Le Sentinelle
in Piedi a Milano. Un modello di civiltà
Care
amiche, cari amici
accolte da una statua
pedopornografica allestita in piazza XXV aprile non si sa bene da chi, le Sentinelle
in Piedi sono tornate a vegliare in silenzio e con un libro in mano a
Milano, come in altre 99 città italiane e in contemporanea con la Manif francese.
Questa volta sono state accolte
anche da una manifestazione lgbt organizzata sembra da un consigliere del Partito
democratico milanese e da uno sparuto gruppetto di nostalgici degli anni
Settanta, che hanno riesumato antichi slogan della "guerra fredda” e del
peggior antifascismo di maniera. Erano decenni, infatti, che non si sentiva più
gridare contro il fascio-capitalismo e contro i padri-padroni, i responsabili
della famiglia patriarcale, in nome di una liberazione che peraltro non arriva
mai.
Anzi, arrivano nuovi provvedimenti
contro la famiglia, come il divorzio sprint, il decreto-legge "salva liti”
che permette il divorzio semplicemente davanti a un avvocato, così
privatizzandolo completamente. E arriverà a breve, come ha annunciato il
Presidente del consiglio, una iniziativa del governo sulle cosiddette unioni
civili, che in molti Paesi occidentali hanno equiparato il matrimonio alle
unioni omosessuali. Probabilmente in Italia saranno molto soft, per non urtare
il mondo cattolico e riuscire così a confonderlo, affermando che non si
tratterà di equiparare perché il matrimonio rimane soltanto quello fra un uomo
e una donna, ma si tratta semplicemente di riconoscere i diritti civili di due
omosessuali che decidono di convivere. Peccato che questi diritti sono già
garantiti tutti, tranne quello di adottare un figlio e quello della
reversibilità della pensione. Mentre il primo verrà introdotto successivamente,
quando l’opinione pubblica avrà accettato il matrimonio gay, la reversibilità è
impossibile per ragioni finanziarie e la comunità lgbt se ne dovrà fare una
ragione. Quanto alla differenza fra unioni civili e matrimonio, essa scomparirà
lentamente, man mano che la gente si abituerà e verrà stabilita anche
nominalmente quando ormai tutti confonderanno i matrimoni con le unioni civili.
Tuttavia nessuno pensi che la
battaglia in piazza non serva. Proprio alcuni avvenimenti delle scorse
settimane dimostrano il contrario. A Trento il consiglio provinciale ha
posticipato il disegno di legge sull’omofobia previsto per la Provincia
autonoma, ufficialmente perché ci sono tematiche più urgenti da affrontare, in
realtà perché ci sono state forti proteste sia dentro il consiglio sia
nell’opinione pubblica locale. Negli stessi giorni il ministro dell’interno on.
Alfano ha dichiarato formalmente che i sindaci non hanno il potere di
trascrivere matrimoni omosessuali contratti all’estero, confermando così
l’intervento del prefetto di Bologna contro il sindaco della stessa città. A
Firenze, la Corte d’Appello ha annullato una sentenza del Tribunale di Grosseto
che trascriveva il matrimonio di due persone dello stesso sesso contratto
all’estero, dimostrando così che non tutta la Magistratura si presta a sentenze
gayfriendly, ma che vi sono magistrati disposti ad applicare la legge.
Sia a Bologna sia a Firenze, questi provvedimenti sono venuti dopo pubbliche e
significative proteste pubbliche.
Insomma, la piazza è importante ed è
rimasta non l’unica ma la principale risorsa che abbiamo a disposizione per
difendere il matrimonio naturale. Tuttavia, coloro che vogliono decostruire la
famiglia naturale mettendole accanto altre forme di convivenza fanno fatica a
sopportare la presenza in piazza delle Sentinelle in Piedi e cercheranno
sempre nuove strade per contestare questa presenza. Nessuno si spaventi o
reagisca, come è accaduto a Milano, dove il sangue freddo e lo splendido senso
dell’umorismo dimostrato dalle Sentinelle in Piedi ha permesso ai molti
passanti di fare una “composizione di luogo” fra due umanità contrapposte, una
che leggeva un libro in silenzio, l’altra che urlava e insultava a
squarciagola.
Viviamo nella “civiltà dell’immagine”,
come diceva il beato Paolo VI, e queste cose sono importanti. Speriamo che
anche la polizia (che ha permesso il disturbo di una manifestazione
regolarmente autorizzata) si renda sempre più conto che le Sentinelle in
Piedi vogliono rispettare delle regole di ordine pubblico che altri
disprezzano e violano.
A questi contestatori delle veglie
vorrei ricordare che non ho nulla contro le loro rispettabilissime persone ma
che trovo incomprensibile che le loro scelte personali diventino forme di violenza
(per adesso solo verbale) contro chi vuole testimoniare in silenzio che il
matrimonio in natura esiste solo fra un uomo e una donna e che un bambino ha
bisogno di un padre e di una mamma.
Un’ultima cosa. Continueremo ad
andare in piazza per ricordare la verità sul matrimonio e sulla famiglia e per
poterlo fare liberamente, senza rischiare la galera. Ma siamo anche convinti
che questo non basta. Il processo di decostruzione della famiglia e della
stessa persona umana che Marguerite Peeters ha descritto durante il bel
convegno che si è svolto a Brescia sabato 4 ottobre e che si trova descritto
nel suo libro finalmente tradotto in italiano (Il gender. Una questione
politica e culturale, san Paolo) è ormai andato troppo oltre in Occidente.
Non basta difendere istituzioni che non sono più condivise. Bisogna
riconquistare le persone alla verità che hanno perduto o che non è mai stata
loro insegnata. Verità naturali, come il matrimonio, che la ragione può
cogliere. Verità che per noi cattolici hanno il loro fondamento in Cristo, sul
quale dobbiamo tenere gli occhi fissi, come ha detto papa Francesco inaugurando
i lavori del Sinodo straordinario sulla famiglia.
Al Santo Padre e a tutti padri
sinodali offriamo la nostra piccola grande battaglia per la libertà e per la
verità.
EMMANUELE
FONTE: Marco Invernizzi di Alleanza Cattolica
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