Non è una
novità che il male fa rumore, mentre il bene opera in silenzio.
Vi è però da dire che non si tratta
soltanto di una deformazione voluta, anche se per certo quanto accennato
rientra in un disegno non casuale, alle cui radici di buon senso - e non
letterature fantasiose - ci suggerisce stiano persone in carne e ossa, forse
non <<complottisti occulti>>, ma di sicuro circoli potenti
interessati a far evolvere il mondo in un certo modo e in una determinata
direzione,
, quella in cui non trovano più spazio visioni filosofiche,
antropologiche e sociologiche di tipo teistico-organico come quelle che la
civiltà cristiana ha conosciuto per secoli, anche se dal 1789 hanno iniziato a
declinare.
Una condizione di meccanico
scivolamento lungo un piano inclinato che ai nostri giorni sta assumendo
caratteri di rotolamento, se non di frana e di valanga. Non che questo
slittamento, come avviene in natura, non produca moti di segno contrario:
tuttavia i riflussi, i coaguli in senso contrario al mainstream, che si creano
ai margini, sono forse in grado talora di rallentare la corrente, ma non di
bloccare, né, tanto meno, d'invertirne il trend.
Non è questione di vedere le cose in
maniera pessimistica - il pessimista è colui che vede solo e sempre gli aspetti
negativi di una situazione - né d'indossare i panni di quei <<profeti di
sventura>> criticati da Papa san Giovanni XXIII (1958-1963) nel discorso
di apertura del Concilio Vaticano II (1962-1965). Si tratta invece di essere
realisti, di prendere atto, sulla base di una informazione oggettiva e non
esigua, di quello che accade veramente, di come si configura in concreto la
condizione presente e di valutarla razionalmente e serenamente, confrontandola
con uno standard di normalità che riflette non quello che ci piace di più, né
situazioni idealizzate - <<quando ero piccolo>> o <<quando
ero giovane>>... -, bensì con un insieme di princìpi e di valori che
<<si addicono>> alla creatura umana nella prospettiva del suo
sviluppo armonico, come persona e come collettività, e del suo destino ultimo e
trascendente.
Proviamo allora a vedere <<che
ora è>>, quali sono i problemi <<dell'ora presente>> e a
descrivere i caratteri principali del momento attuale.
Alcuni ultrapotenti regneranno su
una massa anomica e indifferenziata d'individui, un pò come nelle tragiche
profezie <<laiche>> di don Robert Hugh Benson (1871-1914)
particolarmente apprezzato da Papa Francesco.
E' la Rivoluzione protestante del
secolo XVI, che spacca la Cristianità e introduce l'individualismo e la democrazia
nella società religiosa.
Oggi siamo alla fine, agli esiti
ultimi, della quarta fase e forse ultima di questo processo, una fase che si è
aperta con l'affiorare del nichilismo individualistico e del decostruttivismo
filosofico e sociale negli anni intorno al 1968.
Ai nostri giorni tutto quello che è
desiderio individuale, vero o presunto, benefico o nocivo al singolo,
favorevole al bene collettivo od ostile, viene trasformato in diritto e,
quindi, in leggi, indipendentemente dal fatto che quel desiderio appartenga a
una minoranza, talora insignificante, e che metta a repentaglio istituzioni
essenziali per la vita sociale o vada a discapito dei diritti delle
maggioranze.
In primis, il declino della presenza
del dato religioso nello spazio pubblico si è spinto ormai quasi ovunque allo
stadio dell'insignificanza.
I nuovi diritti: pillole
contraccettive-abortive, educazione sessuale nelle scuole anche dell'infanzia,
applicazione della teoria del gender, divorzio breve, famiglie di fatto, matrimoni
omosessuali, diritto di aborto, manipolazione degli embrioni, legge n. 40 del
2004, diritto all'eutanasia e al suicidio assistito. Il
<<solvente>> utilizzato per instaurare tutti questi
<<diritti>> è sempre il medesimo: la libertà-uguaglianza intesa in
senso radicale.
L'altro dato che affiora è che tutto
ciò avviene in un contesto di dilatazione della sfera pubblica e di
<<asciugatura>> o d'irrigidimento delle normali prassi
democratiche. Sotto il primo aspetto, non si può non osservare come lo Stato
avanzi ovunque a danno della società.
Nel contempo
- secondo punto - le regole democratiche sono sempre più spesso violate o
forzate tanto da soluzioni governative dirigistico-tecnocratiche, quanto dalla
protervia di maggioranze parlamentari fittizie create dalle regole elettorali.
Chi gode del potere tende sempre più
di frequente a <<saltare>> le regole della democrazia moderna, in
quanto fattore di freno dei processi decisionali, per adire alle vie
<<brevi>>. SI tratta di governi, ma anche di altre entità: la Commissione
Europea, le autorità finanziarie comunitarie, le corti di giustizia
internazionali e nazionali o lo stesso parlamento di Strasburgo. Nessuno di
questi organismi è retto da persone elette dal popolo o, quanto meno, elette a
ragion veduta, sulla scorta di curricula e di programmi. Chi sa chi sono e che
cosa faranno a Strasburgo i candidati del proprio collegio eletti alle
precedenti elezioni europee? Credo ben pochi.
EMMANUELE
FONTE:
rivista Cristianità di Alleanza Cattolica
Nessun commento:
Posta un commento