mercoledì 4 gennaio 2012

IL SUO VOLTO (Lc 18-21)


All’inizio del nuovo anno Dio ci vuole benedire, vuole mostrare la sua benevolenza nei nostri confronti, per farci capire che tutto ciò che accade è suo dono. E lo fa con un’espressione di particolare bellezza: “Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia” (I lettura).

Il volto è l’espressione autentica della persona. Un volto che sorride è un volto che ti accoglie, contento di vederti. Un volto che sorride rivela una persona affabile, luminosa, che non soltanto ti aiuta, ma è contenta di aiutarti.
Il volto di Dio è così. Gesù, l’unica immagine autorizzata di Dio, si è presentato ai pastori avvolto in fasce, in un mangiatoia, bisognoso di cure come ogni neonato:“I pastori se no tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, come era stato detto loro” (Lc 18-21). Se tornarono contenti significa che hanno visto qualcosa che li ha fatto contenti, appunto, un volto che brilla con un sorriso.
Ma a noi questa rivelazione di un Dio così piace soltanto nel presepe. Nella realtà insistiamo con la convinzione di un Dio giudice, sempre pronto alla condanna, alla punizione, al castigo. Come a un Dio duro e arcigno, invidioso del nostro bene.
Le conseguenze di questa idea sbagliata di Dio sono disastrose. Porta molti a rifiutarlo o a negarlo con l’ateismo sia teorico che pratico. Fa vivere tanti nella paura del castigo e delle punizioni. Fa angosciare altri nei momenti del dolore e della sofferenza, nella convinzione che li sta punendo. Così la fede di molti, - forse anche la nostra? - è diventata passiva, fredda, senza entusiasmo.
Proviamo invece a pensare Dio come lui vuole e come in realtà è: sorridente, paterno, tenero con tutti. La descrizione più bella di un Dio così la troviamo in S. Paolo (II lettura) che racconta ancora meglio dell’abbassamento di Dio verso noi uomini: “Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini”. Pensiamo a Dio così: contento di abbassarsi fino a noi. Il giorno sarà diverso. L’anno sarà diverso. La vita sarà diversa. Ci accorgeremo che tutto cambia.

Don Marcello

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