lunedì 29 aprile 2013

IL VANGELO NON VA CONOSCIUTO, MA VISSUTO

La nostra società è ammalata di cancro: l’incredulità, l’ateismo, il materialismo, l’indifferenza; è diventata “ epidermica “: vive delle sulle emozioni, sempre effimere, e non sulla verità, che è eterna.
Stiamo però attenti anche noi a non farci contagiare, perché diventeremmo dei “giuda eucaristici“ ogni volta che ci avviciniamo alla mensa di Gesù pensando che non Lui, entrando in comunione con noi, ci trasformi in Lui, ma viceversa.

Così succede tutte le volte che noi non riusciamo a dare una svolta decisa alla nostra vita peccaminosa, continuando ad essere sempre gli stessi di prima.

Dobbiamo anche non limitarci solo all’ adorazione, ma andare incontro, con dedizione e gratuità, ai poveri, ai bisognosi, ai sofferenti, ai diseredati, tendendo loro una mano, donando anche solo un sorriso, stando loro vicino, anche in silenzio, per essere autentici testimoni di quella carità e di quell’ Amore che il Vangelo ci ripete continuamente, perché il Vangelo non va “ conosciuto“ , ma “ vissuto “. (2 Pt 3, 18 - crescete nell’ Agape, conoscendo Cristo, e riconoscendoLo nei fratelli .. ).

Anche Gesù stesso, quando ripeteva ai Suoi discepoli “ osservate i miei comandamenti, e rimarrete nel mio Amore “ , non intendeva tanto l’ osservare come il guardare (perché non basta), ma “mettere in pratica “ , “conservare“, nel cuore , < come Maria di Betania >.

Alvaro

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