giovedì 5 giugno 2014

L'IDENTITA' DI GENERE PARTE 8



Ideologie contro l'identità: l'ideologia di genere

            Sono molti gli autori che legano la nascita dell'ideologia di genere al femminismo radicale degli anni '70. La caratteristica di questo filone rivoluzionario consiste nell'applicare la dialettica marxista della lotta di classe ai due sessi.


            Le femministe radicali ritenevano che la società fosse costruita in modo tale da preservare il potere che il maschio avrebbe sulla donna. Secondo quest'ottica, ad esempio, il matrimonio condanna la donna alla dipendenza, le fa perdere l'identità chiedendole di assumere il cognome del marito, blocca l'espressione della sua personalità relegandola alla cura della casa e dei figli. Tutte le differenze culturali tra i due sessi (il genere) sarebbero semplicemente il risultato di questo predominio maschile, e non avrebbero alcun fondamento reale (cioè biologico).

            Come l'obiettivo del comunismo era una società senza classi, il fine dell'ideologia di genere è una società senza differenze tra uomini e donne. In questo senso trovano una giustificazione le istanze per le "pari opportunità", le "quote rose" e, soprattutto, contro la gravidanza, che resta l'insuperabile (per ora) reale differenza tra uomini e donne.

La triste storia dei gemelli Reimer

            L'esperimento perfetto del dottor Money, che avrebbe dovuto dimostrare l'assoluta indipendenza tra sesso biologico e identità di genere, si risolse nella tragica dimostrazione che esistono una natura maschile e femminile che sono strettamente legate al sesso biologico.

Ideologie contro l'identità: l'ideologia transgender (o queer)

            Il transgenderismo è un movimento politico e culturale che propone una visione fluida dei sessi e dei generi, e rivendica il diritto di ogni persona di scegliere liberamente il proprio orientamento sessuale, la propria identità sessuale, le proprie abitudini e stili di vita. Essi rifiutano categoricamente l'idea che una persona possa essere incasellata in categorie culturalmente definite da un unico gruppo allo scopo di mantenere il potere. Ogni persona potrebbe, secondo questo approccio, essere uomo o donna secondo il suo capriccio, provare attrazione sessuale per gli uomini o, indifferentemente, per le donne. L'identità sarebbe così assolutamente modellabile secondo i gusti e le preferenze personali e del momento: niente è dato, niente è definito, tutto è sottoposto all'arbitrio dell'uomo.

            Intanto nel nostro paese si moltiplicano le manifestazioni finalizzate a divulgare questa ideologia. Ad esempio, tra la fine di ottobre e i primi di novembre 2006 si è tenuta a Bologna la quarta edizione del Gender Bender Festival. Il titolo del festival organizzato da uno dei circoli gay più importanti d'Italia allude ad uno stato sensuale e identitario che va al di là del genere sessuale (gender = genere, bender = colui che piega); tra le proposte l'animalità, il travestitismo, la pornografia. La cosa che ha suscitato le maggiori proteste, comunque, è stato il cospicuo finanziamento pubblico (3.000 euro dall'Assessorato alla Cultura della Provincia di Bologna, 15.000 euro da parte del Comune, 10.000 euro dalla Regione); la curia di Bologna, ad esempio, si è posta le seguenti domande: <<E' lecito spendere soldi pubblici per finanziare spettacoli di pornostar mascherate da artisti? [...] Tutti abbiamo ascoltato i lamenti dei Comuni sui tagli della Finanziaria che potrebbero mettere in pericolo i servizi sociali primari. Mettere in scena la masturbazione o piccanti rapporti omosessuali è forse un servizio sociale primario?>>.

EMMANUELE

FONTE:  Da i quaderni del Timone; AUTORE: Roberto Marchesini; TITOLO: L'identità di genere; EDITORE: Edizioni Art.

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