mercoledì 27 novembre 2013

IL DOLORE



            C'è chi è afflitto da problemi di salute sin dalla nascita o dalla fanciullezza. Per altri, invece, il dolore può essere  la conseguenza di una malattia, di un incidente. Gli uni e gli altri si chiedono: <<Perché?>>, e : <<Perché proprio io?>>.
<<Devo aver fatto qualcosa di male per meritarmelo>>

            Alcuni cercano di scaricare la colpa su qualcun altro, mentre altri biasimano se stessi, aggiungendo il senso di colpa al dolore, ma ciò non significa che io non possa prendere coscienza della mia situazione.  Ho bisogno di dare un significato alla mia vita, considerata globalmente, nel bene come nel male.

            Per chi crede in Dio, nel Dio onnipotente della Bibbia che ci ama e si prende cura di noi, è più facile credere che ci sia un disegno in tutto ciò che accade, anche se al momento non lo si capisce. Questa fede aiuta il credente a convivere con il proprio dolore. Se ho messo la mia vita nelle mani di Dio, Egli può aiutarmi a scoprire qualcosa di positivo in tutto ciò che mi accade, compreso il dolore.

            Tuttavia, se Dio è buono, perché ci fa soffrire? Il problema del dolore, alla luce di un Dio buono e che ci ama, è uno dei misteri più grandi della vita. La Bibbia ci dice che Dio non aveva scelto il dolore per noi e che, se il mondo avesse seguito il suo insegnamento, il dolore non sarebbe esistito. 

            "Forse si può dire che il dolore sia l'effetto del peccato originale, ed è lo strumento che Dio ha scelto per farci crescere nella fede, perché la croce insegna sia sul piano umano che su quello spirituale (le virtù). La convivenza col dolore, se sopportato con gli occhi della fede, ci porta alla pazienza, per esempio. Il dolore è pedagogico, e dove abbonda il male sovrabbonda la grazia. Una volta, Padre Pio, passando, in mezzo alle donne, nel corridoio per tornare in cella, che gli chiedevano di levare loro la croce, egli rispose: se sapeste quanto è preziosa la croce non mi chiedereste di togliervela".

            Ma sin dal principio gli uomini hanno scelto di disubbidire agli insegnamenti e alla leggi di Dio e di andare per la propria strada. Proprio come infrangere le leggi ecologiche ha provocato conseguenze terribili, così infrangere le leggi di Dio ha provocato il dolore e la sofferenza, che colpiscono ugualmente innocenti e colpevoli.

            Il dolore è diventato una componente del destino umano. Stando così le cose, potremmo anche domandarci:<<Perché non io?>>, cioè perché mai non dovrebbe toccare anche noi?

Il lieto messaggio ci dice che Dio non si è lavato le mani a riguardo del mondo, né ci ha lasciati a soffrire da soli. Nella persona di Gesù è diventato uno di noi e ha sperimentato Lui stesso il dolore: conosce quindi la sofferenza in prima persona ed è sempre pronto a viverla e a condividerla con noi.

            Quando era sulla Terra, Gesù curò il male fisico. Ma, soprattutto, Egli curò l'uomo nel suo insieme. Quando gli venne portato un paralitico, la prima cosa che egli curò fu il rapporto interrotto tra quell'uomo e Dio. Prima disse che gli erano stati perdonati i suoi peccati, poi lo guarì dalla paralisi.

            Oggi come allora chi si rivolge a Gesù in cerca di aiuto trova una pienezza nuova. Può darsi che la causa fisica del suo dolore non scompaia, ma il perdono e al vita nuova che Egli dona avranno un effetto benefico sia sulla mente che sul corpo.

            Quando la medicina non riesce nel suo compito, alcuni si domandano se Dio farà un miracolo e li guarirà, come guariva Gesù quando era sulla Terra. Anche oggi c'è chi è toccato dalla grazia del miracolo; ma per un di costoro ce ne sono mille altri che si rivolgono a Dio con uguale fiducia e alle cui preghiere non segue guarigione alcuna. Se vogliamo trovare un significato in questa apparente contraddizione, dobbiamo prendere in considerazione alcuni punti chiave.

