Care amiche,
cari amici
Il divorzio breve è stato approvato
dalla Camera dei Deputati e dovrà essere confermato al Senato prima di
diventare legge dello Stato. Basteranno dodici mesi per sciogliere una
famiglia, sei nel caso la richiesta sia consensuale. Divorziare diventa facile
come bere un bicchiere d'acqua, in una società sempre più liquida.
In questa sede interessa notare come
questo sia avvenuto senza l'opposizione di nessun partito, a eccezione dei
Popolari per l'Italia, che hanno votato contro come gruppo (Bindi, Gigli e
Sberna). Il Nuovo Centro Destra ha votato a favore con il voto contrario
motivato da tre deputati, Pagano, Calabrò e Roccella. Fratelli d'Italia ha
votato a favore attraverso la dichiarazione di La Russa e la Lega ha lasciato
libertà di coscienza, con il deputato Fedriga che ha motivato il suo voto
contrario. Alla fine hanno votato contro il divorzio sprint soltanto trenta
deputati. Trenta persone per bene che hanno messo le proprie convinzioni morali
al di sopra del partito, come per esempio il deputato Palmieri di Forza Italia,
che ha votato al contrario del relatore D'Alessandro del suo stesso partito, un
partito sempre più attraversato da venature laiciste.
L'applauso finale, dopo la votazione
quasi plebiscitaria, suona agghiacciante. Che cosa ci sia di entusiasmante in
una legge che accelera il fallimento della cellula base della società, l'unico
vero ammortizzatore sociale accanto alle parrocchie, è difficile da vedere, a
meno che non si affermi esplicitamente il dominio assoluto dell'individuo e dei
suoi desideri sulla famiglia, e sui suoi membri più deboli, i figli e a volte
le mogli. Ma questa è la dittatura del relativismo, e non è una novità.
Tradimento
e follia
Ciò che sorprende è la miopia
politica delle opposizioni di centro-destra, Fratelli d'Italia e Lega, e
soprattutto non si capisce perché il Nuovo Centro Destra non abbia assunto una
posizione contraria, apparendo succube del Pd e del politicamente corretto e
costringendo alcuni suoi deputati a votare contro il loro stesso partito. Dove
pensano di trovare consensi queste forze politiche se mai riusciranno a darsi
una identità forte e visibile almeno a sostegno di quei princìpi fondamentali
del bene comune che invece la sinistra non ha mai sposato e Forza Italia sembra
avere rinnegato?
Si è ripetuto in questa triste
vicenda parlamentare quanto accaduto in occasione delle elezioni europee,
quando molti elettori hanno disertato i seggi anche perché non erano attratti
da nessuna delle offerte politiche.
Attenzione, non sto dicendo che
questi princìpi non negoziabili siano sentiti come fondamentali dalla
maggioranza della società, ma è indubbio che coloro che li usano come criterio
di scelta politica non trovano nessuno che li sostenga e difenda. Che questi
elettori siano centinaia di migliaia o milioni non lo so, ma so che nessuno si
preoccupa di loro e così loro non vanno a votare.
Non
bisogna disperare
Che dire ancora? Che non bisogna
disperare perché il mondo non finisce soltanto perché le classi politiche si
muovono tutte all'interno del "politicamente corretto" e non riescono
a capire neppure quali siano i loro interessi elettorali.
La crisi che subisce il mondo
occidentale non è cominciata dalla politica e non può essere risolta dai
Parlamenti. La soluzione comincia dal cuore e dalla testa degli uomini, se
sapremo avvicinarli, parlando loro del Regno di Dio, che non si realizza in
questo mondo, ma che può renderlo migliore.
EMMANUELE
FONTE . Marco Invernizzi di Alleanza Cattolica
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