L’avv.
Giancarlo Cerrelli, vice-presidente dell'Unione Giuristi Cattolici, posto
all'attenzione dei media, per aver già espresso in diretta TV le sue idee
sull'omofobia e la relativa legge, era stato invitato al programma Domenica
in (RAI 1) di domenica 3 novembre per un dibattito sul tema dell’omofobia. Ma
la sua partecipazione è stata annullata, mentre gli altri tre invitati,
alla trasmissione, hanno partecipato regolarmente. Ciò è avvenuto dopo che la
redattrice della trasmissione ha chiesto a Cerrelli, nei giorni scorsi, in
dettaglio ciò di cui avrebbe parlato in trasmissione , e cioè dell'ideologia
del gender e della pressione massmediatica a favore degli lgbt (lesbiche, gay,
bisessuali, transessuali).
Massimo
Introvigne, sociologo torinese e coordinatore dell'Osservatorio della Libertà
Religiosa, e che è stato nel
2011 Rappresentante dell'OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la
Cooperazione in Europa) per la lotta al razzismo e alla xenofobia, oltre che
alla discriminazione religiosa, così si
pronuncia:
«È un fatto gravissimo che chiama in
causa la natura e la funzione del servizio pubblico, che viene meno alla sua
vocazione pluralista. Cerrelli è escluso per la sua ferma e convincente
opposizione a leggi sull'omofobia che introducano reati di opinione e
impediscano di esprimere un giudizio sugli atti omosessuali non conforme al
pensiero dominante. Ci sono lobby che, su questi temi, vogliono lasciar parlare
solo chi dà loro ragione, "silenziando" gli altri con metodi da regime
totalitari. Senza insultare le persone omosessuali e anzi, professando nei loro
confronti rispetto e accoglienza, la doverosa condanna esprime però l'opinione
che "gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati e in
nessun caso possono essere approvati", espressione contenuta nel
"Catechismo della Chiesa Cattolica" cui Papa Francesco ha di recente
invitato a riferirsi sempre come allo "strumento fondamentale con cui la
Chiesa comunica il contenuto intero della fede". Davvero deve essere
imbavagliato e discriminato chi vuole solo ripetere in pubblico il
Catechismo?».
A
Torino le pressioni e le minacce delle stesse lobby hanno indotto una scuola
cattolica, l'Istituto Faà di Bruno, a sospendere un'iniziativa di formazione
privata, non aperta al pubblico, riservata ai genitori della scuola sul tema
dell'omosessualità.
Dal
«Catechismo» impariamo da una parte, il dovere di accogliere le persone
omosessuali «con rispetto, compassione, delicatezza», evitando «ogni marchio di
ingiusta discriminazione» (n. 2358), dall’altra che gli «atti di omosessualità
sono intrinsecamente disordinati» e «in nessun caso possono essere approvati»
(n. 2357).
La
Diocesi di Torino esprime apprezzamento per la posizione dell’Istituto
paritario «Faà di Bruno» sull'iniziativa della «Scuola per genitori».
Soprattutto perché in essa viene ribadito il riferimento fondamentale alla
libertà d'espressione di ognuno, in una società pluralista come quella nostra
di oggi. Libertà, dunque, che riguarda anche il «diritto di parola» dei
cittadini che si ispirano alla fede e alla cultura cristiana! Un pluralismo
autentico richiede infatti il rispetto di ogni persona e il dialogo franco e
sereno sulle idee, in un contesto dove a nessuno sia consentito di esercitare
«censure preventive».
Nel giro di poche settimane, a
partire dalla fine dell'estate, contemporaneamente alla discussione della legge
alla Camera, si sono verificate diverse azioni di intolleranza contro i
sostenitori della famiglia naturale da parte delle comunità gay, lesbiche,
bisessuali e transessuali.
Si comincia a
Verona, in settembre, dove le comunità glbt contestano un convegno sull'ideologia
del gender organizzato nella città scaligera al quale presenzia lo stesso
sindaco e che può svolgersi grazie alla protezione delle forze di polizia.
Pochi giorni dopo a Casale Monferrato, un convegno organizzato da Alleanza Cattolica,Comunione
e liberazione e Movimento per la Vita, viene impedito dalla presenza in sala
di lesbiche che urlano e salgono sul palco con cartelli provocatori,
costringendo gli organizzatori a sospendere i lavori. Un convegno a Milano, il
5 ottobre, organizzato da Alleanza Cattolica, con la presenza di giuristi e
parlamentari e con la partecipazione del portavoce della Manif francese si può svolgere soltanto
grazie alla presenza e alla protezione delle forze dell'ordine. Pochi giorni
dopo, sempre a Milano, un convegno alla Provincia viene disturbato da attivisti
gay che gridano e distribuiscono volantini all'interno della sala
Rimangono
soltanto le persone. Una per una, da raggiungere con la fatica quotidiana di
spiegare l'ovvio, che la natura è fatta in un certo modo e con caratteristiche
sessuali ben precise, che i bambini nascono dall'amore di un uomo e di una
donna, che questo amore è bellissimo perché coerente al progetto divino sulla
persona e sulla società e che ogni bambino ha diritto ad avere un papà e una
mamma. Una fatica cui dobbiamo essere disposti a sacrificare qualcosa del
nostro tempo, dei nostri pochi soldi, se non vogliamo soccombere
definitivamente sotto il peso di un incombente totalitarismo. Non cadiamo nella
trappola in cui vorrebbero condurci. Alla loro violenza verbale, alla loro
aggressività e alle forzature ideologiche, rispondiamo soltanto con la forte e
pacata spiegazione della verità, con pazienza e perseveranza.
Anche noi non dobbiamo avere paura,
come disse il grande beato Giovanni Paolo II, né di testimoniare Cristo con
tutta la forza di cui siamo capaci, né di raccontare le prime evidenze della
natura umana e della civiltà, oggi insidiate da un pensiero unico, aggressivo e
violento.
EMMANUELE
FONTI: Comunicato di Massimo Introvigne sul caso Cerelli.
Comunicato dell'Istituto Faà di Bruno
di Torino
Comunicato dell'Arcivescovo di Torino: Dichiarazione sulla “Scuola per genitori” dell’Istituto Faà di Bruno
Newsletter n. 112 di Marco Invernizzi
I comunicati e la Newsletter sono presi dal
sito www.comunitambrosiana.org
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