domenica 21 aprile 2013

L'EUROPA CHE SARA'. Parte seconda



Affrontiamo oggi il tema : <<L'Europa che sarà>>.

L’obiettivo è chiaro: è quello costantemente presente alla diplomazia vaticana e quello al quale lavora con lungimiranza Alcide de Gasperi: <<Si tratta di mirare a un governo “mondiale”, di cui quello europeo è da vedere come tappa e, in qualche modo, prefigurazione.

Affermò Martini nel 2002: <<Ritengo si possa dire che l’Europa si trova di fronte un bivio importante, forse decisivo, della sua storia>>.


Un terzo elemento si trova nella coscienza che l’Europa ha avuto e ha tutt’ora di essere gravata di una sua missione e responsabilità verso gli altri popoli e Paesi proprio in ordine alla tutela della verità e della dignità personale dell’uomo: <<Da questa Europa in cui il cristianesimo si è radicato così profondamente durante tutta la storia tormentata – in cui tuttavia i lumi non sono stati senza ombre – deve irradiarsi la forza morale che, sola, può animare la volontà di rispettare, difendere e promuovere la dignità della persona umana all’interno delle sue frontiere e in solidarietà con tutti coloro che, altrove, ne hanno bisogno>>.

Ecco ancora uno dei tanti testi del Papa: <<I costruttori della nuova Europa dovranno affrontare un’altra grande sfida: quella di creare uno spazio globale europeo di libertà, di giustizia e di pace al posto dell’isola di benessere occidentale del continente. I Paesi ricchi, inevitabilmente, dovranno affrontare sacrifici concreti per livellare man mano il solco disumano di benessere in Europa. Ci vuole un aiuto spirituale per portare avanti la costruzione delle strutture democratiche e il loro consolidamento e per promuovere una cultura della politica e le giuste condizioni dello Stato di diritto>>. E, per meglio precisare: <<In verità, su questo punto l’Europa sta giocando il suo destino futuro, poichè sta dando segni di decadenza morale e anche di impoverimento demografico, e sta rischiando così di dilapidare un patrimonio culturale trasmessole da insigni pensatori, grandi giuristi e mirabili santi>>. Non a caso la chiave di volta per la costruzione dell’Europa è data dal concetto e dalla verità dell’uomo: <<E’ su questa base che si costruisce l’Europa degli uomini e dei popoli, e non solamente quella del progresso materiale e tecnico. Allora si impone necessariamente il dovere di sottomettere le leggi e i sistemi a una continua revisione dal punto di vista dei diritti oggettivi ed inviolabili dell’uomo. Bisogna desiderare in fin dei conti che ogni programma, ogni piano di sviluppo sociale, economico, politico, culturale dell’Europa metta sempre in primo piano l’uomo con una sua dignità suprema e con i suoi diritti imprescindibili, fondamento indispensabile del progresso autentico.

Si tratta infine di tenere aperta l’Europa a tutti i paesi del mondo.

La fase che stiamo attraversando è ancora una fase di decostruzione, di dissoluzione, non si intravede l’alba di un mondo nuovo.

Si può dire che l’Europa è una cultura che ha creato una civiltà. Il fatto notevole è che i prodotti della cultura europea sono universalizzabili. L’umanesimo riguarda tutti gli uomini, a qualunque epoca e luogo appartengano.

Oggi l’Europa è come se avesse bisogno di tutta la sua storia per intraprendere un nuovo cammino.

Le trasformazioni radicali dell’ex mondo comunista, nei Balcani, nel Baltico esigono una responsabilità complessiva e unitaria dell’Europa. O essa riuscirà ad esserci come soggetto politico o rischia di disperdere il suo stesso futuro.

L’Europa pacificata si candida a esportare pace nel mondo.

Resta il fatto che questa Europa c’è. Come territorio pacificato e civilizzato che propone un profilo universalmente civilizzatore.

Problemi comunque tutti interni all’Europa civile e alla costituzione che ne rappresenta il volto, che non possono essere risolti segnando il passo: anche il senso di questa Europa prende forma soltanto nel suo possibile futuro, << perché l’identità culturale dell’Europa non si fonda solo sul passato, ma si deve determinare in base al futuro, ossia sarà determinabile anche e soprattutto in base a ciò che l’Europa deciderà nel futuro.

La consapevolezza è questa: non solo l’Europa in troppe circostanze non c’è, ma diventa sempre più difficile costruirla senza un colpo d’ala, senza uno scatto coraggioso che sembra oggi davvero improbabile.

Emmanuele 

Fonte:
Autore: GIOVANNI BIANCHI
Titolo: L’EUROPA CHE VERRA’
Editrice: EDITRICE MONTI




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