lunedì 10 giugno 2013

TU, O SIGNORE . . .

Tu, o Signore, ci hai donato il più grande di tutti i regali: l’Amore e la libertà, lasciandoci liberi di peccare, liberi di insultarTi e rinnegarTi, liberi di pensare e di fare ciò che vogliamo, liberi di abbracciare qualunque idolo secolare, e tutto questo con Amore gratuito.
E noi ne abusiamo.

Tu, o Signore, ci hai anche donato l’intelligenza, la parola, l’umiltà, la discrezione, il buon gusto; e noi ne facciamo poco uso, e per di più distorto e fuori luogo.

Approfittiamo dei nostri ruoli per manipolare e strumentalizzare, a nostro uso e consumo, gesti e parole di coloro che a noi sono antipatici, colpevoli solo di non pensarla come noi, e più il “cadreghino” è alto, più gli siamo incollati sopra, e più ne vorremmo uno più alto, e più alziamo la voce, con arroganza e presunzione.

E noi ne approfittiamo.

Tu, o Signore, ci hai insegnato a non condannare, a non giudicare, a porgere l’altra guancia, a togliere la trave dal nostro occhio per vedere meglio la pagliuzza nell’ occhio dei nostri “ fratelli ”, ad amare tutti, soprattutto coloro che ci odiano, che ci maledicono, che ci stanno antipatici, che non si fanno amare, che la pensano diversamente da noi.

Allora, o Signore, insegnaci a stringere le mani a tutti i fratelli, figli dello stesso Padre, dicendo ho bisogno di te, mi manchi, ti voglio bene, sempre, comunque e dovunque. Non è un’utopia, è il sigillo per una vita migliore, perché Tu, o Signore, sei Amore, e  Amore è vita; dobbiamo solo noi decidere se farne parte come morti o come vivi: chi li distingue è l’ Amore.

 Amen

Alvaro

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