sabato 3 dicembre 2011

MORALE PARTE 9

Il proporzionalismo

          Con l'emergere nella modernità del cosidetto "pensiero tecnico" l'efficacia diventa il nuovo criterio dell'agire morale secondo una concezione tipicamente illuministica. Il compito è perseguire non il bene ma il maggior bene. E per far questo, si perseguirà la condotta che, in se stessa e nelle sue conseguenze, promette di produrre al netto la maggior proporzione di effetti positivi o la minor proporzione di effetti negativi. Questa erronea dottrina morale è definita appunto come "proporzionalismo".

          Questo atteggiamento produce il fatto che sia che venga raggiunto il famoso "maggior bene", sia che non venga raggiunto, si può sempre afferamre che la condotta perseguiva quel fine. E, dunque, qualsiasi condotta è "difendibile", visto che il fine era - pare - comunque buono.

          Per esempio: è lecito distruggere intenzionalmente Hiroshima e Nagasaki, in ragione del fatto che così facendo si abbrevierà la guerra e il suo carico di vittime? Se si ragiona in termini proporzionalistici, tutto diventa lecito e si potrà far credere che quella condotta sia morale perchè genera il "maggior bene possibile", o il minor male inevitabile. Ma ciò non toglie che l'eliminazione internazionale di innocenti rimanga sempre e in ogni caso un atto assolutamente inaccettabile di fronte alla morale naturale.

          Già molti secoli prima di Cristo un filosofo come Socrate aveva enunciato una massima sempre valida in campo morale: <<E' meglio subire il male che compierlo>>. Un'altra regola aurea di carattere assoluto verrà cancellata: <<Non si può fare il male per perseguire il bene. Questo principio invalicabile è talvolta messo in discussione da chi confonde intenzione con accettazione degli effetti collaterali.

Emmanuele

Fonte : Autore: Mario Palmaro - Titolo: "Introduzione alla morale" dai quaderni de IL TIMONE - Editore Art.

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