Vi sono
soggetti impersonali minori, emanazione di organi istituzionali, come l'UNAR,
l'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, organo dipendente dalla
presidenza del Consiglio, le varie authority e le grandi agenzie burocratiche,
che dettano leggi e impongono balzelli senza che il cittadino riesca a opporsi
in alcun modo. E per inciso, queste <<corporazioni>> - senza alcuna
confusione con quelle di <<arti e mestieri>> medioevali - vanno a
costituire un blocco, un enorme coagulo refrattario a ogni cambiamento
migliorativo, che va a saldarsi con i <<poteri forti>> privati, i
grandi centri d'interesse finanziario ed economico, ai quali occorre, per
vivere, il perpetuarsi di uno status quo in cui i propri privilegi siano
salvaguardati.
Così pure ci si fa sempre meno
scrupolo di violare la libertà di religione, di coscienza e di manifestazione
del pensiero, che sono i cardini di tutte le costituzioni politiche
dell'Occidente moderno, dagli Stati Uniti all'Italia. E' un fatto che
determinate forze progressiste, che hanno sfruttato il diritto-dovere della
discussione a tutti i livelli per portare avanti le loro agende dissolutrici,
oggi rifiutano il confronto e brigano presso i parlamenti per
<<blindare>> le iniziative legislative da esse ispirate e per
esentarle da ogni onere di confronto, mettendo al bando legalmente,
criminalizzando cioè, le opinioni diverse e le visioni alternative. E queste
tendenze trovano alimento nella formidabile e drammatica manipolazione
dell'opinione pubblica operata dall'apparato <<mass-mediatico>>,
che strepita quando si tratta di presunto <<diritti civili>> e poi
tace od omette o deforma le notizie di sempre più frequenti violazioni, anche
clamorose, dei diritti delle maggioranze. Un apparato prolisso, opportunistico,
elusivo, deformante, nonché, in schiacciante maggioranza, colluso con le agende
delle lobby progressiste.
Quella di oggi è soprattutto crisi
antropologica e morale. Crisi che viene dal di
fuori, ma che nasce anche dal di dentro, germina sul calo morale prodotto
dall'azione ideologizzata e dalla carenza di responsabilità degli organi di
acculturamento di massa, dal crescente secolarismo e dalla diseducazione
religiosa ed etica delle nuove leve.
E la crisi è aggravata dall'azione
senza scrupoli d'interessi economici ai limiti dell'immoralità, come la
diffusione indiscriminata di centri e apparecchiature per il gioco d'azzardo e
lo spaccio inarrestato di sostanze stupefacenti <<leggere>> e
<<pesanti>>, come pure il dilagare, ormai endemico e ambientale
grazie alle nuove tecnologie <<personali>> e
<<mobili>>, della più degradante pornografia. Non è un osservatore
dominato dal pessimismo a comporre il quadro che ho tracciato e a trarne le
conclusioni che ho tratto. Il recente Rapporto 2014 sull'Italia redatto dell'Eurispes
- l'Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali, fondato e presieduto da
Gian Maria Fara - esordisce con due righe relativamente scioccanti: <<Un
fantasma si aggira per il nostro Paese. E' la sub-cultura del declino e della
decadenza, figlia del nichilismo che sembra ormai pervadere le istituzioni e le
coscienze dei nostri concittadini>>.
Concludendo, dunque, quello in cui
versano - e non da ieri - l'Italia e i Paesi dell'Occidente in generale non è
un frangente dei più brillanti. Tutti i fenomeni sommariamente descritti
concorrono a configurare una condizione di <<vecchiaia>> di tutto
un mondo, che sta rapidamente avvicinandosi al suo esito estremo e fatale. Alla
senescenza non si può porre rimedio: la si può solo mascherare, ma, in genere, lo
spettacolo che ne risulta non è dei più attraenti. L'Occidente, roso dalla
modernità dissolutrice, muore. Davanti a questo epilogo, che coinvolge tutti,
chi se ne rende conto può pregare e combattere doverosamente le battaglie che
ancora si accendono, soprattutto però pensando al domani, cercando
d'intercettare i segnali di rinascita, le aree di tessuto sociale ancora
indenni - quegli spezzoni dell'<<antico regime>> ancora
utilizzabili come materiali per la nuova costruzione, così come il Medioevo si
è edificato utilizzando le rovine di Roma - oppure, per ragioni provvidenziali,
rigeneratesi, vale a dire le persone per le quali la vita ha ancora un senso e
un progetto, quindi, su queste <<pietre di scarto>>, gettare le
basi per la rinascita di una civiltà <<a misura d'uomo e secondo il piano
di Dio>> - come insegnava il santo Pontefice Giovanni Paolo II (1978-
2005) -, che è già esistita e non occorre inventare - come insegnava un altro
Pontefice santo, Pio X (1903-1914) -, dove le rovine suicide e omicide di una
certa modernità autoreferenziale e dissolutrice non abbiano più cittadinanza.
EMMANUELE
FONTE:
rivista Cristianità di Alleanza Cattolica
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