domenica 6 ottobre 2013

MATRIMONIO OMOSESSUALE



         <<Ormai anche i più duri di comprendonio l'anno capito: è partita la più colossale campagna mediatica, ideologica, politica e legislativa di tutti i tempi per trasformare a livello planetario ciò che è anormale in normale, ciò che non è naturale in innaturale, ciò che non è fisiologico in fisiologico>>.

         Il matrimonio omosessuale è un travestimento: i partner possono tutt'al più desiderare e/o illudersi di vivere un'unione matrimoniale, ma la loro è una relazione sostanzialmente diversa. Lo riconosce, d'altra parte, la maggior parte degli omosessuali praticanti: soltanto 1 su 6 desidera un "matrimonio", le donne più che gli uomini; e la percentuale di matrimoni omosessuali ufficiali è molto bassa dappertutto, nonostante i vantaggi economici. Per i militanti gay il riconoscimento del matrimonio omosessuale ha valore soprattutto simbolico.

         Fin dal 1980 numerosissimi studi dimostrano che la fedeltà nelle relazioni omosessuali tra uomini, se esiste, di rado resiste oltre 5 anni. In media, le lesbiche rimangono fedeli più a lungo, ma sono molto più promiscue delle donne eterosessuali. L'80-90% degli omosessuali con partner fisso convive per meno di 10 anni (e per lo più senza fedeltà).

         Per esempio ecco cosa dice l'ex attivista gay Noel Mosen:<<il bisogno di sesso nel mondo omosessuale è così impellente che può arrivare a soggiogare completamente gli uomini omosessuali.

         Le conseguenze sanitarie di questa promiscuità sono ben documentate: è molto più forte tra uomini omosessuali praticanti che tra eterosessuali l'incidenza di HIV, herpes e sifilide, cancro e altre malattie. Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, le infezioni HIV colpiscono con maggior frequenza omosessuali con relazione "fissa". Le lesbiche sessualmente attive sono colpite da epatite B e C, vaginosi batterica e malattia infiammatoria pelvica in misura molto maggiore delle donne sposate. Uomini e donne omosessuali presentano assuefazione ad alcol, droga e fumo in misura molto superiore agli eterosessuali; e quelli che hanno avuto partner fissi muoiono molti anni (in media più di 10) prima dei coniugi normali, anche senza contare le morti per AIDS. Le relazioni omosessuali sono molto più segnate dalla violenza - spesso suscitata da gelosia e desiderio di vendetta - di quelle eterosessuali.

         Nel 2004 l'APA, l'Associazione Americana degli Psicologi, ha approvato una risoluzione favorevole all'adozione omosessuale. I dati sono sempre più chiari: i figli biologici e adottivi di genitori omosessuali sono esposti con frequenza anormale a tensioni relazionali, violenza relazionale, separazioni e cambi di partner. Esiste una maggiore probabilità che i figli subiscano abusi sessuali. Per i figli adottivi, che sopportano già il peso di un passato doloroso e problematico, l'affidamento a coppie omosessuali è un trauma supplementare. I figli adolescenti di omosessuali presentano in percentuali del 20-30% problemi di identità sessuale e tendenze omosessuali.

Il Prof. Lopez, americano, bisessuale, con due "madri" lesbiche, dice di se stesso:<<Non avevo una figura maschile che mi facesse da esempio; mia madre e la sua compagna non erano come i padri e le madri tradizionali; pertanto ero cresciuto come un ragazzo strano. Crescere con genitori gay è stato difficile, e la colpa non era dei pregiudizi dei vicini. I figli di coppie omosessuali sentono la mancanza di genitori normali, e generalmente non vengono educati come ragazzi e ragazze normali. Anche per questo si sentono estranei al loro ambiente. Si sentono soli di fronte ai genitori, che non capiscono le loro necessità naturali, e che soprattutto si occupano solo di se stessi - lo stile di vita omosessuale è iperegocentrico! - e si sentono soli di fronte ai loro coetanei. L'ideologia gay è assolutamente egoista, cieca di fronte alla sofferenza e ai bisogni naturali del bambino.