·         Ogni guarigione viene da Dio: il processo naturale di guarigione del corpo, che ci tagliamo un dito o che ci rompiamo un osso, fa parte dei disegni di Dio ed è un miracolo di per se stesso.

·         Dottori e personale medico sono strumenti di cui Dio si serve per operare la nostra guarigione; e lo sono anche coloro che ricercano nuove strade per guarire e lenire il dolore.

·         Dio non è al nostro servizio. Non risponde automaticamente alle nostre richieste come un distributore automatico celeste.

            La Bibbia parla di <<timor di Dio>>. Questo non significa che dobbiamo avere paura di Dio, ma ci ricorda che Lui è tanto più grande di noi e che i suoi disegni sono al di sopra della nostra comprensione. Dobbiamo sempre ricordare e rispettare questa profonda verità. Dio ha il diritto di scegliere quando e come guarirci. Possiamo essere sicuri che egli sa ciò che è veramente meglio per noi, anche quando permette che il dolore  o l'invalidità rimangano.

·         La guarigione è qualcosa di più della liberazione dal dolore  e dalla malattia del corpo. Quando chiediamo a Dio di guarirci, egli lo fa a un livello profondo, spirituale ed emotivo, anche quando il nostro dolore fisico permane.

·         Dio può aiutarci ad accettare il nostro dolore fisico senza amarezza.
·         Dio può insegnarci a vivere con pienezza e per uno scopo anche se immersi nel dolore.

·         Nel dolore Dio può darci indicazioni positive.

·         Dio è in grado di darci la forza necessaria per sopportare il nostro dolore.

            Alcuni cristiani affermano che, se lo chiediamo con fede sufficiente, Dio è tenuto a guarirci. Ma questa confusione è falsa, oltre che crudele. Dio ha un rapporto personale con ciascuno di noi e non risponde a tutte le preghiere nello stesso modo.

            Gli uomini hanno bisogno di trovare uno scopo nella vita. Può darsi che alcuni accettino l'idea di una vita priva di significato e guidata dal caso, ma i più, coscienti che in natura esiste un disegno ben preciso, ne cercano uno anche per la propria vita.

            C'è un significato nel dolore? Che scopo ha il dolore nella mia vita?
Nel suo libro Il problema del dolore, C.S. Lewis scrisse: <<Si deve prestare attenzione al dolore. Nelle nostre gioie Dio sussurra... ma nel dolore grida: è il suo megafono in un mondo sordo>>.

            Dio vuole davvero parlarci, ma quando tutto va bene noi spesso non lo ascoltiamo. Il dolore ci blocca e ci induce a farci qualche domanda. Il dolore non è mai una bella cosa, ma Dio è in grado di trasformare a nostro vantaggio anche la cosa più brutta che possa capitarci.

            Nel disegno di Dio il nostro scopo è la felicità eterna. La vita terrena è solo una piccola parte della nostra esistenza e Dio vuole che scopriamo, trovando Lui, lo scopo vero per cui siamo stati creati immortali. Il dolore concentra la nostra attenzione sui temi più scottanti della vita. Può anche esaurire tutte le nostre risorse e indurci a fare affidamento solo su Dio.

            Benjamin Franklin affermò:<<Ciò che ferisce insegna sempre qualcosa>>. Il dolore svolge un ruolo importante nella nostra crescita di persone.

            Il nostro dolore può aiutare anche gli altri, perché può renderci più sensibili e comprensivi. Quando abbiamo bisogno di aiuto e consiglio, ci rivolgiamo a chi ha sperimentato non solo il successo, ma anche il dolore. Queste persone parlano col cuore. 

Chissà che il dolore non sia proprio la cosa migliore che ci sia capitata!

EMMANUELE

FONTE: TITOLO: IL DOLORE. Imparare a convivere con il dolore AUTORE: Mary Batchelor EDITORE: Elle Di Ci

Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari