Affrontiamo
oggi il tema : <<L'Europa che sarà>>.
L’obiettivo
è chiaro: è quello costantemente presente alla diplomazia vaticana e quello al
quale lavora con lungimiranza Alcide de Gasperi: <<Si tratta di mirare a
un governo “mondiale”, di cui quello europeo è da vedere come tappa e, in
qualche modo, prefigurazione.
Affermò
Martini nel 2002: <<Ritengo si possa dire che l’Europa si trova di fronte
un bivio importante, forse decisivo, della sua storia>>.
Un
terzo elemento si trova nella coscienza che l’Europa ha avuto e ha tutt’ora di
essere gravata di una sua missione e responsabilità verso gli altri popoli e
Paesi proprio in ordine alla tutela della verità e della dignità personale
dell’uomo: <<Da questa Europa in cui il cristianesimo si è radicato così
profondamente durante tutta la storia tormentata – in cui tuttavia i lumi non
sono stati senza ombre – deve irradiarsi la forza morale che, sola, può animare
la volontà di rispettare, difendere e promuovere la dignità della persona umana
all’interno delle sue frontiere e in solidarietà con tutti coloro che, altrove,
ne hanno bisogno>>.
Ecco
ancora uno dei tanti testi del Papa: <<I costruttori della nuova Europa
dovranno affrontare un’altra grande sfida: quella di creare uno spazio globale
europeo di libertà, di giustizia e di pace al posto dell’isola di benessere
occidentale del continente. I Paesi ricchi, inevitabilmente, dovranno
affrontare sacrifici concreti per livellare man mano il solco disumano di
benessere in Europa. Ci vuole un aiuto spirituale per portare avanti la costruzione
delle strutture democratiche e il loro consolidamento e per promuovere una
cultura della politica e le giuste condizioni dello Stato di diritto>>.
E, per meglio precisare: <<In verità, su questo punto l’Europa sta
giocando il suo destino futuro, poichè sta dando segni di decadenza morale e
anche di impoverimento demografico, e sta rischiando così di dilapidare un
patrimonio culturale trasmessole da insigni pensatori, grandi giuristi e
mirabili santi>>. Non a caso la chiave di volta per la costruzione
dell’Europa è data dal concetto e dalla verità dell’uomo: <<E’ su questa
base che si costruisce l’Europa degli uomini e dei popoli, e non solamente
quella del progresso materiale e tecnico. Allora si impone necessariamente il
dovere di sottomettere le leggi e i sistemi a una continua revisione dal punto
di vista dei diritti oggettivi ed inviolabili dell’uomo. Bisogna desiderare in
fin dei conti che ogni programma, ogni piano di sviluppo sociale, economico,
politico, culturale dell’Europa metta sempre in primo piano l’uomo con una sua
dignità suprema e con i suoi diritti imprescindibili, fondamento indispensabile
del progresso autentico.
Si
tratta infine di tenere aperta l’Europa a tutti i paesi del mondo.
La
fase che stiamo attraversando è ancora una fase di decostruzione, di
dissoluzione, non si intravede l’alba di un mondo nuovo.
Si
può dire che l’Europa è una cultura che ha creato una civiltà. Il fatto
notevole è che i prodotti della cultura europea sono universalizzabili.
L’umanesimo riguarda tutti gli uomini, a qualunque epoca e luogo appartengano.
Oggi
l’Europa è come se avesse bisogno di tutta la sua storia per intraprendere un
nuovo cammino.
Le
trasformazioni radicali dell’ex mondo comunista, nei Balcani, nel Baltico
esigono una responsabilità complessiva e unitaria dell’Europa. O essa riuscirà
ad esserci come soggetto politico o rischia di disperdere il suo stesso futuro.
L’Europa
pacificata si candida a esportare pace nel mondo.
Resta
il fatto che questa Europa c’è. Come territorio pacificato e civilizzato che
propone un profilo universalmente civilizzatore.
Problemi
comunque tutti interni all’Europa civile e alla costituzione che ne rappresenta
il volto, che non possono essere risolti segnando il passo: anche il senso di
questa Europa prende forma soltanto nel suo possibile futuro, << perché
l’identità culturale dell’Europa non si fonda solo sul passato, ma si deve
determinare in base al futuro, ossia sarà determinabile anche e soprattutto in
base a ciò che l’Europa deciderà nel futuro.
La
consapevolezza è questa: non solo l’Europa in troppe circostanze non c’è, ma
diventa sempre più difficile costruirla senza un colpo d’ala, senza uno scatto
coraggioso che sembra oggi davvero improbabile.
Emmanuele
Fonte:
Autore: GIOVANNI
BIANCHI
Titolo: L’EUROPA
CHE VERRA’
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