mercoledì 3 settembre 2014

UN ANGELO PER GLI EMARGINATI



            Sabatino Iefuniello nacque a Sarno (SA) il 19 Dicembre 1947 e morì a Milano il 30 Agosto 1982. Non essendo portato allo studio, dopo alcuni lavori saltuari, nell'agosto del 1968 si trasferì a Milano con la sorella in cerca di un lavoro stabile.


            A Milano la sua fede si consolidò e fiorì mirabilmente. Partecipò attivamente alla vita della parrocchia e dell'oratorio della Madonna del Suffragio, si iscrisse all'A.C., si impegnò nella S. Vincenzo giovanile, instaurò un legame spirituale con Fra Cecilio Cortinovis, fu il primo e assiduo collaboratore di Fratel Ettore Boschini, camilliano, nell'opera di assistenza ai più poveri della città di Milano, quelli che popolarmente vengono chiamati "barboni".

            Noncurante della fatica e della stanchezza che il lavoro di fattorino - portavalori presso la Mondial - comportava e nonostante la fragilità della sua salute, causata da una malformazione cardiaca, mise a disposizione tutto il tempo prima e dopo il suo normale orario di ufficio per gli "amici senza fissa dimora" presso il Rifugio di Via Sammartini, la Casa Betania di Seveso e il dormitorio pubblico di via Ortles. 

            Nel nome di Gesù, Sabatino li ha trattati da amici e da fratelli. Si è adattato a compiere tutti i servizi necessari a loro, compresi i più umili; li andava a prendere alla Stazione Centrale, noncurante delle gelide e nebbiose notti invernali, o ai crocicchi delle strade dove essi praticavano l'accattonaggio; spendeva per loro la quasi totalità del suo salario; sempre col sorriso sulle labbra, con abnegazione, con carità cristiana e in modo encomiabile, esemplare, eroico, ha praticato un volontariato non una tantum, ma una semper.

            Ha vissuto da povero per essere più vicino ai poveri; ha parlato il meno possibile, per realizzare molto. Gli "amici senza fissa dimora " lo hanno considerato come il loro angelo custode. Sabatino ha concepito la carità come realizzazione pratica della spiritualità e dell'apostolato. Diventato pertanto membro effettivo dell'Istituto Secolare "Il piccolo gruppo di Cristo", ha ricercato una profonda interiorità, nutrita di un sincero affetto per la Chiesa, di fedeltà alle pratiche pietà, della preghiera del cuore, della libertà di spirito, della Eucarestia quotidiana, della prolungata adorazione al SS. Sacramento, del frequente e costante ricorso al sacramento della Penitenza, della devozione alla Beata Vergine Maria e a S. Camillo de Lillis.

            Per i suoi "amici senza fissa dimora" Sabatino ha consumato la vita, spegnendosi all'età di 34 anni, in concetto di santità. Ormai morente, ha chiesto egli stesso di ricevere per l'ultima volta l'Eucarestia, di cui si era ogni giorno nutrito.

            In occasione del trigesimo della morte di Sabatino, il Card. Carlo Maria Martini lo definì "un profeta del nostro tempo, un segno umile e discreto della presenza del Signore", uno di quei "profeti minori che non parlano molto ma che vivono seriamente la vita evangelica".

            Il corpo di Sabatino riposa nel Santuario dedicato alla Vergine di Fatima nella "Casa Betania" di Seveso. Di Sabatino è iniziato l'iter per la causa di beatificazione. Egli potrebbe essere un modello mirabile di volontariato, di umanesimo cristiano e di santità raggiunta attraverso la quotidianità.

EMMANUELE

FONTE: pieghevole su Sabatino della Casa Betania di Seveso (MI)

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