sabato 25 giugno 2011

COMMENTO AL VANGELO: IL PADRE CELESTE

Pubblichiamo il commento di don Marcello al vangelo di domenica (rito ambrosiano)...

Leggendo la parola di Dio mi accorgo che “Il Padre celeste” è proprio diverso da me. Il suo modo di pensare, di fare, è tanto diverso dal mio che faccio fatica a capirlo. Nel vangelo (Mt 5,43-48) leggo: “Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano”. Ma come si fa in certe situazioni? E ancora: “Il Padre vostro celeste fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni, fa piovere sui giusti e sugli ingiusti”. Ma dov’è allora la giustizia del Padre celeste? Questa fatica mi fa ammettere che non conosco ancora il Padre celeste e che dentro di me gli resisto.
Ma la mia fatica pian piano si risolve quando presto attenzione alla vita, che parla non solo di cose negative ma di fatti che stupiscono. Vengo a scoprire di uomini e di donne che di fronte al nemico, all’ingiustizia, al torto subito hanno una reazione positiva, diversa dalla mia, e che sa dare loro una serenità a me sconosciuta. Che io abbia torto e loro ragione?
Quando vengo a sapere di Carlo Castagna, marito, padre e nonno di tre delle quattro vittime della strage di Erba, che perdona gli uccisori, aggiungendo: “Io vivo la fede in questo modo”, resto stupito.
Quando leggo di Carlo Dionedi che era a tre metri dalla bomba di Bologna e dice: “Perchè gli altri sono stati presi e io lasciato? Quel che è certo, è che Dio non spara nel mucchio come fanno i terroristi: c’è una logica che lui solo conosce. Quando capisci che la vita ti è donata, non puoi che iniziare a prenderla sul serio e donarla a tua volta”, resto stupito.
Quando leggo di Paolo Brosio, popolare giornalista televisivo, che racconta dei due matrimoni a rotoli e dello smarrimento della droga da cui si riprende miracolosamente, a partire da un momento particolare, quando nel mezzo di un festino avverte di colpo il desiderio di pregare ad alta voce la Madonna, ancora una volta resto stupito.
Di stupore in stupore alla fine mi arrendo. Sono giunto infatti alla conclusione che dietro il perdono, la serenità ritrovata, il voglia di prendere sul serio la vita, di mettere ordine nella propria esistenza, ci sta un dono del Padre celeste perché la vita possa sempre ricominciare.
Questa è la mia conclusione, e la vostra?

Don Marcello

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