domenica 10 novembre 2013

LA TELEVISIONE E' DISEDUCATIVA



            L'autore, per sviluppare l'argomento, fa riferimento a Popper (filosofo austriaco) che accusava i suoi interlocutori di non capire le conseguenze della televisione perché, <<immersi in questo mondo di immagini - diceva - non vi rendete conto di quanto in profondità essa modifichi le basi della educazione. La televisione cambia radicalmente l'ambiente e dall'ambiente così brutalmente modificato i bambini traggono i modelli da imitare. Risultato: stiamo facendo crescere tanti piccoli criminali>>.

            Le garanzie che preservano lo stato di diritto e le libertà elementari insieme, la sicurezza dei cittadini e la possibilità di criticare il potere, in una parola, le basi della civiltà liberale sono affidate, in primo luogo, ai processi educativi. E' l'educazione, il mezzo principale, che consente di mantenere la violenza al di sotto della soglia di pericolo, quella oltre la quale viene minacciata la sopravivenza della società aperta. Ed educare vuol dire, prima di tutto, educare alla non violenza. Qui la televisione viene vista da Popper, ancora prima che come uno strumento di manipolazione dell'opinione a beneficio del potere - tema che ha pure una sua rilevanza anche per lui -, come un fattore di disturbo della educazione alla non violenza. Hanno colto bene il significato liberale degli spunti popperiani di critica alla televisione, Sebastiano Maffettone e Luciano Pellicani:<<La televisione - scrive il primo - soprattutto nel caso dei bambini molto esposti e con poche alternative culturali disponibili, è uno strumento educativo fondamentale. Come la violenza famigliare genera una cattiva formazione del carattere, così la violenza televisiva in particolare costituisce una minaccia per la crescita morale, sana del fanciullo>>.

            I produttori di tv, fanno business cercando l'audience, lavorano per primeggiare nello show, vogliono più pubblicità, hanno come fine l'intrattenimento delle masse, e invece hanno messo su un gigantesco asilo d'infanzia, più importante, influente, seducente di tutti gli asili e le scuole del mondo. Inoltre, e questo è un altro aspetto, secondo Popper, una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione.

            Formare le abitudini dei figli, a volte può semplicemente voler dire spegnere il televisore perché ci sono cose migliori da fare, o perché la considerazione verso gli altri membri della famiglia lo richiede o perché la visione indiscriminata della televisione  può essere dannosa. I genitori che si servono abitualmente, ed a lungo, della televisione come di una specie di bambinaia elettronica, abdicano al loro ruolo di primari educatori dei propri figli.

            Un'altro riferimento è rivolto all'atteggiamento del Papa (Wojtyla) , di quello stesso che per primo, nella storia della Chiesa, ha colto tutte le potenzialità dell'incontro tra l'ecumenismo del massaggio cristiano e l'ecumenismo del mezzo televisivo. Il suo atteggiamento è prevalentemente negativo, critico, allarmato. Anche il messaggio del gennaio del '96, all'annuale appuntamento pontificio con il tema dei media, registra una posizione molto preoccupata: <<Un settore tanto decisivo della società non va [...] abbandonato ai giochi del mercato, ma va opportunamente tutelato.  Ciò sia per garantire un equilibrato e democratico confronto delle opinioni, sia per salvaguardare i diritti dei singoli membri della comunità, specialmente dei più giovani e dei meno dotati  di senso critico>>.

            Wojtyla scriveva ancora nel 1980 : <<Si parla di "videodipendenza", un termine entrato ormai nell'uso comune, per indicare il sempre più vasto influsso degli strumenti della comunicazione sociale, con la loro critica di suggestione e di modernità, che hanno sui giovani. Bisogna esaminare a fondo questo fenomeno, verificarne le reali conseguenze su recettori che non abbiano ancora maturato una sufficiente coscienza critica. Non è infatti questione soltanto di un condizionamento del tempo libero, cioè di una restrizione degli spazi da riservare quotidianamente ad altre attività intellettuali e ricreative, ma anche di un condizionamento della stessa psicologia, della cultura, dei comportamenti della gioventù>>. Il Papa è cosciente del fatto che essa tende a togliere, a chi la guarda, ogni attitudine critica razionale.

