sabato 9 luglio 2011

COMMENTO AL VANGELO: GESU’ COME UN CLOWN INASCOLTATO?

Ringraziamo il nostro carissimo don Marcello per averci fatto dono del commento al vangelo domenicale (rito ambrosiano)...

C’è una storiella  raccontata dal filofoso Kierkegaard che narra di un circo viaggiante in Danimarca, colpito da un incendio. Il direttore mandò subito il clown, già abbigliato per la recita, a chiamare aiuto nel villaggio vicino, oltretutto perché c’era pericolo che il fuoco, propagandosi attraverso i campi da poco mietuti e quindi secchi, s’appiccasse anche al villaggio. Il clown corse affannato al villaggio, supplicando gli abitanti ad accorrere al circo in fiamme, per dare una mano a spegnere l’incendio. Ma essi presero le grida del pagliaccio unicamente per un astutissimo trucco del mestiere, tendente ad attirare il maggior numero possibile di persone alla rappresentazione; per cui lo applaudivano, ridendo sino alle lacrime. Il povero clown aveva più voglia di piangere che di ridere e tentava inutilmente di scongiurare gli uomini ad andare, spiegando loro che non si trattava affatto di una finzione, d’un trucco, bensì di una amara realtà, giacchè il circo stava bruciando per davvero. Il suo pianto non faceva altro che intensificare le risate. La commedia continuò così finchè il fuoco s’appiccò realmente al villaggio e ogni aiuto giunse troppo tardi: villaggio e circo finirono entrambi distrutti dalle fiamme.
Come Dio ai tempi di Noè e di Lot, anche Gesù Cristo oggi rischia di fare la figura del pagliaccio. Per tanti Gesù può dire quello che vuole. Comunque si comporti, qualsiasi tentativo faccia per presentare la serietà del suo messaggio, è trattato come un clown. Lo si può quindi ascoltare senza inquietarsi seriamente per quello che dice. Questo è il nostro dramma.
Gesù parla sul serio quando nel Vangelo di oggi (Lc 17,26-30.33) ci dice che ritornerà e che al suo ritorno bisogna essere pronti. Può accadere anche oggi quanto è avvenuto al tempo di Noè e di Lot: distratti dalla vita, gli uomini non sanno cogliere l’essenziale per salvarsi. E l’essenziale è la sequela di Gesù: solo così ci si prepara alla venuta improvvisa del Signore e al suo giudizio. E la sequela consiste in questo: nel fare nostro il progetto di vita di Cristo Crocifisso e Risorto, nel donare la vita per ritrovarla: “Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva”. Io sono su questa strada?
Don Marcello

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