Evangelii Nuntiandi. Parte 4
Riprendiamo, da martedì scorso, il discorso sulla
evangelizzazione con l'aiuto della esortazione apostolica di PAOLO VI. Da
questo documento noi continueremo, come fatto sin'ora, a trarre concetti importati che ci
interessano per la realizzazione di un programma di evangelizzazione. Vediamo!
La
testimonianza della vita
Per la Chiesa, la testimonianza di una vita
autenticamente cristiana, abbandonata in Dio in una comunione che nulla deve
interrompere, ma ugualmente donata al prossimo con uno zelo senza limiti, è il
primo mezzo di evangelizzazione. <<L'uomo contemporaneo ascolta più
volentieri i testimoni che i maestri - , dicevamo lo scorso anno a un gruppo di
laici - o se ascolta i maestri la fa perché sono dei testimoni>>. S.
Pietro esprimeva bene ciò quando descriveva lo spettacolo di una vita casta e
rispettosa che <<conquista senza bisogno di parole quelli che si
rifiutano di credere alla Parola>>. E' dunque mediante la sua condotta,
mediante la sua vita, che la Chiesa evangelizzerà innanzitutto il mondo, vale
adire mediante la sua testimonianza vissuta di fedeltà al signore Gesù, di
povertà e di distacco, di libertà di fronte ai poteri di questo mondo, in una
parola, di santità.
Una
predicazione vivente
Non è superfluo sottolineare, inoltre, l'importanza e la
necessità della predicazione. <<Come potranno credere, senza averne
sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi? ...
La fede dipende dunque dalla predicazione e la predicazione a sua volta si
attua per la parola di Cristo>>. Questa legge posta un giorno
dall'Apostolo Paolo conserva oggi tutta
la sua forza.
Sì, è sempre indispensabile la predicazione, questa
proclamazione verbale di un messaggio.
La
catechesi
Bisogna soprattutto preparare buoni catechisti -
catechisti parrocchiali, istitutori, genitori - preoccupati di perfezionarsi in
questa arte superiore, indispensabile ed esigente dell'insegnamento religioso.
Utilizzazione
dei <<mass media>>
La catechesi o l'approfondimento ulteriore della fede,
non possono fare a meno dei mass media.
Posti al servizio del Vangelo, essi sono capaci di
estendere quasi all'infinito il campo di ascolto della Parola di Dio, e fanno
giungere la Buona Novella a milioni di persone. La Chiesa si sentirebbe
colpevole di fronte al suo Signore se non adoperasse questi potenti mezzi, che
l'intelligenza umana rende ogni giorno più perfezionati; servendosi di essi la
Chiesa <<predica sui tetti>> il messaggio di cui è depositaria; in
loro essa trova una versione moderna ed efficace del pulpito. Grazie ad essi
riesce a parlare alle moltitudini.
Indispensabile
contatto personale
Accanto alla proclamazione fatta in forma generale del
Vangelo, l'altra forma della sua trasmissione, da persona a persona, resta
valida ed importante. Il Signore l'ha spesso praticata - come ad esempio
attestano le conversazioni con Nicodemo, Zaccheo, la Samaritana, Simone il
fariseo e con altri - ed anche gli Apostoli. C'è forse in fondo una forma
diversa di esporre il Vangelo, che trasmettere ad altri la propria esperienza
di fede? Non dovrebbe accadere che l'urgenza di annunziare la Buona Novella a masse
di uomini facesse dimenticare questa forma di annuncio mediante la quale la
coscienza personale di un uomo è raggiunta, toccata da una parola del tutto
straordinaria che egli riceve da un altro. Noi non potremmo lodare a
sufficienza quei sacerdoti che, attraverso il Sacramento della Penitenza o
attraverso il dialogo pastorale, si mostrano pronti a guidare le persone nelle
vie del Vangelo, a confermarle nei loro sforzi, a rialzarle se sono cadute, ad
assisterle sempre con discernimento e disponibilità.
Il
ruolo dei Sacramenti
Non si insisterà mai abbastanza sul fatto che
l'evangelizzazione non si esaurisce nella predicazione e nell'insegnamento di
una dottrina. Essa deve raggiungere la vita: la vita naturale alla quale dà un
senso nuovo, grazie alle prospettive evangeliche che le apre;
L'evangelizzazione dispiega così tutta la sua ricchezza
quando realizza il legame più intimo, e meglio ancora una intercomunicazione
ininterrotta, tra la Parola e i Sacramenti.
Se è ben orientata, soprattutto mediante una pedagogia di
evangelizzazione, è ricca di valori. Essa manifesta una sete di Dio che solo i
semplici e i poveri possono conoscere; rende capaci di generosità e di
sacrificio fino all'eroismo, quando si tratta di manifestare la fede; comporta
un senso acuto degli attributi profondi di Dio; la paternità, la provvidenza,
la presenza amorosa e costante; genera atteggiamenti interiori raramente
osservati altrove al medesimo grado: pazienza, senso della croce nella vita
quotidiana, distacco, apertura agli altri, devozione. A motivo di questi
aspetti, noi la chiamiamo volentieri <<pietà popolare>>, cioè
religione del popolo, piuttosto che religiosità.
Una
destinazione universale
<<Andate in tutto l mondo e predicate il Vangelo ad
ogni creatura>>.
Dobbiamo constatare con tristezza che l'opera
evangelizzatrice della Chiesa è fortemente contrastata, se non impedita, da
poteri pubblici. Avviene, anche ai nostri giorni, che annunziatori della Parola
di Dio siano privati dei loro diritti, perseguitati, minacciati, eliminati per
il solo fatto di predicare Gesù Cristo e il suo Vangelo. Ma noi abbiamo fiducia
che, malgrado queste prove dolorose, alla fin fine l'opera di questi apostoli
non verrà meno in nessuna regione nel mondo.
Nonostante tali avversità, la Chiesa ravviva sempre la
sua ispirazione più profonda, quella che le viene direttamente dal Maestro: A
tutto il mondo! A tutte le creature! Fino agli estremi confini della terra!
Essa lo ha fatto di nuovo nel recente Sinodo, come un appello a non imprigionare
l'annuncio evangelico limitandolo a un settore dell'umanità, o a una classe di
uomini, o a un solo tipo di cultura. Altri esempi potrebbero essere rivelatori.
Cordiali lettori, vi rimando
a martedì prossimo. Un saluto, EMMANUELE
FONTE: Titolo: Evangelii
Nuntiandi; Autore: Paolo VI; Editore: ELLEDICI
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