            Non solo i mass media non mettono argini, ma tendono a spingere dalla parte opposta, ad alimentare <<corruzione morale e decadenza culturale>>. La televisione, che lo sappia o no chi la fa, ha una funzione educativa e si sta sostituendo alla famiglia e alla scuola, ma anche - aggiungeva Brzezinsky - alla Chiesa. Anche lui vedeva nella competizione per l'audience una tendenza intrinsecamente e fatalmente destinata a peggiorare la qualità dei programmi nel tempo. Il risultato è che la televisione occidentale è progressivamente sempre più incline al sensuale, al sessuale e al sensazionale. Non è una esagerazione dire - commenta Brzezinsky - che i produttori cinematografici di Hollywood e i produttori televisivi sono diventati sovvertitori culturali che, sfruttando cinicamente la protezione offerta dal Primo emendamento della Costituzione, hanno propagato un'etica socialmente autodistruttiva. Di questo passo il mondo va diritto verso <<lo scontro frontale tra il consumatore insaziabile e chi resta a guardare, privo di tutto>>. Effetti destabilizzanti, svuotamento morale, minacce alla democrazia. Nel Secondo e nel Terzo Mondo passa per una descrizione attendibile di un possibile modo di vita. Essa condiziona in buona parte l'orizzonte delle aspettative legate alla migrazione.

            Un aspetto dell'argomento è la democrazia che consiste nel mettere sotto controllo il potere politico. E' questa la sua caratteristica essenziale. Non ci dovrebbe essere alcun potere politico incontrollato in una democrazia. Ora, è accaduto che questa televisione sia diventata un potere politico colossale, potenzialmente si potrebbe dire anche il più importante di tutti, come se fosse Dio stesso che parla. E così sarà se continueremo a consentirne l'abuso. Essa è diventata un potere troppo grande per la democrazia. Nessuna democrazia può sopravvivere se, all'abuso di questo potere, non si mette fine. In questo momento se ne abusa sicuramente, ma l'abuso può avvenire dovunque. Se ne fece ovviamente abuso in Russia. In Germania non c'era la televisione sotto Hitler, anche se la sua propaganda fu costruita sistematicamente quasi con la potenza di una televisione. Credo che un nuovo Hitler avrebbe, con la televisione, un potere infinito. Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione, o più precisamente non può esistere a lungo fino a quando il potere della televisione non sarà stato pienamente scoperto. Dico così perché anche i nemici della democrazia non sono ancora del tutto consapevoli del potere della televisione. Ma quando si saranno resi conto fino in fondo di quello che possono fare la useranno in tutti i modi, anche nelle situazioni più pericolose. Ma allora sarà troppo tardi. 

            Un'altro aspetto del problema, sono i bambini che abusano della televisione. La televisione vive nel presente, non ha rispetto per il passato e ha scarso interesse per il futuro. Guardare la televisione incoraggia atteggiamenti che per i bambini possono essere disastrosi. Una delle funzioni primarie dell'istruzione, sia a  casa che a scuola, è di collegare il passato con il futuro, di mostrare in che modo il presente discende da ciò che lo ha preceduto , e in che modo il futuro è legato ad entrambi.

            La televisione non può costituire un'utile fonte di informazione per i bambini, e anzi può essere una fonte di informazione pericolosa. Essa presenta idee false e irreali; non possiede un sistema di valori coerente se non il consumismo; fornisce scarse informazioni utili circa l'io dello spettatore. Tutto ciò rende la televisione uno strumento di socializzazione pessimo. Si può prevedere che alcuni genitori riducano il tempo che concedono ai figli per guardare la televisione, ma non tutti i genitori sono disposti a dirlo; non tutti ne sono convinti. Il danno che la televisione arreca è personale, sociale, fisico e mentale.           

            La televisione è una ladra di tempo: deruba i bambini di ore preziose, essenziali per imparare qualcosa sul mondo e sul posto che ciascuno vi occupa. E questo sarebbe già abbastanza negativo. Ma la tv non è soltanto ladra: è anche bugiarda.  Guardando la televisione i bambini vi scorgono una fonte ragionevole di informazioni sul mondo. Questo non è vero, ma loro non hanno modo di capirlo. Per quel pò di verità che la televisione comunica, c'è molto di falso e di distorto, sia in materia di valori che di fatti reali.

EMMANUELE

FONTE:  Titolo: "Cattiva maestra televisione"; Autore: Giancarlo Bosetti; Editore: Marsilio.

Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari