venerdì 10 febbraio 2012

GESU’ UN UOMO LIBERO CHE SI SCHIERA (Lc 36-50)

Prima di entrare nel messaggio della pagina evangelica (Lc 36-50), sorprende l’apertura: “Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola”. Gesù non è prigioniero di scelte ideologiche, va dovunque c’è da fare del bene.

Simone è fariseo, quindi un uomo religioso, che cerca “la giustificazione nell’osservanza della Legge” (II lettura). E’ pure ricco, quindi fortunato, si può permettere di tutto, anche di invitare a tavola Gesù. E’ un uomo che ha tutto, eppure gli manca una cosa: di scoprire che cosa significa “Voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti” (I lettura). Ha bisogno di scoprire cosa significa amare.
Attualizziamo? Il cristiano è una persona libera, va dovunque e con chiunque, con il ricco e con il povero, con l’intelligente e l’ignorante, ma con uno scopo ben preciso: va dove c’è da dare e non da prendere.
Stando al vangelo, che cosa ha dato Gesù a Simone il fariseo e alla donna prostituta? Alla donna il perdono, di qui il suo gesto di pentimento, di riconoscenza e di amore. Al fariseo l’occasione di convertirsi, di cambiare lo sguardo: di passare da uno sguardo di giudizio “è una peccatrice”, ad uno sguardo di misericordia “è una peccatrice pentita e per questo perdonata”.
Il vangelo non dice se Gesù è riuscito a convertire lo sguardo di Simone, ma intanto ha dato da intendere a ciascuno di noi, spettatori di questo episodio, che possiamo ritenerci religiosi fin quando vogliamo perché magari osserviamo i comandamenti, ma fino a quando non abbiamo gli stessi sentimenti di Cristo, fino a quando ragioniamo in modo diverso da Cristo, ci illudiamo di essere suoi discepoli. Lo seguiamo nelle cerimonie, ma non nell’amore.
A dire il vero, Gesù ha convertito un altro fariseo, Paolo. Di sé scrive: “Questa vita che io vivo nel corpo, la vivo nella fede nel Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me” (II lettura). Lui che cercava la giustificazione nell’osservanza della Legge, la trova invece nella fede in Gesù morto e risorto. E’ diventato cristiano, perché conquistato non dalla perfezione della Legge, ma dalla perfezione dell’amore di Gesù. Perché considera perfetto l’amore di Cristo? Dove sta questa perfezione? A noi la risposta.

Don Marcello

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