giovedì 17 luglio 2014

AL CUORE DELLA CRISI ATTUALE - PARTE 1



Non è una novità che il male fa rumore, mentre il bene opera in silenzio.

            Vi è però da dire che non si tratta soltanto di una deformazione voluta, anche se per certo quanto accennato rientra in un disegno non casuale, alle cui radici di buon senso - e non letterature fantasiose - ci suggerisce stiano persone in carne e ossa, forse non <<complottisti occulti>>, ma di sicuro circoli potenti interessati a far evolvere il mondo in un certo modo e in una determinata direzione,

, quella in cui non trovano più spazio visioni filosofiche, antropologiche e sociologiche di tipo teistico-organico come quelle che la civiltà cristiana ha conosciuto per secoli, anche se dal 1789 hanno iniziato a declinare.

            Una condizione di meccanico scivolamento lungo un piano inclinato che ai nostri giorni sta assumendo caratteri di rotolamento, se non di frana e di valanga. Non che questo slittamento, come avviene in natura, non produca moti di segno contrario: tuttavia i riflussi, i coaguli in senso contrario al mainstream, che si creano ai margini, sono forse in grado talora di rallentare la corrente, ma non di bloccare, né, tanto meno, d'invertirne il trend. 

            Non è questione di vedere le cose in maniera pessimistica - il pessimista è colui che vede solo e sempre gli aspetti negativi di una situazione - né d'indossare i panni di quei <<profeti di sventura>> criticati da Papa san Giovanni XXIII (1958-1963) nel discorso di apertura del Concilio Vaticano II (1962-1965). Si tratta invece di essere realisti, di prendere atto, sulla base di una informazione oggettiva e non esigua, di quello che accade veramente, di come si configura in concreto la condizione presente e di valutarla razionalmente e serenamente, confrontandola con uno standard di normalità che riflette non quello che ci piace di più, né situazioni idealizzate - <<quando ero piccolo>> o <<quando ero giovane>>... -, bensì con un insieme di princìpi e di valori che <<si addicono>> alla creatura umana nella prospettiva del suo sviluppo armonico, come persona e come collettività, e del suo destino ultimo e trascendente.

            Proviamo allora a vedere <<che ora è>>, quali sono i problemi <<dell'ora presente>> e a descrivere i caratteri principali del momento attuale.

            Alcuni ultrapotenti regneranno su una massa anomica e indifferenziata d'individui, un pò come nelle tragiche profezie <<laiche>> di don Robert Hugh Benson (1871-1914) particolarmente apprezzato da Papa Francesco.

            E' la Rivoluzione protestante del secolo XVI, che spacca la Cristianità e introduce l'individualismo e la democrazia nella società religiosa.

            Oggi siamo alla fine, agli esiti ultimi, della quarta fase e forse ultima di questo processo, una fase che si è aperta con l'affiorare del nichilismo individualistico e del decostruttivismo filosofico e sociale negli anni intorno al 1968.

            Ai nostri giorni tutto quello che è desiderio individuale, vero o presunto, benefico o nocivo al singolo, favorevole al bene collettivo od ostile, viene trasformato in diritto e, quindi, in leggi, indipendentemente dal fatto che quel desiderio appartenga a una minoranza, talora insignificante, e che metta a repentaglio istituzioni essenziali per la vita sociale o vada a discapito dei diritti delle maggioranze.

            In primis, il declino della presenza del dato religioso nello spazio pubblico si è spinto ormai quasi ovunque allo stadio dell'insignificanza.

            I nuovi diritti: pillole contraccettive-abortive, educazione sessuale nelle scuole anche dell'infanzia, applicazione della teoria del gender, divorzio breve, famiglie di fatto, matrimoni omosessuali, diritto di aborto, manipolazione degli embrioni, legge n. 40 del 2004, diritto all'eutanasia e al suicidio assistito. Il <<solvente>> utilizzato per instaurare tutti questi <<diritti>> è sempre il medesimo: la libertà-uguaglianza intesa in senso radicale.

            L'altro dato che affiora è che tutto ciò avviene in un contesto di dilatazione della sfera pubblica e di <<asciugatura>> o d'irrigidimento delle normali prassi democratiche. Sotto il primo aspetto, non si può non osservare come lo Stato avanzi ovunque a danno della società.

             Nel contempo - secondo punto - le regole democratiche sono sempre più spesso violate o forzate tanto da soluzioni governative dirigistico-tecnocratiche, quanto dalla protervia di maggioranze parlamentari fittizie create dalle regole elettorali.

            Chi gode del potere tende sempre più di frequente a <<saltare>> le regole della democrazia moderna, in quanto fattore di freno dei processi decisionali, per adire alle vie <<brevi>>. SI tratta di governi, ma anche di altre entità: la Commissione Europea, le autorità finanziarie comunitarie, le corti di giustizia internazionali e nazionali o lo stesso parlamento di Strasburgo. Nessuno di questi organismi è retto da persone elette dal popolo o, quanto meno, elette a ragion veduta, sulla scorta di curricula e di programmi. Chi sa chi sono e che cosa faranno a Strasburgo i candidati del proprio collegio eletti alle precedenti elezioni europee? Credo ben pochi.
 
EMMANUELE

FONTE: rivista Cristianità di Alleanza Cattolica

Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari