Legge naturale fonte dei diritti umani scritta in ogni
cuore e nelle civiltà.
Ecco cosa pensa il Papa a proposito della legge
naturale :
Nel suo discorso alle Nazioni Unite il Papa comincia
col sottolineare i principi fondativi dell’Organizzazione che sono:il desiderio
della pace, la ricerca della giustizia, il rispetto della dignità della
persona, la cooperazione umanitaria e l’assistenza
Questioni di sicurezza, obiettivi di sviluppo,
riduzione delle ineguaglianze locali e globali, protezione dell’ambiente, delle
risorse e del clima, richiedono che tutti i responsabili internazionali
agiscano congiuntamente e dimostrino una prontezza ad operare in buona fede,
nel rispetto della legge e nella promozione della solidarietà nei confronti
delle regioni più deboli del pianeta. Penso in particolar modo a quei Paesi
dell’Africa e di altre parti del mondo che rimangono ai margini di un autentico
sviluppo integrale, e sono perciò a rischio di sperimentare solo gli effetti
negativi della globalizzazione.
Nel contesto delle relazioni internazionali, è
necessario riconoscere il superiore ruolo che giocano le regole e le strutture
intrinsecamente ordinate a promuovere il bene comune, e pertanto a difendere la
libertà umana. Tali regole non limitano la libertà; al contrario, la
promuovono, quando proibiscono comportamenti e atti che operano contro il bene
comune, ne ostacolano l’effettivo esercizio e perciò compromettono la dignità
di ogni persona umana. Nel nome della libertà deve esserci una correlazione fra
diritti e doveri, con cui ogni persona è chiamata ad assumersi la
responsabilità delle proprie scelte, fatte in conseguenza dell’entrata in
rapporto con gli altri.
La promozione dei diritti umani rimane la strategia
più efficace per eliminare le disuguaglianze fra Paesi e gruppi sociali, come
pure per un aumento della sicurezza. Certo, le vittime degli stenti e della
disperazione, la cui dignità umana viene violata impunemente, divengono facile
preda del richiamo alla violenza e possono diventare in prima persona
violatrici della pace.
Dato che i diritti e i conseguenti doveri seguono
naturalmente dall’interazione umana, è facile dimenticare che essi sono il
frutto di un comune senso della giustizia, basato primariamente sulla
solidarietà fra i membri della società e perciò validi per tutti i tempi e per
tutti i popoli.
Questa intuizione fu espressa sin dal quinto secolo da Agostino di Ippona, uno dei maestri della nostra eredità intellettuale, il quale ebbe a dire riguardo al Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te che tale massima «non può in alcun modo variare a seconda delle diverse comprensioni presenti nel mondo» ( De doctrina christiana, III, 14). Perciò, i diritti umani debbono esser rispettati quali espressione di giustizia e non semplicemente perché possono essere fatti rispettare mediante la volontà dei legislatori.
Questa intuizione fu espressa sin dal quinto secolo da Agostino di Ippona, uno dei maestri della nostra eredità intellettuale, il quale ebbe a dire riguardo al Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te che tale massima «non può in alcun modo variare a seconda delle diverse comprensioni presenti nel mondo» ( De doctrina christiana, III, 14). Perciò, i diritti umani debbono esser rispettati quali espressione di giustizia e non semplicemente perché possono essere fatti rispettare mediante la volontà dei legislatori.
Il dialogo dovrebbe essere riconosciuto quale mezzo
mediante il quale le varie componenti della società possono articolare il
proprio punto di vista e costruire il consenso attorno alla verità riguardante
valori od obiettivi particolari.
È perciò inconcepibile che dei credenti debbano
sopprimere una parte di se stessi – la loro fede – per essere cittadini attivi;
non dovrebbe mai essere necessario rinnegare Dio per poter godere dei propri
diritti.
Emmanuele
Fonte : Avvenire del 19 Aprile 2008
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