lunedì 6 ottobre 2014

CORSO DI GUARIGIONE 4



PURIFICAZIONE PASSIVA DEI SENSI

Termine tratto dalla scuola carmelitana: è l'equivalente della "notte dei sensi" di San Giovanni della Croce e corrisponde alla tappa purgativa (o di desolazione) della scuola ignaziana. Ci sono due notti ben distinte anche se si appoggiano sulle medesime facoltà:

a) notte attiva = ascesi volontaria: è l'uomo che "" sforzi di conversione per Dio.
b) notte passiva = azione diretta di Dio sull'anima: lasciar fare al Signore e accoglierlo.

Causa: Non dipende dal grado di santità di una persona, ma dall'iniziativa di Dio in risposta ad una domanda esplicita dell'uomo: voglio vedere Dio:

Fine: Permette la crescita, lo sviluppo delle dimensione spirituale oblativa in modo che tutto l'essere psichico e spirituale diventa sempre più oblativo.

In che modo opera? Rimette in ordine le facoltà inferiori (memoria, affettività e immaginazione), sparpagliate o messe in disordine da cupidigie, bramosie, e le riordina alle facoltà superiori (Saggezza e Volontà d'amore soprannaturale), affinché siano più trasparenti e più sottomesse all'azione di Dio. Così l'uomo psichico diventa sempre più dipendente e obbediente all'uomo spirituale, e la Persona viene "trascinata" in un'intimità più gioiosa con il suo Creatore.

I mezzi adoperati: Il Signore non si rivela più attraverso i sensi, ma dall'interno. Questo nuovo modo provoca un accecamento o notte, un oscuramento. Infatti il mezzo per ricevere "l'emissione divina" non è più quello dei sensi, cioè esterno, ma quello dell'intimo, cioè interno. Prima, però, di cambiare il mezzo di ricezione, vale a dire di passare a "ricevere il Signore" non più sulla lunghezza d'onda dei sensi, ma su quella interiore del cuore, passa tutto un periodo in cui i sensi restano smarriti e accecati. Così ricevendo attraverso l'interno, cioè attraverso lo spirito, la luce divina, tutto l'uomo è immerso nella luce di Dio e non vede più nulla come l'occhio che, guardando il sole ne è completamente illuminato, ma nello stesso tempo, accecato; e ciò porta angoscia.

Sintomatologia: I disturbi sono fisici, psichici e spirituali.

Sintomi fisici (di tipo psico-somatico):
a) respiratori = asma, oppressione
b) digestivi = gastralgia, aerocolia, diarrea
c) fusionali = precordialgie, tremiti
d) epatici
e) coliche nefritiche

Sintomi psicologici:
a) una pseudo-depressione = tristezza, lacrime, accidia, fatica mattutina, disturbi della memoria, insonnia all'inizio e nel mezzo della notte.
b) angosce derivanti dal sentimento della vicinanza di Dio.
c) fobie delle macchie di sporco.
d) scrupoli (deriva patologica del sentimento di colpa) rassomiglianti ad una crisi nevrotica.
e) una ipercoscienza della propria miseria (del proprio peccato) e un aspetto oppressivo di tale presa di coscienza.
f) sentimento d'impotenza: negli affari temporali (paralisi), perdita del gusto delle cose, lasciare le cose, trascinarsi.

Sintomi spirituali:
a) noia per tutto ciò che riguarda le cose di Dio, aridità, perdita di gusto della preghiera, assenza di Dio in contrasto con un desiderio bruciante di Dio.
b) sensazione di peccare contro l'umiltà. La persona è convinta che tale prova sia dovuta alla sua non-conversione, teme di essere orgogliosa, perciò si reputa l'infima, la peggiore.
c) dubbio violento rispetto alle virtù teologali: fede, speranza, carità.
d) spirito di bestemmia: il fine è di tagliare la relazione con Dio.
e) spirito di fornicazione: il fine è di tagliare la relazione con gli altri.
f) spirito di vertigine: il fine è tagliare la relazione con se stessi.
g) sentimento di dannazione: la persona crede alla?Amore di Dio, ma è convinta, nel vedere la sua miseria, di aver fatto atti che l'hanno irrimediabilmente dannata.

DIAGNOSI:

1) assenza di precedenti psicopatologici
2) vita teologale intensa
3) una promessa fatta a Dio nel passato
4) tre segni spirituali:
Desiderio di Dio
Umiltà
Obbedienza
5) durata dei disturbi, abitualmente è più corta di quella psicopatologica
6) inizio e soprattutto fine rapido senza causa
7) frutti di santità che permangono.

TERAPIA:

- astensione = rispettare il lavoro del Signore in questa persona.
- ascoltare = importante anche se penoso perché la persona dirà sempre le stesse cose e le stesse lamentele.
- pregare per lei = non preghiera di guarigione (sarebbe inefficace), ma preghiera di pacificazione.
- pregare con lei = per aiutarla ad accettare, accogliere ed offrire. Aiutarla ad abbandonarsi.
- direzione spirituale più stretta.

Aiutarla a restare fedele alla preghiera non più due ore, ma solo un quarto d'ora al giorno. Incoraggiarla a frequentare i sacramenti anche con il sentimento d'indignità; proporle un minimo: il Vangelo del giorno. Aiutarla a fare, magari per obbedienza, ciò che le viene richiesto, verificare se vi si è sottomessa perciò, è indispensabile una relazione d'obbedienza con una guida spirituale. Aiutarla ad afferrare il senso di ciò che si produce in lei affinché essa vi collabori. Sforzarsi di sollevarla a livello fisico, o psicologico o spirituale senza la presunzione di riuscirvi presto e totalmente.

EMMANUELE

FONTE : Titolo : Corso di guarigione; Autore: Laura Casali

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