Nuovi scenari
nella battaglia per la famiglia
Care
amiche, cari amici
Ci sono probabili notevoli
cambiamenti in vista per quanto riguarda il futuro del matrimonio e della
famiglia in Italia. Parlando sabato 14 giugno all'Assemblea del Partito
democratico, il Presidente del consiglio Matteo Renzi ha annunciato che a
settembre, dopo la riforma elettorale, comincerà l'iter parlamentare per
l'approvazione delle unioni civili delle coppie omosessuali.
Questo disegno di legge, attualmente
depositato nella Commissione giustizia del Senato, prevede l'estensione dei
requisiti del matrimonio alla coppia omosessuale che vuole
"sposarsi", tranne che per la possibilità di adottare un figlio. Il
diritto di adottare un figlio potrebbe arrivare successivamente, come è
accaduto in altri paesi occidentali che hanno applicato la logica della gradualità,
ma fin d'ora è previsto, come scrive il quotidiano l'Unità del 16
giugno, "l'istituto della 'stepchild adoption' ", cioè la possibilità
di uno dei due soggetti della coppia gay di adottare il figlio dell'altra
componente dell'unione.
La legge verrà presentata in
Parlamento unitamente alla proposta del "quoziente familiare", una
proposta di legge che prevede che il fisco tenga conto del numero dei
componenti del nucleo familiare nel tassare la famiglia. Si tratta di una legge
tanto giustamente attesa dal mondo cattolico e da chi sostiene la centralità
della famiglia, che riparerebbe decenni di penalizzazione e disattenzione nei
confronti dell'istituto familiare.
Presentando accanto al
riconoscimento delle unioni civili l'istituzione del quoziente familiare, Renzi
crede di poter prendere più piccioni insieme. Il Premier inviterà il mondo
cattolico a incassare la vittoria sul quoziente familiare e a non reagire
troppo duramente contro le unioni civili. Forse userà anche il ddl Scalfarotto
per spingere i cattolici a rinunciare alla lotta, congelando definitivamente
questo disegno di legge sull'omofobia che grazie alle campagne propagandistiche
lanciate in tutta Italia soprattutto dalle Sentinelle in piedi sta mostrando
sempre di più il suo carattere liberticida.
Se così fosse, lo scenario politico
e propagandistico cambierebbe notevolmente. Si passerebbe infatti da una
battaglia di libertà contro un ddl che manda in galera chi sostiene che un
bambino ha bisogno di un padre e di una madre per crescere in modo equilibrato,
a una battaglia di verità, che sostiene che soltanto la famiglia fondata sul
matrimonio fra un uomo e una donna può essere la cellula fondamentale di
una civiltà. Una battaglia evidentemente molto più difficile sul piano anzitutto
della comunicazione.
Si tratterebbe infatti di dover
dimostrare che l'equiparazione delle unioni omosessuali al matrimonio (anche se
soltanto con il nome di unione civile) nuoce alla famiglia perché le toglie
l'unicità e la centralità che ha sempre avuto e che le spettano secondo la
natura e il senso comune.
Famiglie, associazioni, vescovi e
uomini politici si mossero nel 2007 in occasione del Family day che
fermò i Dico, un progetto di riconoscimento delle coppie di fatto anche
omosessuali simile a quello di cui stiamo parlando. Allora si ebbe la forza di
gridare che il matrimonio deve essere riconosciuto e protetto giuridicamente se
si vuole che la famiglia rimanga la cellula fondamentale della società.
Soprattutto si chiese alle istituzioni di indicare nella famiglia un modello,
un ideale da perseguire per il bene di tutti.
Oggi sono passati altri sette anni
di attacchi culturali e di costume contro la famiglia. Sapremo inventarci
qualcosa per difenderla anche questa volta?
EMMANUELE
FONTE : Marco Invernizzi di Alleanza Cattolica
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