sabato 2 febbraio 2013

SIATE SANTI: PIERA MOROSINI


Per la rubrica “Siate santi” quest’oggi “incontriamo” Pier Morosini che nel 1987 Giovanni Paolo II ha dichiarato beata.
Ricordiamo come sempre che queste “interviste” non sono reali ma le abbiamo volute idealmente immaginare, certi che per conoscere una persona e il suo pensiero, la si debba avere davanti a noi… Ricordiamo inoltre che le frasi in corsivo sono originali.



Venite e Vedete: “Buongiorno Piera”
Piera Morosini: “Pierina! In famiglia mi chiamano Pierina”
VV: “Bene, allora oggi anche noi ti chiameremo Pierina; oggi vorremmo conoscerti meglio, per capire cosa ti abbia spinto a fare le scelte che hai fatto nella tua vita”
PM: “Sono qui per questo!”
VV: “Probabilmente molti non sanno chi sei…”
PM: “Sono nata nel gennaio del 1931 a Fiobbio nella Val Seriana”
VV: “Hai altri fratelli?”
PM: “Altri? (sorride) molti altri! Ne ho 8!”
VV: “Caspita 8? Allora la tua è una famiglia proprio numerosa!”
PM: “Beh a dire la verità sono le vostre famiglie che hanno pochi che la compongono. Oggi tendete a fare pochi figli o a non farne affatto. Nella mia epoca i figli non erano un peso ma erano una risorsa!”
VV: “Hai ragione sono cambiati i tempi…”PM: “Non sono i tempi che sono cambiati, sono le teste delle persone che hanno cambiato i cuori, e invece dovrebbe essere esattamente il contrario”
VV: “Non avevo pensato a questo aspetto. Senti ma tu in che scala sei rispetto ai tuoi fratelli? “
PM: “Io sono la prima”
VV: “Ahi! Compito difficile essere il primogenito”
PM: “Significa saper rinunciare a molte cose che al contrario avranno i nostri fratelli…”
VV: “Significa dover dare l’esempio…”
PM: “L’esempio dobbiamo sempre essere in grado di darlo! Sarebbe come dire che Cristo ha dato l’esempio essendo il primo e noi ne traiamo vantaggio e basta. Invece ognuno di noi è secondo di qualcuno e primo di un altro. Quindi l’esempio dobbiamo esserlo ogni giorno nei confronti di tutti…”
VV: “E il rapporto con i tuoi familiari come era?”
PM: “Molto buono, voglio molto bene ai miei fratelli”
VV: “E con i tuoi genitori?”
PM: “Anche a loro voglio molto bene. Loro mi hanno insegnato che il rispetto per i genitori è molto importante. Mi hanno donato la vita, mi hanno insegnato la vita!”
VV: “Hai parlato di Cristo…. Quando lo hai  conosciuto?”
PM: “Molto presto. I miei genitori mi hanno insegnato a pregare, ho imparato a recitare il Rosario con loro ogni sera. A 7 anni avevo già fatto comunione e cresima”
VV: “ Mi chiedo se sia giusto fare così presto quei sacramenti… una bambina di 6 anni cosa ne può mai capire?”
PM: “Qui ti sbagli! Gesù ha detto: “Lasciate che i bambini vengano a me!”
VV: “E’ vero però…”
PM: “…sono gli adulti che si fanno mille problemi, invece i bambini ed i giovani  hanno ancora un cuore puro”
VV: “Forse perché mi riesce difficile immaginarti bambina pregare il rosario con la tua famiglia”
PM: “Oggi c’è la TV che divide le famiglie. 4 stanze 4 TV. Ognuno sta lontano dall’altro. Negli anni miei la casa era “famiglia”. Si stava insieme, si cenava insieme, si parlava e si pregava insieme. La famiglia era un valore.”
VV: “Quindi la preghiera è entrata molto presto nella tua vita…”
PM: “A me piace molto pregare. Pregare è stare alla presenza di Dio”
VV: “E allora perché non hai pensato alla vita religiosa?”
PM: “Ci ho pensato…”
VV: “Ma?”
PM: “Ma.. non è stato possibile, ne ho parlato con mia madre ma, come dicevo prima, i figli sono una risorsa e ho dovuto scegliere il lavoro nel 1946 per aiutare tutta la mia famiglia”
