Nella
mentalità comune dell'uomo di oggi prevale il concetto che, non essendovi nulla
di certo a questo mondo, ciascuno sia libero di credere in ciò che vuole: in
tal modo però si rischia di confondere la libertà di pensiero col relativismo.
Il moltiplicarsi delle informazioni che riceviamo dal mondo esterno e le
accresciute possibilità di conoscere tutti i punti di vista degli altri, ci
hanno reso senz'altro più tolleranti ma anche più disorientati.
Col tempo, il relativismo è diventato
un "dogma" in cui tutti siamo costretti a credere per non sentirsi
diversi e isolati dagli altri. Anche Benedetto XVI si era accorto di questo
fenomeno, e affermava che la ragione possiede gli strumenti per giungere alla
verità, ma che la sua capacità viene drasticamente ridotta dalla fede nel
relativismo, che va sempre più assumendo i connotati di una nuova religione.
La conseguenza finale è, come sappiamo,
la dittatura del relativismo, che viene diffusamente accettata nonostante la
palese contraddizione di porsi come verità assoluta dopo aver negato sia
l'esistenza di verità assolute e sia la possibilità di conoscerle.
Tutti i programmi di storia e di
filosofia nelle scuole sono impostati secondo questo storicismo progressista,
che alla fine disorienta i giovani e li conduce verso la resa del soggettivismo
edonistico. Alla fine l'uomo smarrisce perfino il suo naturale desiderio di
verità, e rimane vittima indifesa delle mode, senza più alcuna capacità di
giudizio di bene e di male.
Quando un soggetto ridotto in tali
condizioni giunge a contatto con l'annuncio cristiano, lo vede come avvolto in
una nebbia. Come ha acutamente osservato Benedetto XVI, <<avere una fede
chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come
fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare "qua e
là da qualsiasi vento di dottrina", appare come l'unico atteggiamento
all'altezza dei tempi odierni>>.
Tale distorsione si è fatta strada
perfino nella mente di molti cattolici, che, interrogati sulle religioni,
spesso rispondono che in fondo si equivalgono perché tutte dicono di portare a
Dio. Ma, Benedetto XVI dichiara possibile sottrarsi alla dittatura del
relativismo. Solo unendo fede e ragione potremo salvarci e recuperare il mondo.
Ma
che cosa è in sostanza il Relativismo?
Il Relativismo
è quell'atteggiamento di pensiero che ritiene che non esistono verità assolute.
Forse anche noi avremo sentito qualche amico affermare: "Ma sarà vero?
Sai, tutto è relativo". Secondo
questa corrente, una cosa che è vera per noi, non è vera per un altro. Ciò si
verifica certamente per le verità soggettive (a chi piace un colore, a chi un
altro, a chi un sapore, a chi un altro) ma questo non vale per le verità
oggettive (se c'è un aldilà, c'è per tutti; se c'è Dio, c'è per tutti). Dio ci
ha rivelato, incarnandosi, quale sia la Verità (espressa nel suo insegnamento,
contenuto nel Vangelo) perciò ci ha liberato dal soggettivismo delle opinioni, cioè dal relativismo, per
indicarci la via ("Io sono la
Via, la Verità, la Vita). Per i cristiani, dunque, c'è possibilità, per l'uomo,
di conoscere la verità e di viverla.
Chi si sottrae a questo, permane nei limiti del relativismo e non prende alcuna
direzione, perché tutto si equivale. Per il relativista non c'è, infatti,
bianco e nero, ma tutto è ugualmente grigio. Come dice l'evangelista Giovanni, la luce
è venuta nel mondo, ed ora sappiamo quale sia la verità e in che direzione
andare.
Quindi il Relativismo si combatte con
il Vangelo, la Dottrina Sociale della Chiesa ed il Catechismo della Chiesa
Cattolica.
Dal
Catechismo Maggiore di San Pio X:
-
Da chi dobbiamo noi ricevere e imparare la Dottrina cristiana? Noi dobbiamo
ricevere e imparare la Dottrina cristiana dalla Santa Chiesa Cattolica.
-
E' necessario imparare la Dottrina insegnata da Gesù Cristo? E' certamente
necessario imparare la dottrina insegnata da Gesù Cristo e mancano gravemente
quelli che trascurano di farlo.
Per
concludere:
Lo
Spirito Santo va pregato tutti i giorni. Attraverso lo Spirito Santo, il Padre
e il Figlio prendono dimora presso di noi: noi viviamo in Dio. Qual è allora
l'azione dello Spirito Santo nella nostra vita e nella vita della Chiesa per
guidarci alla verità? Anzitutto, ricorda e imprime nei cuori dei credenti le
parole che Gesù ha detto, e, proprio attraverso tali parole, la legge di Dio -
come avevano annunciato i profeti dell'Antico Testamento - viene inscritta nel
nostro cuore e diventa in noi principio
di valutazione nelle scelte e di guida nelle azioni quotidiane, diventa
principio di vita. Vedi Ezechiele:<< vi purificherò da tutte le vostre
impurità e da tutti i vostri idoli, vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di
voi uno spirito nuovo. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere
secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie
norme>>. Infatti è dall'intimo di
noi stessi che nascono le nostre azioni . Il popolo di Dio, sotto la guida del Magistero, aderisce
indefettibilmente alla fede trasmessa, le
approfondisce con retto giudizio e le applica più pienamente nella vita.
Emmanuele
FONTI:
Rivista
di Apologetica "Il Timone"
e
TITOLO:
Catechismo Maggiore promulgato da San Pio X
EDITORE:
ARES
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