sabato 14 gennaio 2012

L’INIZIO DEI SEGNI (Gv 2,1-11)

Il miracolo delle nozze di Cana (Gv 2,1-11) è apparentemente semplice. Alla domanda: “Perché Gesù fa il miracolo?”, la nostra risposta sarebbe: “Glielo ha chiesto la madre”, oppure, “Lo ha fatto per togliere gli sposi dall’imbarazzo”.

La risposta dell’evangelista Giovanni è un’altra: “Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni di Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui”.
Il miracolo di Cana ha perciò un duplice significato.
Il primo significato è racchiuso nelle parole: “Egli manifestò la sua gloria”. Di che gloria si tratta? I momenti di vittoria sono momenti di gloria, manifestano quanto vali, chi veramente sei. In riferimento a Cristo, il momento di gloria che lo manifesta per quello che veramente è - il Figlio di Dio - , noi diremmo: è la risurrezione. La risposta dell’evangelista invece è un’altra: la croce. Cristo è venuto a mostrarci l’amore di Dio. E il luogo in cui questo amore si manifesta in tutta la sua forza è la croce. La risurrezione? Ne è la conferma. Gesù stesso quando dice alla madre: “Non ancora giunta la mia ora”, pensa all’ora della croce–risurrezione, che non vuole in nessun modo anticipare. Nell’intenzione di Gesù c’è dunque l’invito a scoprirlo quale figlio di Dio perdutamente amante dell’uomo e della donna, partendo dalla sua Pasqua.
L’altro significato del miracolo è quello di condurre i discepoli alla fede: “I suoi discepoli credettero in lui”. La fede consiste nel saper intravedere nel miracolo il mistero della persona di Gesù. La vera fede c’è non quando il Signore ha risolto il tuo problema, ma quando l’hai scoperto per quello che è: Dio crocifisso e risorto. Noi diciamo che il Signore ci vuole bene e gli crediamo perché ci mantiene in salute, ci da una bella famiglia, un lavoro, una casa. E se tutto questo non dovesse accadere? Guardate quanta gente non ha tutte queste cose! Continueremmo comunque a credere in Dio, a volergli bene? Il vero credente sì, perché ha scoperto che Gesù Cristo non gli vuole bene perché gli garantisce vita e salute, ma perché è morto e risorto per lui. Questa è la prova più convincente che Dio ci vuole bene. Purtroppo non è la prova che solitamente cerchiamo. Peccato!

Don Marcello

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