VV: “E quindi con il lavoro hai cominciato ad avere poco tempo per la preghiera…”
PM: “Al contrario! Ero iscritta all’Azione Cattolica e partecipavo alla messa delle 5”
VV: “Come alle 5?!?”
PM: “Io lavoravo in un cotonificio su 2 turni: 6-14 e 14-22, e la mattina mi alzavo presto e andavo a Messa prima del turno”
VV: “E come facevi ad alzarti così presto e poi essere così lucida sul lavoro?”
PM: “Proprio grazie alla Messa! Senza la comunione per me è un giorno vuoto. La domenica è il giorno del Signore, prova ad iniziare ogni tua giornata con la Messa e ogni giorno diverrà il giorno del Signore, così ogni tua giornata sarà riempita da Lui e non sarà dura da affrontare”
VV: “E al lavoro com’era?”
PM: “Prima di far partire i macchinari facevo il segno della croce”
VV: “Per evitare che si fermassero??”
PM: “No, per iniziare bene il mio lavoro”
VV: “Ma non davi l’impressione di essere un po’ bigotta?”PM: “Il lavoro è preghiera ecco perché il segno della croce, Dio lo si deve ricordare in ogni istante! Non c’è un tempo in cui farlo e uno in cui no”
VV: “Giusto, in pratica preghi sempre?”
PM: “Te l’ho detto pregare mi piace!”
VV: “E quando non lavoravi cosa facevi?”
PM: “Quando non lavoravo… lavoravo”
VV: “In che senso?”
PM: “Nel senso che avevo fatto un corso di cucito e allora cucivo, rattoppavo… per la mia famiglia e per qualcuno meno fortunato”
VV: “Ma non ti fermavi proprio mai?”
PM: “Il tempo è più prezioso dell’oro”
VV: “Sì ma alla tua età è giusto anche pensare al resto…”
PM: “Posseggo Dio e mi basta”
VV: “Penso alle altre ragazze che curano il proprio aspetto per piacere a sé stesse ma anche agli altri ragazzi. Tu invece sei molto semplice di aspetto”
PM: “E’ la testa che conta”
VV: “Questo è vero ma so che al lavoro eri indicata come “quella degli zoccoli”, vestita di una semplice divisa e un paio di zoccoli… qualcuno pensava non volessi stare con le altre colleghe”
PM: “La divisa l’avevo cucita io… e poi la mia divisa è essere un nulla. Comunque non è vero, infatti quando le colleghe facevano errori, qualche volta mi sono presa io la colpa. Ero semplicemente una persona riservata”
VV: “Ma se sei un nulla non vai da nessuna parte”
PM: “Beh la mia meta è il cielo”
VV: “Ricordi davvero molto Maria Goretti”
PM: “Lei ha cambiato la mia vita. E’ stato il mio regalo più bello.”
VV: “ Regalo?”
PM: “Sì, regalo. Ero molto rattristata per non aver potuto seguire la vita religiosa e mia madre mi regalò il pellegrinaggio a Roma nell’aprile del 47 per la beatificazione di Maria Goretti. Fu bellissimo”
VV: “E magari ci sei andata indossando la tua divisa?”
PM: “Eh no! Mia mamma mi regalò anche un bel paio di sandali”
VV: “ E di Maria Goretti hai seguito la stessa fine…”
PM: “… non la stessa fine, ma la stessa meta”
VV: “Parlavo della stessa fine terrena… ti va di raccontarci?”
PM: “Quel giovane aveva più volte provato ad avvicinarmi ma io non avevo voluto, gli avevo detto che volevo farmi suora…”
VV: “ E poi?”
PM: “E poi un giorno, il 4 aprile del 57, tornando a casa dal lavoro ci provò ancora, ma io ero fatta per Gesù e lui mi colpì con una pietra. Entrai in come senza mai riprendere conoscenza e il 6 aprile raggiunsi la “meta”. Avevo Gesù ad attendermi alla porta e Maria Goretti mi accompagnò per mano…”
VV: “Grazie del tempo che ci hai concesso”
PM: “Grazie a voi. Ora vado a rimettermi al lavoro”
VV: “Come al lavoro?? Ancora?”
PM: “Devo cucire molte divise per i prossimi buoni cristiani….”
Vi segnaliamo il sito ufficiale:
www.beatapieramorosini.it

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