lunedì 22 aprile 2013

ABBIAMO LA VOLONTA’ DI CAMBIARE ?

Quando riconosciamo le nostre miserie, abbiamo mai provato a chiederGli quali sono i nostri difetti che Lui vorrebbe che noi annullassimo? Abbiamo veramente la volontà di cambiare ? Se così non fosse, chiediamoGli allora di cambiare la nostra mancanza di volontà.


Anche noi, come Zaccheo, dovremmo volere “scendere in strada“, cioè sporcarci, comprometterci, metterci in discussione, prepararci a superare gli inevitabili ostacoli, altrimenti passeremo tutta la vita a scappare; e, come lui ,dovremmo trovare il coraggio di affrontare anche la contestazione e la derisione della gente: Getta sul Signore il tuo affanno ed egli ti darà sostegno ( Sl 54,23 ).


Più ci facciamo piccoli, più scopriremo la nostra grandezza.

L’attesa di Amore produce amore, è come lo sguardo di DIO; e così facendo lasciamo spazio alla “ospitalità“, < che viene sempre da DIO > , imparando ad ascoltare e ad accogliere il prossimo, chiunque esso sia.

Da non confondere con l’ “ostilità“ ( i due nomi si assomigliano ), che viene sempre dal “nemico“, e che ci rende duri, ironici, aggressivi.

E il nostro più grande desiderio deve essere quello di conoscere, amare e servire DIO, il nostro fine sulla terra, per goderLo, un giorno, in Paradiso, senza dimenticare, però, che la vita eterna, che non ha né inizio né fine, è già oggi, è già nel quotidiano, dove Lui sta alla porta della nostra casa e bussa: e se noi Gli apriremo, Lui entrerà e mangerà con noi (ecco il fare comunione !).

Ma la casa dell’uomo è il cuore di Dio, la nostra dimora, la salvezza.

Come meravigliosamente spiegato da Hunt nel suo famoso quadro ( conservato a Oxford ), dove viene raffigurato un uomo con la lanterna, in mezzo alle tenebre, che sta bussando ad una porta senza maniglia.

A chi gli domandava se si fosse dimenticato di disegnare la maniglia, Hunt rispose: “ c’è una sola maniglia, quella del cuore, che si apre solo dall’interno ! ”.

Prima di ogni pensiero, di ogni azione, di ogni decisione, domandiamoci cosa avrebbe detto o fatto Gesù (che significa uomo che salva). . . e regoliamoci di conseguenza!

Quello che non accettiamo dagli altri, in effetti altro non è che quello che non accettiamo di noi stessi. Gli “altri “sono il nostro“ specchio“.

Se invece mettessimo i nostri limiti davanti a DIO, LUI li userebbe per farci crescere, non per punirci, perché è un DIO d’Amore, anche se a volte ci facciamo di LUI un’ idea pagana, simile a Zeus, vendicativo, con il fulmine in mano.
Alvaro

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