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anni compiuti il 14 febbraio, 33 gol segnati in una sola stagione di cui ben 26
in campionato e 7 in dieci partite di Europa League;
la sua squadra, il Napoli,
che termina il campionato al terzo posto lottando fino alle ultime partite
addirittura per vincere il campionato. Questi sono i numeri di Edinson Cavani,
uruguaiano acquistato dal Palermo nel luglio dello scorso anno dopo che grandi
squadre lo avevano corteggiato. Arriva a
Napoli forse per far dimenticare il giocatore più famoso e amato, Quagliarella,
che dopo una sola stagione lascia Napoli per la Juventus, per ragioni mai
veramente chiarite.
Cavani
si guadagna subito l’affetto del pubblico, non solo a suon di gol, ma
soprattutto perché dimostra di essere prima di tutto un uomo. Felice per la
nascita di suo figlio Bautista svela alcuni lati della sua vita… quando conosce
Soledad, la sua splendida moglie, la saluta con una linguaccia! “Se questa
ragazza oserà rivolgermi la parola dopo un saluto del genere, allora significa
che è la persona giusta” dice tra sé e sé.
Ricordo calciatori che ad ogni gol fatto facevano seguire
festeggiamenti di tutti i tipi: capriole (Hugo Sanchez), macarena (Pasquale
Luiso), simulazione di tiro con l’arco (Emanuele Calaiò); Cavani dopo aver
segnato fa un gesto che ora tutti i tifosi napoletani hanno imparato a ripetere
decine di volte. Un gesto semplice quanto importante che tutti dovremmo
imparare a fare ogni giorno: Edinson alza le mani verso il cielo e ringrazia il
Signore.
Gracile
nel fisico ma forte nello spirito, sì avete capito, forte nello spirito: perché
è lo spirito che vuole il Signore come spesso ricordava San Pio da Pietrelcina.
Edinson è molto chiaro nei suoi pensieri: “Un
giorno smetterò di fare il calciatore, ma vorrei lasciare il segno come uomo
del Signore”.
Nel mondo del calcio, che oggi è denaro e interessi conseguenti non è
facile accorgersi di persone così “diverse”, eppure già alla fine degli anni 80
giocò nel Cesena e nella Lazio un calciatore (Amarildo) che all’inizio di ogni
partita, anziché dare il gagliardetto della propria squadra, regalava ad ogni
avversario una copia della Bibbia, perché è nelle Scritture che possiamo e
dobbiamo trovare la verità.
Edinson non ringrazia il Signore solo per i gol, lo ringrazia per ogni
giorno della sua vita, perché è consapevole di
esser fortunato rispetto ad altri giovani della sua età. Segna un gol
con la maglia del Palermo e mostra al pubblico una canotta con una scritta che
toglie ogni dubbio: “Io appartengo a Cristo” e quando sceglie Napoli ne dà una
semplice e chiara spiegazione: «Gesù
indirizza tutte le mie scelte, è stato lui a mandarmi al San Paolo», perché per
lui ogni giovane deve aprire le porte del proprio cuore al Signore. Non
conosceva nulla di Napoli e prima di accettare l’offerta invita sua moglie ad
unirsi a lui nella preghiera per chiedere a Dio cosa fare. “Ognuno di noi ha la
fortuna di poter scegliere di farsi
guidare dal Signore”, queste sono le sue parole. Per fare le scelte giuste non
basta contare sulle nostre forze, è necessario sempre pregare il Signore chi ci
illumini, perché se il Signore non
benedice la casa, invano vi faticano i costruttori recita il Salmo 127.
Cavani ha scelto Cristo anzi, ha abbracciato Cristo, e invita tutti a farlo. Mi
piace ricordare sempre la frase con la quale il sacerdote termina la Messa: “Glorificate
il Signore con la vostra vita”, il Beato Luigi Monti diceva: “Si stia con Dio e si parli di Lui”, non
è solo parlando agli altri di Dio che si dimostra la propria fede, ma è proprio
“stando” con Lui, ossia camminando nel Signore che gli altri possono
comprendere che siamo “trasformati”.
Faccia
pulita, apparecchio ai denti, il Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis
quando parla di Cavani, difficilmente ne parla come di un ottimo calciatore, ma
dice sempre di lui: “E’ un ragazzo pulito, una brava persona” insomma un
ragazzo semplice. “Semplice come una colomba e forte come un aquila” questo è
il suo motto; spesso i tifosi del Napoli si domandano come sia possibile che un
calciatore che ha un così enorme dispendio di energie come lui, possa essere un
momento prima nella propria area a difendere il risultato e cinque secondi dopo
nell’area avversaria a fare gol. La risposta
ce la dà Isaia nella Bibbia: “quanti
sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza
affannarsi, camminano senza stancarsi.”
Per Cavani il suo
gol più bello è quello di aver scelto Cristo, io credo che se anche noi ci
decidiamo una volta per tutte per il Signore, Lui ricambierà facendoci vincere
la partita più importante: la vita. E ognuno di noi potrà essere veramente un
uomo del Signore.
Tobia
Tobia
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