di cui si era ogni giorno nutrito.
In occasione del trigesimo della
morte di Sabatino, il Card. Carlo Maria Martini lo definì "un profeta del
nostro tempo, un segno umile e discreto della presenza del Signore", uno
di quei "profeti minori che non parlano molto ma che vivono seriamente la
vita evangelica".
Il corpo di Sabatino riposa nel
Santuario dedicato alla Vergine di Fatima nella "Casa Betania" di
Seveso. Di Sabatino è iniziato l'iter per la causa di beatificazione. Egli
potrebbe essere un modello mirabile di volontariato, di umanesimo cristiano e
di santità raggiunta attraverso la quotidianità.
EMMANUELE
FONTE:
pieghevole su Sabatino della Casa Betania di Seveso (MI)
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