venerdì 15 aprile 2011

COMMENTO AL VANGELO: SEI GIORNI PRIMA DELLA PASQUA

“Niente è eccessivo per chi ama.Chi ama non misura, non calcola,  non trova scuse.”
Leggiamo insieme il commento alla liturgia domenicale (rito ambrosiano) di Don Marcello, che ringraziamo di cuore.

Protagonista del vangelo, è Gesù (Gv 11,55-12,11). Nei suoi confronti c’è curiosità, affetto, odio.
La curiosità è della “folla di Giudei che accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti”. Ma la curiosità fine a se stessa non porta da nessuna parte. Perché porti alla fede, bisogna tenere fisso lo sguardo su Gesù crocifisso, così come lo ha descritto il profeta Isaia: “Uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia. Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori” (I lettura). Uno sguardo così cambia la vita, come l’ha cambiata al buon ladrone, il primo convertito che l’ha visto sulla croce. Perchè dovremmo tenere lo sguardo su Gesù crocifisso e non su Gesù bambino, adolescente, adulto che fa i miracoli, che affascina le folle con i suoi discorsi? Perché se guardiamo Gesù crocifisso, guardiamo l’amore!
L’affetto è di Maria. Per Gesù, ella è pronta a sciupare ciò che è più caro per una donna: il suo profumo più costoso. Un gesto giudicato eccessivo da Giuda (solo da Giuda?) e che, tuttavia, Gesù apprezza. Niente è eccessivo per chi ama. Chi ama non misura, non calcola, non trova scuse. Chi ama dà il meglio di sé, del suo tempo, delle sue cose, delle sue qualità. Lo dico in riferimento al nostro cristianesimo minimalista, che contagia le giovani generazioni per una fede al ribasso, allo sconto, al disimpegno. Per il Signore diciamo di non avere mai tempo, ma “il tempo non è fatto solo di minuti e di ore, ma di amore e di volontà: si ha poco tempo quando si ha poco amore” (S. Giovanni della Croce).
L’odio è dei suoi nemici. Un sentimento terribile, tanto che un ragazzo mi ha chiesto: “Perché hanno ucciso Gesù?”. Non si capacitava - a ragione - che un uomo buono come Gesù avesse dei nemici e venisse ucciso. Ma il destino di Cristo è il medesimo di tanti Cristi innocenti che muoiono per la violenza di altri uomini. Dove c’è violenza non c’è umanità. Noi non siamo tra questi che uccidono, e tuttavia l’insulto, la volgarità, l’arroganza, l’ingiustizia, la mancanza di rispetto possono essere anche nostri e preparano il terreno alla violenza.
Convertiamoci, per il Signore.
 Don Marcello

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