         Al matrimonio gay si sono opposti anche degli omosessuali. Per esempio Nathalie de Williencourt, portavoce di Homovox, associazione di omosessuali francesi che non vogliono il "matrimonio"gay. La de Williencourt ha detto al settimanale Tempi che <<noi gay non vogliamo il matrimonio. Perché la coppia omosessuale è diversa da quella eterosessuale: non può dare origine alla vita>>. E ancora: <<Noi crediamo che i bambini abbiano il diritto di avere un padre e una madre, possibilmente biologici, che possibilmente si amino.>> Discorso simile quello di Richard Waghorne, omosessuale e commentatore su alcuni quotidiani anglosassoni, secondo cui <<le parsone gay che si oppongono al matrimonio gay comincino a parlare>>, perché << i bambini devono essere cresciuti da un uomo e una donna>>. La star omosessuale di Hollyvood Rupert Everett ha dichiarato: <<Non riesco a pensare a niente di peggio che essere allevato da due papà gay>>. Per questo è stato minacciato da alcuni omosessuali: <<Ho ricevuto lettere di odio e ci sono state anche minacce di morte>>. Il futuro che ci aspetta è la distruzione della vera famiglia.

         Il "matrimonio" omosessuale oggigiorno è spesso la priorità di molti governi. E con esso, da subito o dopo un pò di tempo, viene introdotta anche l'adozione omosessuale. Al riguardo c'è una possente, impressionante e planetaria campagna di pressione che ha il sostegno finanziario, che raggiunge complessivamente milioni di dollari.

         Ma poniamoci ora una domanda: come è possibile che gli attivisti gay, che non sono molti ne particolarmente efficaci, siano riusciti a ribaltare in pochi anni l'opinione pubblica su un tema così importante e delicato? Nel 1999 per Rossi Barilli era impensabile proporre all'opinione pubblica le adozioni omosessuali, eppure ora il tema è attualissimo; qualche anno fa era impensabile anche l'attuale consenso mediatico e pubblico del "matrimonio" gay, eppure l'introduzione di questo istituto sembra ormai scontato per tutti (resta solo da decidere come e quando). Come è stato possibile questo enorme cambiamento culturale? E' semplicemente opera dell'attivismo omosessualista, oppure questo cambiamento è funzionale anche agli scopi di altre forze e poteri?

         Nel febbraio dell'anno scorso, il numero uno di una banca d'affari americana, è apparso in un video dell'associazione Human Rights dichiarando: <<Sono il presidente e amministratore delegato della banca d'affari poniamo "X" - afferma - e sostengo da tempo l'uguaglianza del matrimonio. Le imprese Usa hanno imparato da tempo che l'uguaglianza è una buona cosa per gli affari e che questa è la buona cosa da fare. Unitevi a me così come la maggioranza degli americani che sono a favore dei matrimoni gay>> Per quale motivo il presidente della banca d'affari "X", in piena crisi economica, sente l'impellente dovere di promuovere il "matrimonio" gay (e non altre cause umanitarie come, ad esempio, la tutela di anziani e disabili di fronte al diffondersi dell'eutanasia)? Forse gli attivisti omosessualisti sono solo strumenti inconsapevoli di altre e più grandi campagne ideologiche e politiche. Ma quali?

         Qualche tempo fa Riccardo Cascioli, direttore della Nuova Bussola Quotidiana, ha intervistato Allan C. Carison, statunitense esperto della famiglia, chiamato da Reagan nella Commissione per i bambini, direttore di riviste specialistiche e autore di diversi volumi sulla famiglia. Alla domanda <<Ma perché vogliono distruggere la famiglia?>>, Carlson ha risposto: <<E' il frutto dell'ideologia statalista che affonda le radici nella rivoluzione francese e di cui si è fatto storicamente interprete il movimento socialista. Si vuole eliminare tutto ciò che sta tra il governo e l'individuo, per questo la famiglia fondata sul matrimonio - società autonoma e originale - è il nemico numero uno. Il modo più semplice per eliminare il matrimonio è allargarlo, assimilandovi altre forme di unione. Cancellando cioè il suo essere unico e speciale>>.L'ideologia statalista, dunque, o forse meglio: totalitaria, che si salda con la famosa<<dittatura del relativismo>> denunciata fin dal 2005 da papa Benedetto XVI: se non è conoscibile una verità sull'uomo, sulla donna, sul matrimonio, ecc..., allora l'unico criterio della condotta umana diventa il desiderio: se io gay desidero lo stesso riconoscimento sociale dei coniugi, se desidero lottare come loro, se desidero... lo Stato mi deve accontentare. In questo modo, il desiderio diventa diritto. Ecco ciò che porta con sè il cavallo di Troia chiamato "matrimonio gay".

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