Ideologie contro l'identità: l'ideologia di
genere
Sono molti gli autori che legano la
nascita dell'ideologia di genere al femminismo radicale degli anni '70. La
caratteristica di questo filone rivoluzionario consiste nell'applicare la
dialettica marxista della lotta di classe ai due sessi.
Le femministe radicali ritenevano
che la società fosse costruita in modo tale da preservare il potere che il
maschio avrebbe sulla donna. Secondo quest'ottica, ad esempio, il matrimonio
condanna la donna alla dipendenza, le fa perdere l'identità chiedendole di
assumere il cognome del marito, blocca l'espressione della sua personalità
relegandola alla cura della casa e dei figli. Tutte le differenze culturali tra
i due sessi (il genere) sarebbero semplicemente il risultato di questo
predominio maschile, e non avrebbero alcun fondamento reale (cioè biologico).
Come l'obiettivo del comunismo era
una società senza classi, il fine dell'ideologia di genere è una società senza
differenze tra uomini e donne. In questo senso trovano una giustificazione le
istanze per le "pari opportunità", le "quote rose" e,
soprattutto, contro la gravidanza, che resta l'insuperabile (per ora) reale
differenza tra uomini e donne.
La triste storia dei gemelli Reimer
L'esperimento perfetto del dottor
Money, che avrebbe dovuto dimostrare l'assoluta indipendenza tra sesso
biologico e identità di genere, si risolse nella tragica dimostrazione che
esistono una natura maschile e femminile che sono strettamente legate al sesso
biologico.
Ideologie contro l'identità: l'ideologia transgender
(o queer)
Il transgenderismo è un movimento
politico e culturale che propone una visione fluida dei sessi e dei generi, e
rivendica il diritto di ogni persona di scegliere liberamente il proprio
orientamento sessuale, la propria identità sessuale, le proprie abitudini e
stili di vita. Essi rifiutano categoricamente l'idea che una persona possa
essere incasellata in categorie culturalmente definite da un unico gruppo allo
scopo di mantenere il potere. Ogni persona potrebbe, secondo questo approccio,
essere uomo o donna secondo il suo capriccio, provare attrazione sessuale per
gli uomini o, indifferentemente, per le donne. L'identità sarebbe così
assolutamente modellabile secondo i gusti e le preferenze personali e del
momento: niente è dato, niente è definito, tutto è sottoposto all'arbitrio
dell'uomo.
Intanto nel nostro paese si
moltiplicano le manifestazioni finalizzate a divulgare questa ideologia. Ad
esempio, tra la fine di ottobre e i primi di novembre 2006 si è tenuta a
Bologna la quarta edizione del Gender Bender Festival. Il titolo del festival
organizzato da uno dei circoli gay più importanti d'Italia allude ad uno stato
sensuale e identitario che va al di là del genere sessuale (gender = genere,
bender = colui che piega); tra le proposte l'animalità, il travestitismo, la
pornografia. La cosa che ha suscitato le maggiori proteste, comunque, è stato
il cospicuo finanziamento pubblico (3.000 euro dall'Assessorato alla Cultura
della Provincia di Bologna, 15.000 euro da parte del Comune, 10.000 euro dalla
Regione); la curia di Bologna, ad esempio, si è posta le seguenti domande:
<<E' lecito spendere soldi pubblici per finanziare spettacoli di
pornostar mascherate da artisti? [...] Tutti abbiamo ascoltato i lamenti dei
Comuni sui tagli della Finanziaria che potrebbero mettere in pericolo i servizi
sociali primari. Mettere in scena la masturbazione o piccanti rapporti
omosessuali è forse un servizio sociale primario?>>.
EMMANUELE
FONTE: Da i quaderni del Timone; AUTORE: Roberto
Marchesini; TITOLO: L'identità di genere; EDITORE: Edizioni Art.
Nessun commento:
Posta un commento