Storia di Adams. l'ex nazionale
francese in coma da 33 anni. La moglie: <<Mai l'eutanasia>>.
Sposata da 46 anni con l'ex
calciatore del Paris Saint-Germain, Bernadette dimostra un amore sconfinato:
<<Lo lavo, lo vesto e gli dò io da mangiare. E' ancora vivo ed è
meraviglioso>>.
Niente video e niente fotografie, nè
a lui nè alla sua camera. L'amore che Bernadette nutre per suo marito si
capisce anche da questo piccolo dettaglio, dal rispetto profondo per la sua
immagine. Essendo un ex calciatore della nazionale francese, trovate foto di
Jean-Pierre Adams non è difficile ma da quando è entrato in coma 33 anni fa,
non è stato diffuso neanche uno scatto. Bernadette non l'ha permesso.
L'errore medico.
La moglie si prende cura di lui
tutti i giorni, 24 ore su 24, dal 1982, quando il roccioso difensore allora
34enne ex Paris Saint-Germain, ormai a fine carriera, si è sottoposto a un
intervento chirurgico di routine per sistemare il ginocchio. Quel giorno la
maggior parte del personale dell'ospedale Edouart Herriot era in sciopero e i
pochi in servizio avevano molti pazienti da curare contemporaneamente.
Jean-Pierre venne intubato male: l'anestesia e un tirocinante fecero molti
errori, causandogli un arresto cardiaco. Il cervello rimase senza ossigeno per
troppo tempo, subendo danni irreparabili.
La "guardia nera".
Da quel
giorno l'ex difensore, che con Marius Trèsor formò la coppia centrale della
Francia soprannominata "Garde noire" (la "guardia nera"), è
in coma e dopo 15 mesi Bernadette se l'è riportato a casa. <<Non sapevano
come prendersi cura di lui. Così mi sono detta: "Tornerà a
casa">>, spiega alla Cnn. La donna oggi ha 73 anni e Jean-Pierre 67
ma non domanda niente alle infermiere: <<Lo vesto a letto e gli cambio
gli abiti tutti i giorni, poi gli sistemo la stanza e gli metto il suo profumo
preferito. Da un pò di anni purtroppo la Paco Rabanne non lo produce più, ora
gli compro Sauvage di Dior.
<<Mi riconosce>>.
E' sempre Bernadette che gli dà da
mangiare, gli fa il bagno e lo gira per evitare piaghe da decubito. Ma perché
non lasciare i compiti più gravosi a qualcun altro? <<A volte capita che
resti fuori a dormire ma lui si accorge che non sono io ad occuparmi di lui. Me
l'ha confessato l'infermiera, dice che lui non sembra lo stesso. Io penso che
lui percepisca le cose. Credo che riconosca anche il suono della mia voce
e a volte mi sembra che, magari solo per
un istante, lui capisca quello che gli dico. Perché io gli parlo di tutto in
continuazione>>.
Dal Senegal in pellegrinaggio.
Jean-Pierre
è arrivato in Europa a 10 anni: fu la nonna a portarlo in Francia in
pellegrinaggio. L iscrisse a scuola negli anni '50 e presto il ragazzo venne
adottato da una famiglia francese. Negli anni '60 Jean-Pierre incontrò
Bernadette a un ballo e nonostante i genitori di lei non vedessero di buon
occhio un matrimonio con un uomo di colore, acconsentirono alle nozze.
46 anni di matrimonio.
Dopo 46 anni di matrimonio,
Bernadette riesce a sostenere i costi delle cure grazie all'indennizzo che il
tribunale le ha riconosciuto dopo 12 anni di processo per gli errori commessi
dall'ospedale. Inoltre, la lega francese e gli ex compagni di squadra hanno
spesso organizzato partite benefiche per raccogliere fondi per aiutarla.
<<Eutanasia? No, No, No>>.
Bernadette oggi è nonna. Ai suoi due
figli si sono aggiunti tre nipoti e c'è una sola cosa che la spaventa:
<<Che cosa succederebbe se io morissi prima di lui? Resterebbe senza
nessuno a prendersi cura di lui. Se non ci sono io, chi lo farà?>>, dice
aggiungendo di non voler lasciare questo compito gravoso sulle spalle dei
figli. Il giornalista della Cnn azzarda un'ipotesi: e l'eutanasia? Secca la
risposta: <<Che cosa mi stà suggerendo di fare? Di privarlo del cibo? Di
lasciarlo morire poco a poco? No, no,
no. Jean-Pierre è sempre stata una persona accattivante e ora ha bisogno di
aiuto. Lui oggi è ancora vivo e questo è meraviglioso. E magari un giorno, con
il progredire della scienza, potrà svegliarsi>>.
FONTE: Tempi, 22.01.16
Nessun commento:
Posta un commento