PURIFICAZIONE
PASSIVA DEI SENSI
Termine
tratto dalla scuola carmelitana: è l'equivalente della "notte dei
sensi" di San Giovanni della Croce e corrisponde alla tappa purgativa (o
di desolazione) della scuola ignaziana. Ci sono due notti ben distinte anche se
si appoggiano sulle medesime facoltà:
a) notte
attiva = ascesi volontaria: è l'uomo che "fà" sforzi di
conversione per Dio.
b) notte
passiva = azione diretta di Dio sull'anima: lasciar fare al Signore e
accoglierlo.
Causa: Non dipende
dal grado di santità di una persona, ma dall'iniziativa di Dio in risposta ad
una domanda esplicita dell'uomo: voglio vedere Dio:
Fine: Permette la
crescita, lo sviluppo delle dimensione spirituale oblativa in modo che tutto
l'essere psichico e spirituale diventa sempre più oblativo.
In che modo
opera?
Rimette in ordine le facoltà inferiori (memoria, affettività e immaginazione),
sparpagliate o messe in disordine da cupidigie, bramosie, e le riordina alle
facoltà superiori (Saggezza e Volontà d'amore soprannaturale), affinché siano
più trasparenti e più sottomesse all'azione di Dio. Così l'uomo psichico
diventa sempre più dipendente e obbediente all'uomo spirituale, e la Persona
viene "trascinata" in un'intimità più gioiosa con il suo Creatore.
I mezzi
adoperati: Il
Signore non si rivela più attraverso i sensi, ma dall'interno. Questo nuovo
modo provoca un accecamento o notte, un oscuramento. Infatti il mezzo per
ricevere "l'emissione divina" non è più quello dei sensi, cioè
esterno, ma quello dell'intimo, cioè interno. Prima, però, di cambiare il mezzo
di ricezione, vale a dire di passare a "ricevere il Signore" non più
sulla lunghezza d'onda dei sensi, ma su quella interiore del cuore, passa tutto
un periodo in cui i sensi restano smarriti e accecati. Così ricevendo attraverso
l'interno, cioè attraverso lo spirito, la luce divina, tutto l'uomo è immerso
nella luce di Dio e non vede più nulla come l'occhio che, guardando il sole ne
è completamente illuminato, ma nello stesso tempo, accecato; e ciò porta
angoscia.
Sintomatologia: I disturbi
sono fisici, psichici e spirituali.
Sintomi
fisici
(di tipo psico-somatico):
a) respiratori
= asma, oppressione
b) digestivi
= gastralgia, aerocolia, diarrea
c) fusionali
= precordialgie, tremiti
d) epatici
e) coliche
nefritiche
Sintomi
psicologici:
a) una
pseudo-depressione = tristezza, lacrime, accidia, fatica mattutina,
disturbi della memoria, insonnia all'inizio e nel mezzo della notte.
b) angosce
derivanti dal sentimento della vicinanza di Dio.
c) fobie
delle macchie di sporco.
d) scrupoli
(deriva patologica del sentimento di colpa) rassomiglianti ad una crisi
nevrotica.
e) una
ipercoscienza della propria miseria (del proprio peccato) e un aspetto
oppressivo di tale presa di coscienza.
f) sentimento
d'impotenza: negli affari temporali (paralisi), perdita del gusto delle
cose, lasciare le cose, trascinarsi.
Sintomi
spirituali:
a) noia
per tutto ciò che riguarda le cose di Dio, aridità, perdita di gusto
della preghiera, assenza di Dio in contrasto con un desiderio bruciante di
Dio.
b) sensazione
di peccare contro l'umiltà. La persona è convinta che tale prova sia dovuta
alla sua non-conversione, teme di essere orgogliosa, perciò si reputa l'infima,
la peggiore.
c) dubbio
violento rispetto alle virtù teologali: fede, speranza, carità.
d) spirito
di bestemmia: il fine è di tagliare la relazione con Dio.
e) spirito
di fornicazione: il fine è di tagliare la relazione con gli altri.
f) spirito
di vertigine: il fine è tagliare la relazione con se stessi.
g) sentimento
di dannazione: la persona crede alla?Amore di Dio, ma è convinta, nel
vedere la sua miseria, di aver fatto atti che l'hanno irrimediabilmente
dannata.
DIAGNOSI:
1) assenza
di precedenti psicopatologici
2) vita
teologale intensa
3) una
promessa fatta a Dio nel passato
4) tre segni
spirituali:
Desiderio di
Dio
Umiltà
Obbedienza
5) durata
dei disturbi, abitualmente è più corta di quella psicopatologica
6) inizio e
soprattutto fine rapido senza causa
7) frutti di
santità che permangono.
TERAPIA:
- astensione
= rispettare il lavoro del Signore in questa persona.
- ascoltare
= importante anche se penoso perché la persona dirà sempre le stesse cose e le
stesse lamentele.
- pregare
per lei = non preghiera di guarigione (sarebbe inefficace), ma preghiera di
pacificazione.
- pregare
con lei = per aiutarla ad accettare, accogliere ed offrire. Aiutarla ad
abbandonarsi.
- direzione
spirituale più stretta.
Aiutarla a
restare fedele alla preghiera non più due ore, ma solo un quarto d'ora al
giorno. Incoraggiarla a frequentare i sacramenti anche con il sentimento
d'indignità; proporle un minimo: il Vangelo del giorno. Aiutarla a fare, magari
per obbedienza, ciò che le viene richiesto, verificare se vi si è sottomessa
perciò, è indispensabile una relazione d'obbedienza con una guida spirituale.
Aiutarla ad afferrare il senso di ciò che si produce in lei affinché essa vi
collabori. Sforzarsi di sollevarla a livello fisico, o psicologico o spirituale
senza la presunzione di riuscirvi presto e totalmente.
EMMANUELE
FONTE :
Titolo : Corso di guarigione; Autore: Laura Casali
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